Civili sotto il fuoco

L’esercito turco fa fuoco sulle città curde dagli elicotteri. Arresti durante la cerimonia funebre dell’attentatore suicida

Lo Stato turco procede in modo sempre più brutale contro la popolazione curda nel sudest del paese. Come ha riferito mercoledì l’agenzia stampa Firat, due elicotteri da combattimento »Cobra« hanno sparato sulla cittadina di Idil nel distretto di Sirnak confinante con la Siria e con l’Iraq. Le Unità di Difesa dei Civili curde (YPS) qui hanno costruito barricate per impedire l’ingresso delle unità operative. Carri armati dell’esercito sparano su edifici residenziali, molti sono andati in fiamme. All’inizio della scorsa settimana la città era stata messa sotto coprifuoco. Quasi tutti i circa 30.000 abitanti di Idil sono fuggiti, sono rimasti solo circa 2.000 civili.
Anche a Sur, la città vecchia della metropoli curda Diyarbakir, prosegue l’assedio da parte delle unità operative turche. Circa 200 da settimane sono asserragliate nelle rovine delle loro case distrutte. Secondo il governo si tratta di »terroristi«, combattenti del Partito del Lavoratori del Kurdistan (PKK). Alcuni di loro probabilmente sono componenti delle YPS feriti. Gli abitanti e i componenti dell’organizzazione giovanile del PKK si sono organizzati in queste unità per difendere i quartieri autogovernati dagli attacchi di esercito, polizia e commando jihadisti. Ma la maggioranza sono abitanti del quartiere sotto coprifuoco da quasi tre mesi.

Mercoledì Firat ha riferito nuovamente di un forte fuoco di artiglieria contro Sur. Il Partito Democratico dei Popoli (HDP) filo-curdo mette in guardia da un imminente massacro. L’esercito due settimane fa nella città di Cizre sotto assedio da mesi, aveva ucciso con bombe incendiarie 165 in due cantine, tra cui il Presidente del Consiglio del Popolo di Cizre, Mehmet Tunc, e la politica dell’HDP Deriya Koc.

Nella città di Van dell’Anatolia orientale, martedì la polizia ha assaltato una moschea nella quale la famiglia di Abdulbaki Sömer, che il 17 febbraio in un attentato con un’autobomba contro un convoglio militare aveva ucciso 29 persone, riceveva le condoglianze. L’attacco era stato rivendicato dall’organizzazione di guerriglia urbana che si è scissa dal PKK nel 2005 nota come Falchi della Libertà del Kurdistan (TAK). Si sarebbe trattato di una rappresaglia per i massacri di civili curdi, si legge nella pagina Internet di TAK.

Il padre e un fratello dell’attentatore sono stati arrestati con l’accusa di »propaganda per un’organizzazione terroristica«. La moschea era ornata con immagini del defunto e bandiere del PKK, come si vede in un’immagine pubblicata da Firat. Otto persone, tra cui quattro bambini, sono state arrestate per la partecipazione alla cerimonia funebre. Mercoledì inoltre a Van sono stati arrestati sette esponenti del Partito Democratico delle Regioni (DBP) per la loro presenza nella moschea il giorno precedente.

Anche la deputata dell‘HDP Tugba Hezer aveva presentato le sue condoglianze. Il Presidente del Consiglio dei Ministri Ahmet Davutoglu e il leader dell’opposizione socialdemocratico Kemal Kilicdaroglu lo hanno definito come »tradimento«. La Procura dello Stato ha avviato un’indagine contro Hezer. Sarebbe »cristallino« che le Unità di Difesa del Popolo curdo-siriane YPG insieme al PKK avrebbero commesso l’attacco ad Ankara, ha dichiarato Davutoglu insistendo sulla rappresentazione del governo turco nonostante la rivendicazione di TAK.
di Nick Brauns
Jungewelt