Sociologia della libertà- di Abdullah Öcalan

Il pericolo di scrivere una prefazione al libro di una personalità di così alta levatura, è quello di finire con il santificarla, ritrovandosi a dire semplicemente “che meraviglia!” E contribuendo così
alla formazione di un culto della personalità … Questo chiaramente non è ciò che vuole Öcalan. In più punti del testo chiarisce che per lui questo scritto fa parte di un dialogo, e che quello che cer-
ca sono reazioni alle sue idee. Quando ho iniziato a leggere il libro, avevo chiaro in testa il fatto di voler esprimere il mio sostegno. Quello di cui non ero sicuro era che il libro mi avrebbe convinto.
Questo atteggiamento iniziale è gradualmente svanito, trasformando la lettura in qualcosa di molto diverso: ne sono stato assorbito per la forza dell’argomentazione…

Leggere Öcalan acriticamente solo perché è il simbolo di un grande movimento significherebbe aggiungere un altro lucchetto alla porta della sua prigione, imbalsamarlo prima che muoia. Anche se
sappiamo che questa prefazione e altri testi potrebbero non varcare mai la soglia della prigione, dob- biamo implicarci con ciò che dice. Proprio per l’enorme ammirazione che provo per qualcuno che ha
dedicato la sua vita a cercare di cambiare il mondo e ha avuto una tale influenza sullo straordinario movimento di cambiamento che avviene nelle condizioni più terribili, proprio per questo, mi sento at-
tratto dalla discussione, e dico “meraviglioso, ma forse. . .”

Ci sarebbe tanto da discutere, tante differenze da esprimere, tanto da imparare, tante voci in discordante armonia, una conversazione tra compagni che condividono lo stesso odio per il capitalismo e
lo stesso desiderio di una società basata sul riconoscimento reciproco delle dignità umane.

La realtà, ovviamente, è molto più brutale. Abdullah Öcalan è rinchiuso in condizioni terribili, mentre io siedo comodamente sulla mia poltrona da professore. Non possiamo incontrarci per condividere il
piacere di un çay. Quello che possiamo fare e quello che vorrei che facessimo è prendere sul serio le sue idee, pensarci, discuterne, essere in disaccordo e essere d’accordo con lui, portare le sue idee
nei seminari, nelle università, assemblee e gruppi di discussione. Siamo tutti partecipanti allo stesso dialogo di “speranza e disperazione”, tutti uniti nella determinazione di voler spezzare la “civiltà”, il
capitalismo, che ci sta distruggendo. (Dalla Prefazione di Holloway)

 

 

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