Sabri OK: Nessun gesto tangibile da parte del governo

In un’intervista con Deutsche Welle Sabri OK, membro esecutivo dell’Unione delle Comunità Curde (KCK), ha definito il processo verso una pace giusta e duratura come “un processo in cui si cammina su un solo piede, una cosa – ha aggiunto – quasi impossibile”.

Ok ha aggiunto che i curdi non hanno finora visto “alcun segno di buona volontà da parte del governo”. Alla domanda su quale mossa il governo dovrebbe fare, Ok ha risposto che la commissione dei saggi, “dopo una valutazione approfondita della questione curda, ha inoltrato ad Ankara dei suggerimenti che comprendevano, tra l’altro, il rilascio di Abdullah Ocalan, il diritto dei curdi a ricevere un’istruzione nella loro madre lingua e il riconoscimento costituzionale dell’identità curda. Nel breve termine viene anche ricordata la liberazione dei prigionieri malati come atto di umanità. C’era anche la rimozione della soglia di sbarramento per le elezioni del 10 per cento – la più grande d’Europa . Per il momento, Ankara non ha ancora fatto un passo verso la pace tra turchi e curdi. Inoltre, è aumentata la presenza militare e si continuano a costruire dighe sul territorio curdo”.

Ok ha sottolineato che la pazienza del KCK “ha un limite e abbiamo poco tempo. Tuttavia il processo non sarà arrestato da noi perché abbiamo già messo in atto ogni passo concordato. Il nostro leader ha recentemente dichiarato che se nessuna iniziativa viene intrapresa da Ankara entro il 15 ottobre, il cessate il fuoco sarà interrotto”.

Alla domanda sulla “terza” via dei curdi siriani OK ha detto che “noi non consideriamo la terza linea come utopistica ma come una realtà. Si tratta di una linea di lotta che ha portato a risultati evidenti. Crediamo che abbiano seguito la strada giusta nel rimanere attaccati alla loro lotta. E’ loro diritto governare se stessi nella propria terra, non violando i diritti di altre persone ma difendendo i propri. Nei giorni scorsi ci sono stati scontri intensi con i gruppi islamici supportati da Ankara perché la Turchia non vuole che alcuna entità curda si stabilisca (o che si faccia stabilire) in Siria. La nostra gente sta sostenendo la fratellanza tra le comunità di aleviti, armeni, ecc. e si sta sbarazzando di gruppi come Jabhat al Nusra (gruppo ribelle estremista – ndr). La Turchia non dovrebbe vedere i curdi siriani come un vicino ostile”.