Mostra: “AZADI”, Libertà

Un progetto fotografico sui rifugiati politici curdi, ospiti del centro socio-culturale Ararat. La mostra sarà in esposizione al Nuovo Cinema Palazzo a partire dal 16 gennaio, in occasione dell’evento “Fuggire/Migrare/Sopravvivere. Storie di arrivi e passaggi verso l’Europa”.

Invisibili e silenziosi, i richiedenti asilo e rifugiati politici curdi in Italia vivono sospesi tra un passato di sofferenze e privazioni e un presente fatto di vuoti incolmabili, incertezza e precarietà. “AZADI, libertà”, racconta le condizioni di vita di alcuni di loro, in fuga dalla repressione dei governi turco e iraniano o dalle atrocità della guerra in Siria.

Le fotografie sono state scattate nel centro socio-culturale autogestito “Ararat” di Roma, che ha una capienza di circa 40 posti e ospita solo uomini. Il suo nome ricorda quello del monte divenuto un simbolo per curdi e armeni, oltre alla prima nave arrivata in Italia con a bordo 835 profughi turchi e iracheni nel 1997.

Nato all’interno dell’edificio abbandonato dell’ambulatorio veterinario nell’ex Mattatoio di Testaccio, occupato da attivisti curdi e italiani nel 1999, il centro ora paga un regolare affitto al Comune di Roma ma non riceve alcun sostegno economico da parte dello Stato. Tutte le attività sono autogestite e autofinanziate dai residenti con la collaborazione di volontari esterni.

Tra esasperanti silenzi e interminabili attese, qui da anni si intrecciano i destini di centinaia di persone in transito verso la Germania, la Francia e la Gran Bretagna, bloccate dai complessi ingranaggi di un sistema di accoglienza e protezione che non riesce ad assorbire il flusso di domande in costante aumento.

Secondo i dati dell’Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia (UIKI), nel nostro paese vivono attualmente circa 5mila curdi, principalmente a Milano e in Toscana. La maggior parte di loro proviene da Sanliurfa (Urfa), Pazarcik, Bingöl, Erzurum, Mardin, Dersim e Diyarbakir. Nel 2013, con l’intensificarsi del conflitto armato, le partenze dalla regione curda della Siria (Rojava) hanno registrato un sensibile aumento. Generalmente il viaggio viene effettuato via terra, usando i tir che attraversano i Balcani, oppure via mare salpando dai porti turchi verso le coste italiane.

Il progetto è stato realizzato da Federica Araco (giornalista e fotoreporter), Paolo Fumanti (fotografo e videomaker) e Laura Santopietro (fotografa e communication designer) tra il 2012 e il 2013 e sarà presentato al Nuovo Cinema Palazzo (Piazza dei Sanniti 9/A, Roma) il 16 gennaio alle 19,00 durante l’incontro “Fuggire/Migrare/Sopravvivere. Storie di arrivi e passaggi verso l’Europa”, organizzato da Osservatorioiraq.

Osservatorio Iraq