L’istruzione nel Rojava è #INVENDIBILE

E’ in un piccolo villaggio del Kurdistan che abbiamo avuto l’opportunità di incontrare uno studente, all’ incirca nostro coetaneo , di ingegneria agraria a Kobane. Ora però i suoi studi si sono bruscamente interrotti da quando è iniziato l’attacco dello Stato islamico, ma la voglia di raccontarci come si svolgeva la sua vita da studente è grande. Ci racconta della totale diversità dell’università sotto il regime di Assad: l’istruzione era improntata unicamente su ciò che il governo voleva che gli studenti sapessero, cioè tutto quello che era collegato ad una cultura ed una lingua araba. Non veniva invece insegnata ne la lingua ne la storia curda.

Poi ci ha cominciato a parlare di quella che invece è l’università creata nel Rojava. Il sistema è completamente differente. Anche all’interno dell’università vi sono commissioni di studenti che decidono in prima persona su come deve strutturarsi quest’ultima. Gli studenti eleggono i propri rappresentanti, che vanno a comporre le commissioni per ciascuna università. Alcuni di loro formano la commissione dell’istruzione, la quale si interfaccia poi con l’amministrazione del cantone del Rojava. Uno tra gli aspetti fondamentali di questo sistema rivoluzionario, è che all’interno della commissione dell’istruzione, ogni università deve essere rappresentata. Ci racconta poi come queste innovazioni abbiano portato ad un radicale cambiamento della didattica. La lingua caratterizzante è il curdo, ma si studia anche arabo, inglese e turco, la storia del Kurdistan e di tutto il mondo. L’istruzione nel Rojava non si limita all’insegnamento delle materie classiche, vi sono anche ore dedicate allo studio della filosofia di Öcalan, che offre un alternativa al capitalismo e a ciò che lo studente chiama guerra sporca , ossia la guerra fatta dalle grandi potenze per interessi economici e politici. Per il popolo curdo infatti l’etica è sempre al primo posto tanto che viene insegnata nelle scuole. Con la parola etica non si intende solo il “come comportarsi bene”, qui questa parola ha un’accezione molto piu’ profonda. E’ il rispetto verso i propri simili, e’ la solidarietà che deve esserci all’interno di una società formata da molteplici persone, credi e religioni, ma anche verso la natura e tutti gli esseri viventi.

L’istruzione del Rojava è invendibile, perchè sono gli studenti a proporre quella che sarà la loro università. Non subiscono l’imposizione di una didattica a compartimenti stagni dettata da agenti esterni completamente disinteressati alla formazione degli studenti, e interessati solo ai profitti di un modello universitario simile a un’azienda.

di Enea e Jacopo, Collettivo Li.s.c. Venezia