Il massacro di Parigi: Gli indizi fanno pensare ad una partecipazione della Turchia

Sono passati undici mesi dagli assassini delle tre attiviste kurde Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez e le indagini vanno avanti dichiara Antoine Comte, all´agenzia di stampa Firat. Molti indizi fanno pensare al coinvolgimento della Turchia. Qui sotto traduciamo l´intervista dell´avvocato Comte, difensore dei parenti delle vittime.

Ci sono ancora molti punti oscuri. A che punto si è con le indagini? Si sono visti dei progressi nelle indagini?
Si, ci sono, ma Lei deve sapere che per la legge francese nella fase delle indagini siamo vincolati all´obbligo del segreto professionale. E, questo vale, per gli avvocati di tutte le parti in causa.  Le posso solamente dire che le indagini vanno avanti, hanno visto dei progressi e che molto lascia pensare ad un coinvolgimento della Turchia. Questo è  importante.

Viene riconosciuto il movente politico di questi omicidi?
Come già affermato, le indagini fanno pensare ad un  coinvolgimento della Turchia e questo fa venire alla luce il movente politico. All´inizio si diceva che la causa degli omicidi fosse da ricercare nella gelosia.  Nessuno più osa pensare a questa ipotesi.  Poi, si è pensato ad un regolamento di conti all´interno del PKK. Anche questa ipotesi è insostenibile.  In base alle conversazioni telefoniche e ad informazioni di tipo tecnico appaiono evidenti dei legami dell´autore degli omicidi con la Turchia.  Molti indizi fanno pensare ad un coinvolgimento della Turchia.  Non so, se vi sia un legame con la sua vicinanza  agli ambienti di estrema destra turca e con lo stato turco.  Di sicuro con gli ambienti di estrema destra.  Ancora oggi, l´omicida porta un anello con le tre mezzelune.

Si occupano del caso due unità  di polizia con diverse metodologie di lavoro.  Gli uni si concentrano sulla parte criminologica dell´indagine e gli altri si concentrano sulla ricerca di archivio che ha a che fare con i Kurdi. Posso, tuttavia, affermare che chi si occupa del caso  non prende più  in considerazione in nessun modo la tesi della gelosia come movente.

Si può  dire che le indagini hanno preso  la strada che porta alla Turchia?
Si. Si tratta solamente di vedere se la Turchia vuole collaborare alle indagini e come la Turchia si possa mettere a disposizione per le indagini.  È poco probabile che uno Stato riveli informazioni sui suoi possibili agenti all´estero.  Non ce lo aspettiamo.  Penso  ad una “europeizzazione” delle indagini  che possa far pressione sulla Turchia.

Per quale motivo dovrebbero altri Stati europei interessarsi del caso?

Gli assassini hanno avuto luogo nello spazio Schengen. Una delle persone assassinate aveva diritto di asilo in Germania.  Fidan è arrivata in Francia da ragazza e una parte della sua famiglia possiede la cittadinanza francese.  Il caso riguarda non solamente la Francia ma l´Europa intera.  È importante che l´Europa faccia sua le indagini e  pretenda spiegazioni alle autorità   turche.

Lei aveva  posto la questione se i servizi segreti francesi tenessero sotto sorveglianza Ömer Güney, l´autore dei tre omicidi, ma la sua richiesta è stata respinta con la motivazione che non ha a che fare con il caso. Continua questa richiesta a non ricevere risposte?
Qualcosa si muove e continua a muoversi.  Chiaramente, io volevo sapere se ci fossero delle informative su Ömer  Güney. I servizi segreti francesi hanno il compito di scoprire se ci sono degli agenti stranieri sul suolo di Francia e chi sono.  Come Lei ha detto, all´inizio mi hanno detto che non c´entrava col il caso e per questo non ho ricevuto una risposta.  Per questa ragione ho fatto ricorso.  Faremo di nuovo richiesta davanti alla Corte d´appello di Parigi.  Disponiamo di nuove informazioni e pertanto sarà  più facile ricevere delle risposte.

Di quali nuove informazioni si tratta?
Come già  detto le nuove informazioni portano alla Turchia. Di più  non posso dire.

Il 23  settembre scorso, qualcuno è entrato nell´abitazione del Pubblico Ministero che si occupa di antiterrorismo, Jeanne Duyé. Questa irruzione nella sua abitazione ha a che fare con le indagini in corso?  Ci può  dire qualcosa a tal proposito?
Non posso dire nulla. C´è stata un’irruzione. Ad esser sinceri, una irruzione nella casa di un Pubblico Ministero desta sempre il sospetto di qualche intrigo. Non posso, tuttavia, affermare che abbia a che fare con il nostro caso. Deve essere la polizia o il PM a dirlo.

È vero, che le indagini si svolgono anche in Olanda e Germania?
Si. In Olanda e anche in Germania, dove Ömer Güney ha trascorso parte della sua gioventù .

Queste indagini hanno rivelato fatto nuovo?
Molte cose nuove, ma ho l´obbligo di tacere.

E, per quanto tempo ancora vigerà questo obbligo?
Fino a quando andranno avanti le indagini.

Secondo Lei, quando finirà la fase delle indagini?
Penso ci voglia ancora un anno.

Ci sono delle informazioni che fanno pensare ad una seconda persona coinvolta negli omicidi?
Ad esser sinceri, non vi sono attualmente indizi che fanno pensare ad una seconda persona.

All´inizio delle indagini, il PM aveva dichiarato che s di un bossolo vi fossero tracce della presenza di una seconda persona. Che significa questo?
C´è  una traccia genetica su di un bossolo, ma non significa nulla. Se Lei tocca una persona, si può  ,indagando su quella persona,  trovare anche delle sue tracce di DNA.  Pertanto, bisogna andarci con i piedi di piombo.

Se si identificano delle tracce, questo non significa necessariamente il coinvolgimento di altre persone. Può  anche trattarsi di un´arma che è passata di mano in mano.  Sinora non è stata nemmeno trovata l´arma. Le tracce del DNA si riferiscono solamente ad  un bossolo.  E, questo secondo me, non significa molto.

Sinora Ömer Güney non ha fatto nessun tipo di confessione, vero?
È molto professionale. Penso che non farà  nessuna confessione.

ANF