I bambini di Shengal: Heval* ci hanno salvato

I bambini testimoni del massacro di Shengal ci hanno raccontato la paura e la speranza che hanno vissuto: “Le forze dei peshmerga sono scappati insieme a noi quando Isis è entrato nella città. Non avevamo acqua, né cibo. Molti nostri cari son stati uccisi, poi, sono arrivati i nostri amici. Abbiamo urlato: “Lunga vita al Leader Apo! (Riferito a Abdullah Ocalan)” quando li abbiamo visti arrivare. Se non fossero arrivati loro, saremmo morti”, hanno detto i bambini.

“Heval” in lingua curda siginifica “compagni”. I combattenti delle unità di resistenza si chiamano e son chiamati perciò “heval”, amici.

I bambini che erano presenti agli attacchi portati avanti dall’Isis il 3 Agosto a Shengal, ci hanno raccontato cosa hanno dovuto affrontare. Si può vedere nei loro occhi la paura, l’impotenza, il dolore e soprattutto la speranza, quando ci dicono quello che hanno vissuto.

Tra le bambine c’è Serhıldan Xêrî, che chi ha raccontato la sua storia: “Siamo arrivati qui scappando dalla valle, stavamo per morire a causa della mancanza di acqua e cibo. Le forze dei Peshmerga sono fuggite subito dopo di noi. Allora i nostri amici sono venuti per farci scappare, i membri dell’Isis ci hanno raggiunto e ci siamo nascosti dentro delle cave. Abbiamo sentito degli spari quando le nostre madri e i nostri fratelli son usciti fuori. Eravamo così spaventati quando l’Isis ha attaccato ma adesso non siamo più spaventati perché siamo più forti ora. Conosciamo bene tutti i nostri amici che ci hanno salvato, quindi quando li incontriamo urliamo: “Viva il Leader Apo!”

Un’altra bambina, Sediya Dexîl ha detto che hanno dovuto camminare dai loro villaggi sino alle montagne di Shengal: “Molti dei nostri vicini sono morti durante il tragitto. Prima del massacro, stavamo giocando per la strade. Eravamo felici in quel momento. Quando l’Isis è arrivato, ha ucciso i bambini e le donne. I bambini sono morti anche per mancanza di acqua o cibo. Molti tra i più piccoli non hanno potuto avere del latte. Le forze dei peshmerga hanno avuto paura dell’Isis e son scappati con noi. Poi, sono arrivati gli amici delle Unità di Resistenza, e son venuti a salvarci. Siamo diventati felici quando li abbiamo visti.”

Mersîla Naîv è scappata da Rabîa con la sua famiglia e ci ha raccontato del giorno del massacro: “Avevamo sete, comunque non c’era né acqua, né da mangiare. L’Isis ha rapito le donne e i bambini a noi vicini. Mio fratello maggiore mi ha detto che dovevamo fuggire immediatamente. Siamo scappati. E i compagni ci hanno salvati. Voglio tanto bene alle YBŞ (Unità di Resistenza di Shengal). Ogni volta che vedo uno di loro, mostro il segno di vittoria e grido “Viva il Leader Apo!” Saremmo morti se non fossero venuti a liberarci.