Dilaga la protesta in Turchia, Erdogan blocca internet

Turchia. Pkk rivendica l’omicidio di 2 poliziotti, uccisi nella città di confine con la Siria di Ceylanpinar

La meglio gio­ventù turca è stata col­pita nell’attentato di Suruç. Secondo le auto­rità di Ankara, l’attentatore sui­cida sarebbe Seyh Abdur­rah­man Ala­goz. Il ven­tenne avrebbe pas­sato gli ultimi sei mesi in Siria unen­dosi allo Stato islamico.

I geni­tori dei socia­li­sti kurdi tur­chi che hanno par­te­ci­pato ai fune­rali delle 32 vit­time con il pugno chiuso, le imma­gini dei cada­veri delle gio­vani donne che si tene­vano per mano e dei ragazzi che pran­za­vano felici prima dell’attentato nel giar­dino del cen­tro Amara di Suruç hanno fatto il giro del mondo e creato un moto anti-governativo in Tur­chia senza pre­ce­denti. In par­ti­co­lare ai fune­rali di Ismet Seker e Cemil Yil­diz nel quar­tiere di Sul­tan­gazi a Istan­bul, alcuni uomini hanno spa­rato in aria colpi di kala­sh­ni­kov. Mar­tedì mat­tina la sta­zione di poli­zia locale era stata attac­cata da uomini armati.

Le pro­te­ste sono andate avanti anche ieri nono­stante l’annunciata repres­sione delle forze dell’ordine. Sono almeno 49 (molti acciuf­fati nella mani­fe­sta­zione di Kadi­koy nel cen­tro di Istan­bul e sulla strada verso la sede del par­tito di Erdo­gan, Akp) i con­te­sta­tori arre­stati; la poli­zia ha seque­strato bombe e bot­ti­glie molo­tov. Per evi­tare che si ripeta il tam tam che portò alle con­te­sta­zioni di Gezi Park di due anni fa, la magi­stra­tura turca ha subito dispo­sto il blocco pre­ven­tivo di Twit­ter dove cir­co­lano cen­ti­naia di imma­gini e video dei minuti dell’attentato con­tro i gio­vani che por­ta­vano aiuti a Kobane.

Dopo due ore, Twit­ter ha rico­min­ciato a fun­zio­nare. Sono stati bloc­cati però i siti inter­net che hanno link alle imma­gini. I magi­strati tur­chi hanno in par­ti­co­lare chie­sto e otte­nuto la rimo­zione di 107 foto e 50 arti­coli. «Avre­ste dovuto fare sforzi per sal­va­guar­dare la sicu­rezza nazio­nale invece di bloc­care Twit­ter», ha subito rea­gito il lea­der del par­tito kema­li­sta (Chp), Kemal Kilic­da­ro­glu, impe­gnato in com­pli­cati col­lo­qui per la for­ma­zione di un governo di coa­li­zione con Akp.

Il lea­der del par­tito della sini­stra kurda (Hdp), Sela­hat­tin Demir­tas, ha avver­tito che è alto il rischio di nuovi attac­chi sui­cidi per il com­por­ta­mento negli­gente di uomini dell’Intelligence e della Sicu­rezza. Demir­tas ha chie­sto ai cit­ta­dini che vivono al con­fine con la Siria e alle isti­tu­zioni di pren­dere misure pre­cau­zio­nali con­tro pos­si­bili e immi­nenti attac­chi dello Stato isla­mico.

Hdp ha anche impo­sto un con­trollo meti­co­loso di tutti gli edi­fici del par­tito. Solo ieri sono arri­vate le ras­si­cu­ra­zioni del pre­mier in pec­tore, Ahmet Davu­to­glu, che ha con­dan­nato l’attacco. «Daesh non rag­giun­gerà mai i suoi obiet­tivi», ha detto il poli­tico isla­mi­sta mode­rato con­te­stando le accuse di aver lasciato carta bianca ai jiha­di­sti in fun­zione anti-kurda, mossa a Erdo­gan da molti poli­tici e intel­let­tuali turchi.

Non è man­cata nep­pure una rap­pre­sa­glia con­tro due poli­ziotti (uno dei due lavo­rava per il nucleo anti-terrorismo) nella città di con­fine con la Siria di Cey­lan­pi­nar. I corpi sono stati rin­ve­nuti nella loro abi­ta­zione. Il par­tito dei lavo­ra­tori kurdi (Pkk), fuo­ri­legge in Tur­chia e nella lista dei gruppi ter­ro­ri­stici, ha riven­di­cato il blitz defi­nen­dolo una ven­detta per la con­ni­venza tra poli­zia e Stato isla­mico nell’attacco di Suruç.

Le accuse al governo turco arri­vano anche dall’Egitto. Secondo la stampa locale le rela­zioni tra i due paesi, dete­rio­ra­tesi dopo il colpo di stato mili­tare dura­mente con­te­stato da Erdo­gan, non sono mai state tanto incri­nate. In par­ti­co­lare il Cairo ha mosso accuse duris­sime alle auto­rità tur­che di aver favo­rito l’ascesa dello Stato isla­mico nel Sinai lasciando pas­sare su ter­ri­to­rio turco i jiha­di­sti, diretti verso la Siria. Que­sto fuoco di fila con­tro Erdo­gan arriva nella fase più deli­cata della sua ascesa poli­tica quando sem­bra dif­fi­cile la for­ma­zione di un nuovo governo e sem­pre più vicino il ritorno alle urne men­tre la vit­to­ria elet­to­rale di Hdp e gli attac­chi di Isis stanno esa­spe­rando ancora una volta le divi­sioni tra i kurdi turchi.

di Giuseppe Acconcia, Il manifesto