Chiediamo l’immediato ritiro delle truppe turche dal Kurdistan

La Turchia sta commettendo l’ennesimo crimine contro il popolo curdo e la gente del Medio Oriente: sta invadendo il Kurdistan iracheno (Bashur), dispiegando a Musul truppe indesiderate, senza che vi sia stata alcuna richiesta o autorizzazione del parlamento del Kurdistan o dell’autorità federale irachena. Le forze turche – composte da un reggimento corazzato, molti carri armati, artiglieria e armi pesanti – sono state schierate nella zona di Bashiqa, a nord-est di Musul, la roccaforte dello Stato Islamico.

Da quando la guerra civile siriana è iniziata, più di quattro anni fa, la Turchia agisce con ipocrisia e doppi giochi. Il presidente turco Erdogan, dopo essere stato il miglior amico di Bashar Al Assad per molti anni, insiste adesso per rimuoverlo immediatamente dal potere. L’AKP spera nella possibilità di risvegliare l’Impero Ottomano per rovesciare il regime siriano, organizzato come una dittatura ereditaria e nepotista, in un sistema a partito unico. Il progetto di Erdogan è lungi dal voler soccorrere il popolo siriano, ma mira ad imporre un’egemonia sunnita in stile turco non solo sul popolo siriano, ma anche in tutto il Medio Oriente. La Turchia ha cominciato in maniera entusiasta e ambiziosa, e purtroppo con la benedizione dell’Occidente, a convocare e organizzare gli estremisti islamici più reazionari e barbari e a fornirgli le armi più sofisticate. In realtà, l’ISIS è nato proprio in queste circostanze politiche.

Gli obiettivi della Turchia possono essere molti e diversi, ma il principale è quello di occupare ancora nuove parti del Kurdistan, al di fuori della Turchia, e sopprimere per sempre il Movimento di Liberazione Nazionale curdo. Il secondo obiettivo è quello di far rivivere l’Impero Ottomano, per cui necessita l’accesso alla ricchezza del Kurdistan, in particolare a petrolio, gas e acqua potabile.

Il mondo dovrebbe ricordare che Erdogan ha dichiarato, in un discorso del 7 ottobre 2014, che la città di Kobane sarebbe caduta, promettendo di distruggere lo spirito curdo per la libertà. Il mondo dovrebbe anche ricordare l’embargo turco al Rojava e il sostegno turco all’ISIS, che ha significato e significa ancora aver commesso crimini contro l’umanità. Questi crimini sono l’uccisione e la soppressione dei civili curdi, la confisca di proprietà, la riduzione in schiavitù, la costrizione a emigrare e la trasformazione coatta della demografia del Kurdistan, oltre all’uccisione di centinaia di migliaia di civili siriani.

Nonostante la campagna militare turca lanciata il 24 luglio contro le forze della guerriglia curda (le uniche forze che lottano e hanno lottato con successo contro ISIS) – una campagna che da allora è stata intensificata invece che ridotta – la resistenza per la liberazione del popolo curdo e la sua volontà di libertà si rafforzano ogni giorno di più. La volontà della resistenza curda ha distrutto i sogni della Turchia e dell’ISIS di realizzare un’egemonia totalitaria. La cooperazione e la collaborazione tra la Coalizione Internazionale e YPG, YPJ, SDF (Forze Democratiche Siriane), e ora anche la Russia, dà una grande opportunità per sconfiggere l’ISIS e i suoi sostenitori, tra cui troviamo, come detto, la Turchia.

La liberazione di Kobane, seguita da quella di altre zone e ora anche di Shangal, Hole, Jarabulus e di altre aree strategiche nei pressi di Aleppo e Raqqa, ha costretto la Turchia a cercare altre vie per sostenere l’ISIS. L’incursione turca nel Kurdistan iracheno (Bashur) ha lo scopo di aprire e consolidare un’altra possibilità di aiutare l’ISIS.

Le sue conseguenze di quest’azione militare saranno queste. L’incursione turca è una minaccia diretta al popolo del Kurdistan del territorio federale iracheno, dal momento che aumenterà il settarismo e le divisioni interne e diffonderà una cultura di ostilità, diffidenza e odio tra la gente della zona. Faciliterà, inoltre, la creazione di un ambiente adatto all’estremismo islamico, al pensiero reazionario e al totalitarismo.

Noi, il Congresso Nazionale del Kurdistan, chiediamo pertanto alla Turchia di ritirare immediatamente i militari dal Kurdistan iracheno (Bashur) e sollecitiamo la comunità internazionale e le forze democratiche a sostenere la nostra chiamata. Il dispiegamento di truppe turche in Kurdistan non è solo una grave violazione della sovranità del popolo, ma anche una minaccia per la stabilità e la sicurezza fin qui ottenuta. Nella zona, ci sono già i Peshmerga schierati. Non c’è alcun bisogno di una presenza turca, peraltro sgradita.

Noi, il Congresso nazionale del Kurdistan, esortiamo la comunità internazionale e le forze democratiche a sostenere la popolazione curda nella sua battaglia per la libertà, l’uguaglianza, la sorellanza e la fratellanza dei popoli della regione. Abbiamo bisogno di aiuto e sostegno per garantire la pace e la stabilità, il progresso e l’uguaglianza di genere.

Kurdistan Congresso Nazionale -KNK