Cessate il fuoco in Siria? – Jihadisti entrano a Girê Spî (Tall Abyad) dalla Turchia

Mentre sabato i media riferivano che la tregua in Siria veniva in larga parte rispettata, IS ha avviato un’offensiva contro la regione intorno a Gire Sipi, Tell Abyad.

Il 26.02.16 intorno alle 23:00 unità di IS si sono spinte verso Gire Sipi in quattro ondate, due delle quali provenivano dalla direzione di Raqqa e altre due dalla Turchia. Mentre le bande di IS provenienti da sud hanno colpito presso Eyn Îsa e Silûk, dal confine turco IS ha potuto attaccare direttamente il centro della città multiculturale di Gire Spi e villaggi sul confine. Dopo pesanti combattimenti durati per circa 16 ore, le YPG/YPJ e le Asayis hanno potuto liberare la zona.

Contemporaneamente IS presso Kobanê ha attaccato con missili il villaggio di Til-Ebir da Jarablus. Già prima della tregua Davutoglu aveva chiarito che la tregua non valeva per quelle forze che ‘minacciano la Turchia’ e anche il 24.02 la Turchia ha bombardato di nuovo dei villaggi nei pressi di Afrin. L’amministrazione autonoma del Rojava e le sue forze di difesa intanto sono state apertamente definite dalla Turchia come ‘organizzazione terroristica’ e i media turchi ormai celebrano apertamente le ‘vittorie’ di milizie turkmene di estrema destra contro i ‘terroristi del PYD’. Gli attacchi di IS provenienti dalla Turchia non sono una novità, un attacco simile si è verificato il 25.06.15 contro Kobanê, anch’esso proveniente in parte dalla Turchia, nel quale IS ha massacrato oltre 200 uomini, donne e bambini. Purtroppo non è una novità neanche il fatto che nessun governo prenda posizione rispetto a questi attacchi, contribuendo così direttamente al fallimento di un processo di pace in Siria.

Anche Girê Spî dalla sua liberazione dalle mani di IS nel giugno 2015 è nel mirino della Turchia che regolarmente colpisce postazioni civili e delle YPG in città e nei dintorni.. Obiettivo è l’interruzione del nuovo corridoio creato tra i cantoni di Kobanê e di Cizîre, rafforzando così nuovamente l’influenza della Turchia nella regione attraverso il sostegno ai gruppi jihadisti. Questo al momento si osserva anche nella regione tra Afrîn e Kobanê.

Solo nelle ultime due settimane di febbraio, secondo quanto riferito da Reuters, circa 2.000 „oppositori moderati“ pesantemente armati sono partiti dalla Turchia verso la regione di Azaz. Tra loro, secondo rapporti dell’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, spesso si trovano anche soldati turchi. Così ad esempio il 15.02.2016 presso Atme oltre 350 soldati turchi erano passati in direzione di Aleppo con grandi quantità di materiali. Ad Afrîn entrano continuamente soldati turchi dal confine, incendiano campi coltivati e alberi per sviluppare il controllo sul confine.

L’offensiva di IS sembra essere stata una risposta al successo delle Forze Democratiche della Siria a Şeddadê. Con Şeddadê , è stato inflitto un duro colpo in particolare agli ultimi centri dell’economia e infrastruttura di IS che si trovano direttamente sul confine dell’amministrazione autonoma,. Şeddadê è un centro economico per la produzione di petrolio attraverso il quale, secondo quanto riferito dall’agenzia Hawar, fino ad ora passando dalla zona controllata dal PDK veniva contrabbandato petrolio in Turchia, grazie al quale IS finanzia parte dell’acquisto di armi dalla Turchia, ed è un importante collegamento tra Mûsil e Raqqa, la capitale di IS. Inoltre nella città si trova il più grande sito di produzione di gas di tutta la Siria. Şeddadê, dove è stata concentrata una grande quantità di materiale bellico americano sequestrato da IS a Musul, ha svolto un ruolo importante nella preparazione dell’attacco contro Kobanê Con la liberazione di Şeddadê vengono messi in sicurezza i confini del cantone di Cizîrê in direzione di Deir ez-Zor. In particolare la città di Hesekê è stata in larga parte messa in sicurezza dal successo nelle operazioni di liberazione di oltre 48 località. Deir ez-Zor è contesa tra il regime e IS. La strada di IS tra Mûsil e Deir ez-Zor nel frattempo è stata conquistata e anche il cerchio intorno a Raqqa, la capitale di IS, si sta man mano chiudendo.