Centinaia di migliaia di persone per Leyla

18 gennaio 2013

Mai prima così tante persone si sono radunate a Mersin.

In migliaia hanno pianto per Leyla Şaylemez oggi, giustiziata a Parigi il 9 Gennaio insieme a Sakine Cansız (Sara) e la rappresentante francese del KNK Fidan Doğan (Rojbin).

Giovani ed anziane donne rappresentavano la maggioranza delle migliaia di persone che hanno partecipato al funerale, svoltosi in un quartiere kurdo. La sua bara è stata portata da donne che, come tutte le altre persone che hanno partecipato al funerale, erano vestite di nero ed indossavano una sciarpa bianca che rappresenta la pace. All´esterno della moschea e presso il cimitero sono state fatte volare delle colombe, che hanno costituito un augurio di pace per queste terre.

In migliaia si erano già radunati nelle prime ore della mattinata all´esterno della moschea Nur, dove si è svolta una cerimonia religiosa per Leyla, che al momento della sua morte era ancora ventenne. In seguito alla preghiera del venerdì, è stata trasportata al cimitero, accompagnata dalla folla che piangeva il suo decesso ma cantava slogan di libertà e pace. Anche alcuni bambini hanno trasportato la sua bara e tenuto in mano foto delle altre due donne assassinate, al grido di “siamo tutti Leyla”, “siamo tutti Sakine”, “siamo tutti Fidan”. Alla cerimonia hanno anche partecipato il co-presidente del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Selahattin Demirtaş, i deputati Ertuğrul Kürkçü, Sırrı Süreyya Önder, Pervin Buldan, Murat Bozlak, Demir Çelik, Hüsamettin Zenderlioğlu e Mülkiye Birtane.

Al minuto di silenzio al cimitero, gremito dalla folla che ha cantato per ore lo slogan “Şehid Namırın” (I martiri sono immortali), hanno fatto seguito i brevi ma forti interventi del padre di Leyla Cumali Şaylemez, dei deputati del BDP Ertuğrul Kürkçü, Mülkiye Birtane e del co-presidente Selahattin Demirtaş. Un´enorme bandiera del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) è stata stesa su una collina nella zona del cimitero mentre migliaia di giovani kurdi cantavano: “Il PKK è il popolo, ed il popolo è qui”. Tutti indossavano qualcosa degli stessi colori della bandiera: il giallo, il rosso ed il verde (kesk u sor u zer in Kurdo).

Il padre di Leyla, Cumali Şaylemez, si è rivolto dapprima al Primo Ministro Erdoğan, dicendo: “Ho otto figli, sette adesso, e sette nipoti. Nessuno di loro ha mai voluto la guerra in questa terra. Abbiamo sempre chiesto la pace ma la nostra voce non è mai stata ascoltata. Se non volete la pace, queste quattordici persone della mia famiglia prenderanno in mano le armi e combatteranno contro di voi. Non lasciate che accada”.
Şaylemez si è anche rivolto alle madri dei soldati turchi: “Le madri turche dovrebbero sapere che anche quelle kurde non vogliono piangere nè perdere i loro figli. Siamo anche noi addolorati dalle notizie delle morti dei soldati perché tutti questi giovani turchi e kurdi muoiono a causa della sporca guerra in corso. Nessuno ha il diritto di infliggere un tal dolore alle persone.

I Kurdi non sono terroristi e neanche mia figlia lo era. Non ha mai sparato a nessuno. Se rivendicare la tua identità significa tuttavia essere terroristi, e se mia figlia era una terrorista, allora anche io lo sono. Sono fiero di mia figlia, la nostra martire, ed anche tutto il popolo kurdo dovrebbe esserlo”.

Ertuğrul Kürkçü, deputato del BDP di Mersin, ha cominciato il suo intervento estendendo le sue condoglianze a tutto il popolo del Kurdistan ed a tutte le altre popolazioni della Turchia. “Ieri ad Amed ed oggi in questo luogo, ribadiamo ancora una volta di essere pronti per la pace”, ha affermato con grande emozione, e si è rivolto al Governo: “Adesso vi chiediamo, voi siete pronti?”. Kürkçü ha affermato che la pace non giungerà senza la libertà ed ha aggiunto, rivolgendosi alla popolazione di Mersin: “Come vostro rappresentante, prometto a voi ed a Leyla che porteremo la pace in questo paese”.

Il co-presidente del BDP Demirtaş ha a sua volta messo l´accento sulla pace ed ha sottolineato: “Il nostro popolo è pronto per la pace. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è un sincero approccio alla soluzione da parte del Governo. I responsabili dell´omicidio di Parigi hanno commesso questi delitti per ostacolare il processo in corso ad İmralı ma la migliore risposta alla loro teoria del complotto è stato l´atteggiamento dignitoso che avete avuto in occasione dei funerali, esprimendo la pace piuttosto che l´odio e la rabbia. I Kurdi non effettuano provocazioni, tutto quello che fanno è chiedere ció che è loro stato sottratto con la forza”.

Demirtaş ha concluso dicendo: “Porteremo tutti insieme la pace in queste terre”.
In seguito agli interventi, Leyla è stata sepolta con canzoni, slogan e di nuovo parole di pace.

ANF / D.F./MERSİN
ANF NEWS AGENCY

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