Carenza di medici e medicinali a Kobanê

Ci sono seri problemi sanitari che si stanno vivendo nel cantone di Kobanê nel Rojava dopo che tre ospedali sono stati bombardati durante gli attacchi di ISIS.Il dottore Welat Xelîl Omer, che è rimasto a Kobanê per curare i feriti nonostante i pericoli,ha affermato:””Siamo solo in grado di affrontare le ferite elementari.”

Tre ospedali in città sono stati bombardati dalle bande di ISIS durante i loro attacchi e non sono più funzionanti.Sono rimasti solo 4 medici in città dove decine di persone rimangono ferite ogni giorno e c’è una popolazione di oltre diecimila oltre ai combattenti.

Uno dei medici Welat Xelîl Omer,che sta cercando di curare i feriti in una piccola casa di due stanze,ha dichiarato che due terzi dei suoi pazienti erano civili.Omer ha affermato che i suoi pazienti erano generalmente anziani,donne e bambini,aggiungendo che oltre ad una carenza di medici vi era una grave mancanza di medicine.

Ha affermato che nei giorni scorsi con il deterioramento del tempo c’è stato un aumento del numero di pazienti che vengono a vederlo,aggiungendo che la carenza di cibo e una dieta povera causate dal conflitto stava favorendo la malattia.

Omer ha dichiarato”Noi non curiamo solo combattenti feriti.Abbiamo anche molti pazienti civili.Facciamo quello che posiamo nonostante la mancanza di risorse,ma siamo solo in grado di affrontare le ferite basilari”.

Ha aggiunto che c’era anche una carenza di medicine,ringraziando coloro che recentemente hanno inviato alcune forniture,”Ma noi non ne abbiamo abbastanza.Solo uno su tre pazienti è un combattente.Ciascuno ha un problema diverso e necessita di medicazioni diverse.Qui ci sono solo 4 di noi dottori,molti medici hanno dovuto lasciare.Abbiamo due stanze,una di queste è per gli esami e le altre per le operazioni.Non abbiamo quasi nessuna attrezzatura e tutti e tre dei nostri ospedali sono stati bombardati”.

Omer ha aggiunto che non avevano nulla da guardare oltre i pazienti,dicendo”Dopo aver curato i pazienti ci sono alcune case in città dove le cure continuano.Ci sono circa diecimila civili in città.Alcuni sono stati feriti da schegge di bombe e mortai”.

10 morti da perdita di sangue

Omer ha continuato”uno dei più grossi problemi che abbiamo è il fatto che siamo un punto di confine”.Ha affermato che dieci persone sono morte per la perdita di sangue a causa del ritardo nell’apertura del valico di frontiera,” 6 di loro erano combattenti delle YPG/JPY e 2 erano dell’Esercito libero siriano.Erano gravemente feriti e necessitavano di cure immediate,ma erano stati tenuti in attesa al confine per quasi 5 ore e di conseguenza sono morti”.

Omer conclude dicendo,”Se il confine è aperto e la nostra gente nel nord ci sostiene, e i medici vengono ad assisterci, saremo in grado di risolvere problemi sanitari.Se ci sono persone con ferite gravi le mandiamo al nord quando noi non possiamo curarle qui”

ANF/ERSİN ÇAKSU / ABDURRAHMAN GÖK – KOBANÊ 16.10.2014