Accademici in Turchia mettono in guardia il governo a proposito del processo di pace

Oltre 100 accademici hanno pubblicato una dichiarazione comune in cui esprimono le proprie preoccupazioni sull’andamento del processo di soluzione vero una soluzione democratica e pacifica della questione curda.

Gli accademici chiedono al governo di compiere passi urgenti, di rendere trasparente il processo e e di condurre un processo di pace in linea con gli standard internazionali.

Gli accademici hanno chiesto anche passi urgenti di natura giuridica per rispondere alle richieste democratiche fondamentali del popolo curdo, come l’insegnamento nella loro lingua madre e la rimozione della soglia di sbarramento elettorale.

Rispetto alle affermazioni da parte curda in cui si esprimono preoccupazioni sull’andamento del processo, gli accademici hanno commentato che a causa della mancanza da parte del governo nell’informare l’opinione pubblica rispetto al processo sta facendo sì che non proceda secondo le aspettative.

Hanno detto che queste affermazioni sono un segno del fatto che il governo non ha soddisfatto le aspettative della parte curda e che il leader curdo Abdullah Ocalan, che fino ad ora ha svolto un ruolo attivo nel processo, si ritirerà dai colloqui con lo stato.

Gli accademici hanno ricordato alcune ricerche che dimostrano che la metà dei processi di pace si interrompono per via dei governi che non mantengono le promesse date durante i negoziati. Hanno evidenziato che lo stato turco non può permettersi il lusso di procedere per approssimazioni nel processo in corso che è finalizzato a trovare una soluzione alla guerra che dura da 30 anni che è costata la vita a 50.000 persone nel paese.

Gli accademici hanno fatto riferimento anche alle affermazioni di esperti che hanno fatto notare che la riuscita di un processo pace dipende dalla trasparenza del processo, dalla creazione di meccanismi che consentono agli attori politici e sociali una uguale partecipazione nel processo, dalla pratica di passaggi giuridici che rimuovano le cause del conflitto, dal rendere note le violazioni di diritti avvenute in passato, dalla costruzione di strutture utili alla negoziazione sociale, dalla messa in atto di riforme della sicurezza che diano sollievo alle sofferenze della popolazione civile e dall’avvio di accordi che garantiscano il ritorno delle forze combattenti nella società.
Gli accademici hanno concluso la loro dichiarazione elencando cinque passi fondamentali che il governo turco deve compiere senza perdere altro tempo;

– condividere i rapporti della Commissione dei Saggi e della Commissione per la Risoluzione con l’opinione pubblica
– preparare un calendario di pace per rendere trasparente il processo
– prendere misure giuridiche urgenti per soddisfare le richieste democratiche di base come l’insegnamento nella lingua madre e la rimozione della soglia di sbarramento elettorale.
– costituire la Commissione per la Verità, la Commissione per la Parità di Genere, la Commissione per la Ripresa Sociale ed Economica, la Commissione per la Riforma della Sicurezza e altre commissioni utili al processo ed in linea con gli standard internazionali
– la creazione di istituzioni civili per il monitoraggio del processo e lo svolgimento di colloqui con le parti in causa