Comincia ad Adana l’udienza KCK di Mersin
Due donne, appartenenti al Centro di Consulenza Ishtar per la Solidarietà Femminile, affiliato alla municipalità del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) di Akdeniz nella provincia meridionale di Mersin, compariranno oggi in tribunale per la prima volta dal loro arresto, avvenuto il 25 Settembre 2012. L’udienza si terrà presso la Decima Alta Corte Penale di Ankara.
In seguito ad un’operazione KCK (Unione delle Comunità Kurde) basata a Mersin, avvenuta il 25 Settembre, 25 persone erano state rimandate in custodia per presunta appartenenza ad un’organizzazione illegale e per averne diffuso propaganda in favore.
Numerose associazioni, abitazioni ed anche le sedi del BDP erano state perquisite nell’ambito dell’operazione: funzionari e membri del BDP, del DTK (Congresso della Società Democratica), del MKM (Centro Culturale della Mesopotamia), dell’IHD (Associazione per i Diritti Umani) e di associazioni femminili erano stati arrestati.
La coordinatrice del Centro di Consulenza Ishtar Gülhan Yağ e la Consulente Stampa Roza Yaruk compariranno oggi in tribunale, mentre l’udienza di altre collaboratrici del Centro, Menice Ürün, Nazan Dündar ed İshak İregür, arrestate in un’operazione separata del 3 Novembre 2012, è prevista per il 24 Aprile.
Parlando con Bianet prima dell’udienza, Fahriye Cengiz, una psicologa clinica del Centro Ishtar, ha detto che quattro delle loro collaboratrici sono state accusate di aver organizzato un corteo alternativo per bambini, di aver tenuto lezioni sociali relative al genere, di aver partecipato a conferenze sugli studi femminili e di essersi presentate alla sezione locale del BDP.
La Cengiz ha affermato che durante l’irruzione del 25 Settembre la polizia ha anche sequestrato i loro documenti che riguardavano registrazioni di una sessione terapeutica, senza il consenso del tribunale.
La Cengiz ha valutato le irruzioni della polizia che hanno colpito il centro come illegali e immorali, sottolineando che queste operazioni hanno notevolmente influito anche sulle loro attività: “Penso che le operazioni avessero l’obiettivo di creare un sentimento negativo contro le consulenti, che temevano tutte le accuse di appartenenza ad un’organizzazione illegale. La percezione del nostro centro è mutata poiché il numero delle richieste d’aiuto e dei volontari ha subito una drastica diminuzione. Ora meno donne fanno richiesta per un posto protetto in accoglienza”.
ANF Mersin