Appello alla mobilitazione del Movimento delle donne curde in Europa (TJK-E) in occasione del martirio di Sakine Cansiz,Fidan Doğan e Leyla Şaylemez
Il sistema criminale patriarcale, con la sua mentalità fascista, prende di mira le donne proprio mentre le pioniere sono in prima linea. Storicamente, i movimenti popolari e femminili sono stati repressi nel tentativo di distruggere le loro organizzazioni e intimidirli, come, per citare i primi esempi, nel caso dei massacri delle sorelle Mirabel e di Rosa Luxemburg. Questi tentativi sistematici di distruggere le organizzazioni e intimidire il movimento delle donne continuano anche oggi. Massacrando pioniere come Karima Baloch in Canada, Forouzan Safi in Afghanistan, Zara Alvarez nelle Filippine, Hanan Al Barassi in Libia e Sakine Cansız, Fidan Doğan, Leyla Şaylemez a Parigi, il sistema patriarcale ritiene, erroneamente, di riuscire a far paura alla rivoluzione delle donne. Per noi, la lotta per assicurare alla giustizia gli autori del massacro di Parigi è un passo significativo nella lotta contro tutti i femminicidi politici. Da 9 anni, le donne curde, il popolo curdo e le forze democratiche chiedono che gli autori del massacro di Parigi siano processati, nelle strade e in tribunale. Le prove riguardanti il colpevole sono chiare e le donne curde continuano a chiedere che questo crimine contro l’umanità non rimanga impunito.
Mentre tutte le prove dimostrano la colpevolezza dello stato turco e del governo dell’AKP guidato da Tayyip Erdogan, e la prima indagine sul caso si è conclusa sancendo chiaramente che il massacro è stato orchestrato dall’Agenzia Nazionale di Intelligence Turca (MİT), il governo francese ha chiuso il caso, adducendo come scusa il decesso del sicario. In seguito, sono venute le confessioni del personale del MİT e quella dell’ex capo dell’Agenzia di Intelligence dello Stato Maggiore, İsmail Hakkı Pekin. Altri assassinii di questo tipo sono stati pianificati in altre zone d’Europa. Tuttavia, i governi internazionali stanno coprendo la verità per salvaguardare i loro interessi e le loro relazioni con il regime turco. Nonostante negli ultimi 3 anni le indagini sul massacro siano state riaperte e sebbene ci siano prove concrete, il governo francese non ha ancora portato il caso in tribunale. Possiamo vedere, mentre scriviamo, che questo gesto ha incoraggiato lo stato turco guidato dall’AKP, che continua ad aggiungere nuovi massacri al suo dossier criminale degli ultimi 9 anni.
Nell’anniversario del massacro di Parigi, rafforzeremo ancora una volta la solidarietà globale delle donne contro il fascismo, il patriarcato e il femminicidio. Mostreremo al mondo che la rivoluzione e la resistenza delle donne trascendono i confini e non possono essere fermate. Continueremo a sottolineare che il movimento delle donne libere è il nostro passato, presente e futuro; è la strada che ci hanno indicato Sara, Rojbin e Ronahi. Non abbiamo dimenticato, non dimenticheremo! Come TJK-E, la nostra volontà di avere giustizia continua e continuerà fino a quando i colpevoli non saranno assicurati alla giustizia.
Con lo slogan “La Francia sarà colpevole fino a che la giustizia rimarrà al buio”, saremo nelle strade di Parigi e di altre regioni il 5 e l’8 gennaio, per dire che “è ora di consegnare i colpevoli alla giustizia”. Il nostro appello è per tutte le donne! Il nostro appello è per il popolo curdo! Il nostro appello è ai popoli democratici, alle organizzazioni di sinistra e socialiste! A tutti coloro che vogliono denunciare i crimini efferati dello stato turco! Vogliamo giustizia per Sara, Rojbin e Ronahi! Vogliamo che gli autori di crimini contro l’umanità siano processati! Facciamo del 2022 l’anno della sfida e del successo nei confronti del fascismo e del patriarcato e assicuriamo alla giustizia gli autori di stupri e genocidi! Con la ferma convinzione che il fascismo sarà superato grazie all’unità delle donne e dei movimenti popolari, chiediamo una lotta globale per distruggere il fascismo, la cultura dello stupro, le politiche di genocidio e l’istituzionalizzazione delle gang di stato.