Eroi di guerra invisibili: i lavoratori della sanità
I bilanci di guerra non parlano di loro. I loro nomi non sono citati nella vittoria o nella sconfitta, ma loro sono i ponti verso la vita che appaiono accanto ai caduti nei campi della morte. Sono quelli che stanno vicino ai feriti, ai martiri sulla loro via verso il martirio. Sono le unità mediche con mezzi modesti per i combattenti delle FSD. Alcuni sono medici, altri sono tecnici sanitari, altri autisti delle ambulanze, alcuni sono studenti di medicina e alcuni sono le unità di pronto soccorso che possono servire in questo dipartimenti. Le unità mediche delle FSD forzano i limiti di velocità, tempo, spazio e mezzi per salvare vite, un arto o a volte solo un respiro. Corrono da fronte a fronte, da trincea a trincea, 24 ore al giorno. Marchiano verso la morte perché sono pronti anche a combattere se ce n’è bisogno.
“LO AVEVO PROMESSO DURANTE MANBIJ”
Mistefa Xalid è un medico di Manbij. Ha fatto parte di un’unità medica di 4 persone per un mese durante l’operazione Ira dell’Eufrate e ha parlato con ANF del motivo per il quale si trovava sul fronte come arabo di Manbij. “La popolazione di Manbij ha sofferto molto sotto le bande di ISIS. A all0ra ho promesso a me stesso, se la mia città verrà salvata da queste bande, io svolgerò ogni compito che mi verrà affidato,” dice Xalid e prosegue: “Posso capire quello che la gente ha passato sotto il dominio delle bande di ISIS. È per questo che sono qui. Il mio obiettivo è di sostenere i combattenti qui e di salvare questa gente dalle bande di ISIS il prima possibile.”
PRIMO SOCCORSO PER COMBATTENTI FERITI
Xalid dice che hanno provato a fornire unità mediche per tutte le aree nonostante le condizioni dure e la mancanza di risorse, capitale umano e equipaggiamento medico e aggiunge che hanno fornito primi soccorsi per i soldati feriti di ritorno dal fronte, e poi li hanno portati a Manbij o Kobanê, a seconda della situazione.
“LA VELOCITA’ E’ ESSENZIALE”
Kerem İbrahim guida le ambulanze. Quando un combattente ferito riesce a raggiungere l’ambulanza, lui è quello al quale tutti guardano. “Il nostro lavoro si basa sulla velocità perché il nostro obiettivo principale è di portare all’ospedale il prima possibile ogni combattente ferito,” dice Ibrahim, ma aggiunge che la velocità da sola non basta.
“I COMBATTENTI DEVONO ESSERE PRELEVATI”
Ibrahim conosce l’importanza della velocità e della sicurezza dagli incidenti e dice: “Le nostre ambulanze frugate da ISIS innumerevoli volte. Ma non possiamo tornare indietro. Qualsiasi cosa succeda, il nostro dovere è di prelevare il combattente dalle zone di conflitto.”