Mettere fine all’isolamento di Öcalan garantirà il processo di pace in Turchia
La questione curda in Turchia con la pubblicazione delle dichiarazioni del Newroz di Abdullah Öcalan contenenti la richiesta di negoziati di pace e di democrazia il 21 marzo 2013, 2014 2015 è entrata in una nuova fase.
A queste dichiarazioni è seguito processo negoziale di due anni.
Ma quando è diventato chiaro che il processo di pace avrebbe prodotto risultati concreti, il presidente turco Erdogan ha cambiato il suo atteggiamento e si è impegnato attivamente per fermare i negoziati di pace in corso isolando Öcalan nel carcere, in contrasto diretto con la dichiarazione del leader curdo per una soluzione pacifica della questione curda in Turchia.
Questa strategia da parte del governo dell’AKP mostra l’assenza della volontà di affrontare la questione curda nel paese di continuare la politica di deliberato annientamento messa in atto nei confronti del popolo curdo militarmente e per via giudiziaria.
Di conseguenza a Öcalan è stato impedito ogni contatto con i suoi legali per oltre tre anni. Di recente questo isolamento è stato inasprito impedendo l’accesso anche alla sua famiglia e al suo team negoziale sin dal 5 aprile 2015.
I curdi e i loro sostenitori hanno chiaramente e ripetutamente fatto notare che un processo di pace è privo di significato senza il coinvolgimento diretto di Abdullah Öcalan nel dialogo. Considerano la politica di isolamento anche come una forma di violazione dei diritti umani e di tortura che viola le leggi e i valori internazionali. I curdi considerano Abdullah Öcalan il caponegoziatore chiave e rappresentante delle loro aspirazioni politiche.
Di conseguenza i curdi e amici dei curdi che vivono in Kurdistan, in Europa e in tutto il mondo di recente hanno avviato una campagna globale per chiedere la libertà di Öcalan e di altri prigionieri politici in Turchia.
I risultati della campagna sono stati sorprendenti e travolgenti, con oltre 10 milioni di firme raccolte a livello globale a sostegno della riconciliazione e soluzione pacifica della questione curda in Turchia.
I milioni di persone che hanno firmato l’appello ora si aspettano che le loro voci vengano ascoltate dalle autorità turche e internazionali competenti.
L’unico modo di trovare una soluzione per mettere fine a questo isolamento è di riattivare il comitato degli osservatori responsabile di organizzare il processo di pace e il dialogo con Öcalan, di riavviare i negoziati e compiere i passi necessari per raggiungere un cessate il fuoco bilaterale e una pace permanente.
Non c’è soluzione della questione curda in Turchia senza il coinvolgimento diretto e attivo e la partecipazione disponibile della comunità internazionale. La Commissione UE e il Parlamento Europeo hanno la responsabilità legale, morale ed etica di prendere una posizione più ferma mettendo fine alla politica di isolamento dei confronti di Öcalan e incoraggiando la Turchia a riprendere i negoziati.
Recenti eventi in Medio Oriente, tra cui la storica resistenza in atto da parte dei curdi in Siria contro ISIS e i conseguenti sforzi di spingere per una maggiore democrazia nella società, liberazione di genere e protezione ecologica, dimostrano che è necessario togliere il PKK dalla lista delle organizzazioni terroristiche in quanto voce legittima che rappresenta milioni di persone a livello globale.
Mettere fine all’isolamento di Abdullah Öcalan rafforzerà non solo il processo di pace democratico, ma anche la lotta contro ISIS, il che è obiettivo comune della comunità internazionale e dei curdi.
Il Comitato per la Libertà di Öcalan