Un turcomanno di Kocgiri sui monti del Kurdistan

” Vedo la liberazione del popolo turco nella lotta di liberazione del popolo curdo. ”

Queste sono le parole del co-fondatore del PKK, Kemal Pir, di etnia turca, uno dei primi compagni di Abdullah Öcalan. Rivoluzionari internazionalisti come Kemal Pir, Haki Karer e centinaia di altri giovani, che vedevano la liberazione del popolo turco nella lotta per la liberta´curda, intrapresero la strada per i monti del Kurdistan.

Uno di questi e´Onur Kapar, originario di Savas che all´interno del PKK porta il nome di Aliser Kocgiri.  Il turcomanno nato nel villaggio di Yıldızeli Doğanlı a Sivas ha trascorso gran parte della sua vita ad Istanbul.  Ha potuto frequentare poco la scuola, perche´sin da piccolo ha dovuto lavorare.  Egli racconta d´aver nutrito  lui stesso una sorta di curdo-fobia e come poi, finalmente sia finita.

“ La mia famiglia era kemalista.  L´ideologia ufficiale aveva cancellato i Kurdi, il PKK e miei genitori  hanno cercato di trasmettermela.  E io, cercavo di evitare i Kurdi.  Non e´ passato molto tempo  e  la mia fobia per i curdi  e´crollata.  Certamente ha a che fare con la crescita, ma la vera ragione sta nelle mie esperienze di vita.  Avevo un amico, vicino di casa che trascorse 4 mesi di detenzione per un procedimento giudiziario contro il PKK.
Un giorno, passeggiavamo insieme e discutavamo di fatti quotidiani.  Impegnati nella nostra conversazione, vedemmo all´improvviso che la polizia ci taglio´ la strada.  Ci riconobbero e mi dissero:

“  Onur, fai quello che vuoi, ma non passeggiare con questi kurdi, sono terroristi.”
Mi lasciarono andare e riempirono di botte il mio amico, solamente perche´era kurdo. Questo fatto  lascio´un segno in me,  e molte domande mi passavano per la  testa, alle quali non sapevo dare una risposta.  Mio fratello era stato in prigione e gli chiesi:

“  Perche´lo Stato se la prende con i Kurdi, cosa vuole da loro?

 

Mi rispose. “ I pensieri del tuo amico  mettono in pericolo l´ideologia ufficiale. “

A quel punto capii, che i Kurdi stavano tra la vita e la morte.  Anche se era poco, grazie a mio fratello mi ero fatto un´idea. Passarono nella mia testa parole come Stato, ideologia ufficiale, socialismo, Kurdi.  I poliziotti, senza volerlo, mi hanno mostrato molto.  Ho discusso con mio padre e mia madre.  I miei tre fratelli erano detenuti.  Lentamente il loro kemalismo crollava, quando discutevamo delle torture dello Stato verso i bambini  e degli arresti di bambini.

Kapar ha continuato a raccontare che aveva deciso di impegnarsi  tra i ragazzi del PKK e poco dopo fu arrestato.Nel corso dell´arresto mi chiesero:

 

 

“  Cosa cerchi con i Kurdi e i terroristi? “  Risposi che il PKK non era solamente un partito kurdo, ma vi erano tra i membri anche dei turchi.
Tre giorni dopo il rilascio  Kapar si uni´ alla guerriglia sui monti.
Rivolgendosi ai giovani in Turchia Kapar disse: “ Il PKK non e´un partito nazionalistico.

Non e´un partito nemico dei Turchi e degli Aleviti.  Il PKK si batte per la liberta´. Io stesso sono alevita e turcomanno di etnia e posso all´interno del PKK esprimere la mia identita´e la mia fede.  Quello che e´veramente il PKK, non lo si puo´apprendere dalle istituzioni statali ufficiali.
Il PKK non e´un partito che si possa  ridurre a quattro parole.  Se volete capire veramente il PKK osservate la loro filosofia di vita.  Cercate il PKK nei fiori che sbocciano all´alba.”

ANF, 23.09.2013