UIKI: Attacco alla libertà di opinione e di stampa

Corta danese nega la licenza di trasmissione ai canali satellitari curdi!

Nell’ultima udienza dello 03.07.2013 presso il tribunale distrettuale di Copenaghen / Danimarca, sono stati ritirati i diritti di licenza a Mesopotamia Broadcasting per i canali MMC, Nuçe TV e ROJ TV. Alla ditta è stata comminata anche una pena pecuniaria di 5 milioni di corone danesi.

Tramite questo provvedimento, la Danimarca ha preso una decisione fino ad ora senza precedenti. È la prima volta nella storia del paese che si arriva a una pena così grave per un organo di stampa.

Il procedimento a Copenaghen contro il canale televisivo curdo ROJ TV è stato aperto il 15 agosto 2011. L’ufficio del pubblico ministero accusa il canale di diffondere „propaganda per un’associazione terroristica“, motivo per il quale comminare una pena pecuniaria e la revoca della licenza.

Com’è emerso all’epoca dal procedimento, l’ufficio del pubblico ministero prima dell’inizio del procedimento si è recato più volte in Turchia per consegnare alle autorità turche un ringraziamento scritto per la buona collaborazione. Gli avvocati dei canali hanno quindi definito questa procedura uno scandalo e chiesto al tribunale di lasciar cadere l’accusa, perché l’ufficio del pubblico ministero si era reso inattendibile. Questa richiesta è stata però respinta dal tribunale.

Tra gli osservatori del processo, oltre a due membri del servizio segreto turco MIT era presente anche un’altra delegazione turca.
Durante l’intero procedimento ci sono state accese discussioni tra l’ufficio del pubblico ministero e la difesa.

Con questi divieti si cerca di zittire la voce delle curde e dei curdi. Nuce TV, MMC e ROJ TV sono però anche la voce di altri gruppi oppressi del vicino e del medio-oriente. Noi come YEK-KOM condanniamo fermamente questo procedimento e lo valutiamo come un attacco diretto alla popolazione curda in Germania.

Mentre la comunità internazionale ha salutato con favore e sostenuto, la lotta per la libertà e la democrazia in Egitto, Libia e in molti altri paesi, si persevera sia nell’ignorare che nel criminalizzare le stesse aspirazioni da parte delle curde e dei curdi. Questa politica guidata da interessi interni ed esteri non deve essere perseguita ulteriormente sulle spalle della popolazione curda che per questo ha pagato un prezzo molto alto.

Per questo chiediamo come segnale in favore dell’attuale processo di dialogo e di pace:

•    L’immediata revoca dei divieti di licenza per tutti i media curdi,
•    La fine della persecuzione delle curde e dei curdi che s’impegnano per la libertà e la pace in Kurdistan,
•    La revoca dei divieti di attività per il movimento curdo per la libertà e la democrazia,
•    L’immediata fine della fornitura di armi all’esercito turco,
•    L’impegno della comunità internazionale per una soluzione politica giusta della questione curda in Turchia e in tutte le parti del Kurdistan – Siria, Iraq e Iran!

Chiediamo inoltre ai responsabili nella politica e nelle amministrazioni di modificare le loro pratiche che hanno effetti negativi sotto molti aspetti. Infatti per sostenere il dialogo di pace iniziato in Turchia tra il governo e il movimento curdo, anche qui vanno dati segnali positivi e compiuti passi coraggiosi.

Chiediamo a tutte le forze democratiche e progressiste di unirsi alle nostre richieste e di rivolgersi alle rispettive autorità competenti per indurle a modificare le loro dannose pratiche.

Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia