Tre in un colpo solo? – La visita di Barzani in Turchia
Nessuno sviluppo in Medio Oriente avviene per caso. In questo senso non è di certo un caso che solo pochi giorni dopo la visita in Turchia del Presidente del Governo Regionale del Kurdistan del Sud, Mesud Barzani, cosiddetto “Roj Peshmerga“ attacchino le forze della resistenza di Shengal (in breve: YBŞ), che partiti satellite vicini al KDP1-nel Kurdistan del nord in occasione del referendum costituzionale del 16 aprile facciano appello per il boicottaggio anziché per il No e che IS in contemporanea con gruppi chiamati “Esercito Siriano Libero“ e alleati con la Turchia attacchino le Forse Democratiche della Siria (FDS) nel Rojava, più precisamente a Minbic.
Chi ha quale interesse in questi sviluppi che si sono verificati dopo la visita di Barzani dal Presidente Recep Tayyip Erdogan il 27 febbraio?
L’amministrazione della regione di Shengal2, abitata in prevalenza da yezidi, dal 2003 fino all’attacco di IS nell’agosto 2014 era per la maggior parte nelle mani del KDP. Dal punto di vista amministrativo e militare nella città di Shengal e nei dintorni era determinante il governo centrale irakeno.
La città di Shengal e gli yezidi, né ai tempi di Saddam, né nella fase nella quale era influente il KDP, ha mai disposto di un meccanismo per amministrarsi e difendersi da sé. Quando nell’anno 2014 IS ha avviato l’assalto a Shengal, i Peshmerga del KDP e i soldati irakeni si sono dati alla fuga e hanno lasciato la popolazione yezida in balia della barbarie di IS. Gli sviluppi successivi sono i crudeli massacri della popolazione civile universalmente noti.
Dopo la liberazione di Shengal gli yezidi per la prima volta nella loro storia hanno trovato le condizioni per costruirsi una propria amministrazione e difesa.
Il KDP, che tra il 2003 e il 2014 non ha avuto problemi ad amministrare la città di Shengal insieme al governo centrale irakeno, dalla liberazione della città, è intento a costruire una pressione continua contro la presenza delle YBŞ a Shengal. Ma le YBŞ sono unità di autodifesa composte dalla popolazione yezida di Shengal. Sono state addestrate dell’Unità di Difesa del Popolo (HPG) e dalla guerriglia femminile YJA-STAR che fanno parte del PKK e che dopo la fuga dei Peshmerga e dell’esercito irakeno hanno salvato gli yezidi da un genocidio. Le minacce e provocazioni del KDP, in corso da molto tempo, ora il 2 marzo sono risultate in seri scontri militari.
Anche se si parla dei “Roj Peshmerga“ legati al KDP, va sottolineato che le provocazioni vengono spinte dal KDP e che tra le file di coloro che attaccano Shengal, ci sono anche Peshmerga del KDP. Gli scontri iniziati il 2 marzo e durati tutto il giorno, sono stati interrotti da colloqui, ma le tensioni continuano. Durante la redazione di questo articolo, i Peshmerga erano di nuovo impegnati nella preparazione di un attacco.
La ragione principale per uno stop dei combattimenti sono senza dubbio le molte reazioni dell’opinione pubblica curda contro il KDP.
L’eco nei media curdi
Dalle ultime provocazioni contro Shengal la stampa curda diffonde all’opinione pubblica le opinioni della società curda. La stampa curda non legata al KDP dichiara unanimemente il KDP responsabile della situazione attuale. Così viene spiegato che l’attacco a Shengal sarebbe stato preparato durante la visita in Turchia di Barzani.
Se si considera che il KDP in passato ha combattuto militarmente insieme all’Iraq, all’Iran e alla Turchia contro il PKK, questa ipotesi è verosimile. Da molti media curdi questa situazione viene commentata con un “nuovo tentativo di un massacro e di un tradimento nei confronti degli yezidi“. Il KDP, che con queste provocazioni probabilmente sperava di costringere le YBŞ a un ritiro dalla regione, di fronte alle reazioni delle aree curde più diverse tra loro e all’inaspettata resistenza, dovrà necessariamente indietreggiare.
Attacchi in contemporanea ai territori controllati dalle FSD
Un altro evento eclatante dopo la visita di Barzani sono gli attacchi condotto in contemporanea alle FDS nel Rojava. Subito dopo la visita, IS, gruppi legati all’ESL e soldati turchi hanno avviato una seria ondata di attacchi contro territori controllati dalle FDS, in particolare contro Minbic. Oltre a controbattere a tutti questi attacchi, sono stati avviati importanti passi diplomatici e politici che hanno tempestivamente fermato un’ulteriore avanzamento della Turchia.
Appelli al boicottaggio del referendum costituzionale
Un ulteriore sviluppo degno di nota dopo la visita di Barzani sono gli appelli per il boicottaggio dei partiti PAK, PDK-Nord e PSK, noti come vicini a Barzani, in Turchia/Kurdistan del nord.
Insieme a un “Si “ al referendum del 16 aprile, la cosa più utile per le ambizioni di governo solitario di Erdogan è il fatto che le persone non vadano alle urne. Se teniamo presente che perfino i sondaggi di istituti vicini all’AKP dichiarano che con una partecipazione al voto di oltre l’85% un “No“ è sicuro, allora un boicottaggio andrà a favore dell’AKP. In questa fase quindi un appello al boicottaggio equivale a un “Si“.
È noto che l’AKP collabora con Barzani in ogni periodo elettorale. Da qui risulta la richiesta dell’AKP al KDP di usare la sua influenza sul voto curdo per fare propaganda per il boicottaggio oltre che per il “Si“.
Ma il fronte del “No“sempre più grande e che comprende le aree più diverse tra loro, anche in questo caso sembra sventare i piani di AKP e KDP.