Topaloğlu: continueró a lavorare per la stampa kurda libera
Il giornalista della DIHA (Agenzia di Notizie Dicle) Sadık Topaloğlu è stato rilasciato venerdì dopo aver trascorso diciassette mesi in carcere nell’ambito del cosiddetto caso KCK (Unione delle Comunità Kurde) che ha colpito i giornalisti della stampa kurda.
Topaloğlu ha criticato il rilascio di soli due giornalisti, lui stesso e la giornalista di ANF Zeynep Kuray, dato il processo di colloqui in corso per la ricerca di una soluzione della questione kurda.
Il giornalista della DIHA ha affermato che il caso KCK ha l’obiettivo di mettere a tacere la stampa kurda, che non si lascerà comunque intimidire dalle operazioni e dagli arresti che colpiscono i suoi dipendenti. “Continueró a lavorare per la stampa kurda, la voce del popolo kurdo la cui presenza è stata negata fino ad ora, la voce degli oppressi, dei lavoratori e delle donne”, ha sottolineato.
Osservando che ventiquattro giornalisti sono ancora dietro le sbarre, Topaloğlu ha affermato che la Turchia detiene il record del maggior numero di giornalisti processati a causa del loro lavoro; inoltre la detenzione in corso di altri colleghi kurdi non rispetta il cosiddetto processo di soluzione: “Il processo in corso dei giornalisti indica l’arretratezza in termini di libertà d’opinione ed espressione in Turchia”.
Topaloğlu ha affermato di essere fiero, insieme agli altri giornalisti sotto processo, del suo lavoro e delle notizie che ha scritto: “Nonostante tutta la repressione affrontata dagli anni Novanta, la stampa kurda non ha mai smesso di scrivere la verità e di raccontare gli omicidi irrisolti, i villaggi evacuati e bruciati. Continuerà a non rimanere in silenzio, nonostante questi arresti”, ha aggiunto.
ANF Istanbul