Sul significato delle alleanze elettorali

Il Comitato Centrale del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) in una presa di posizione ha dichiarato che dal 21 al 24 aprile ha tenuto la sua riunione ordinaria e fatto piani per la fase estiva della lotta di liberazione in Kurdistan. (…) Dalla dichiarazione del PKK si evince anche che in questa riunione sono state discusse le elezioni anticipate del 24 giugno in Turchia. In questo ambito è stato fatto appello a tutte le forze antifasciste, democratiche, perché prendano posizione contro la dittatura fascistoide dell’AKP e MHP e è stato chiaramente sottolineato il significato di alleanze. Con l’improvvisa anticipazione delle elezioni da parte di Erdoğan e Bahçeli è diventato chiaro che l’annuncio di elezioni a novembre era solo una bugia e un inganno. Si sono preparati alle elezioni già da tempo con la loro alleanza e i loro congressi. Dietro probabilmente c’è la speranza di sorprendere l’opposizione impreparata e divisa per poter fare Erdoğan di nuovo Presidente. Con la presentazione dei candidati e le reciproche sfide, ora la fase elettorale è ufficialmente iniziata.

Il candidato di AKP e MHP è Erdoğan. I partiti di opposizione invece hanno ritenuto adeguato presentare nella prima tornata elettorale i loro rispettivi candidati. Questo è indubbiamente giusto, perché in questo modo l’elezione di Erdogan al primo turno può essere impedita. Nel ballottaggio sarà significativo il candidato del CHP. Si dice che anche il candidato dell’HDP Selahattin Demirtaş e la candidata dell’İyi Parti, Meral Akşener, parteciperanno al ballottaggio. Con un buon lavoro preparatorio non è improbabile che resti nel ballottaggio e vinca le elezioni.

Ma guardiamo meglio i candidati del CHP. Dopo discussioni su Abdullah Gül e Abdullatif Şener ora è stato presentato Muharrem İnce del CHP. I responsabili del CHP hanno condotto i necessari colloqui perché in caso di un possibile ballottaggio Muharrem İnce venga votato da tutti i partiti di opposizione? Se non è questo il caso, non sarebbe sbagliato dire che il candidato segreto del CHP è Erdoğan. Perché la “alleanza popolare” – Milli İttifak – formata di recente da socialdemocratici (CHP), nazionalisti (IYI), islamisti (Saadet) e conservatori (DP) probabilmente avrà trovato un accordo al suo interno. Per un successo ora sarebbe necessario il sostegno dell’HDP.

Attualmente nelle elezioni del 24 giugno si presentano le due alleanze citate e l’HDP. L’HDP in fondo è anch’esso un’alleanza delle forze antifasciste e democratiche. Diversi partiti, persone singole, sindacati, gruppi della società civile, organizzazioni di donne e di giovani sono parte dell’HDP. Se si considerano AKP-MHP come alleanza apertamente fascista e l’alleanza del CHP come alleanza fascista segreta, l’HDP rappresenta l’unica alleanza democratica. Solo l’HDP può potare alla Turchia una democrazia vera.

Le alleanze nate nell’ambito delle elezioni in fondo rispecchiano il paesaggio dei partiti della Turchia in modo realistico. Non è giusto criticare l’alleanza a quattro del CHP rispetto al fatto che non è stato incluso l’HDP. L’HDP in effetti non può unirsi a questa alleanza, dato che altrimenti perderebbe quello fondamentalmente lo determina. Inoltre l’HDP non ha esigenza di alleanze del genere per superare la soglia elettorale. L’HDP ha superato la soglia elettorale anche nelle due precedenti elezioni e inoltre è riuscito a aumentare la sua quota di voti. Per questo l’HDP può presentare una propria alleanza contro AKP e MHP. Intorno al candidato che poi si presenterà contro Erdoğan al ballottaggio, sarà necessario unirsi. Con questo diventerà chiaro chi è davvero contro Erdogan.

In questo senso il blocco intorno al CHP e l’alleanza intorno all’HDP entrano in campagna elettorale nelle condizioni date dello stato di emergenza. Centrale nella campagna elettorale sarà soprattutto la critica del governo AKP-MHP. Durante le attività nell’ambito della prima tornata elettorale non deve essere dimenticato il ballottaggio. Così le elezioni del 24 giugno poteranno a un evento che non prolunga il periodo di governo della dittatura, ma lo conclude.

Selahattin Erdem sulle elezioni in Turchia