Seyit Evran: Cosa sta succedendo a Afrin?

Ventuno tra battaglioni e brigate in Siria hanno rilasciato una dichiarazione informando su un accordo tra alcuni gruppi armati che attaccano la regione di Afrin con l’obiettivo di indebolire la resistenza curda.

Alcuni dei gruppi citati in questa dichiarazione hanno, a loro volta, rilasciato una dichiarazione in cui negano il loro coinvolgimento nel piano di attacco nella regione curda, sostenendo che dietro la dichiarazione si nasconde il regime Baath.

Scontri nella provincia occidentale di Afrin nel Kurdistan sono scoppiati dopo che alcuni gruppi armati, presumibilmente affiliati al libero esercito siriano, hanno attaccato i villaggi di Ziyaret e Akibe nella città di Şrawa il 25 maggio. Secondo Agenzia notizia di Hawar (ANHA) News Agency, in tre giorni 38 combattenti di gruppi armati sono stati uccisi e decine di altri feriti in scontri con le forze dell’Unione Difesa del Popolare (YPG). Il 28 maggio il conflitto nella regione si è esteso al villaggio di Basila, dove gli scontri continuano insistentemente in alcune zone, come nel villaggio di  Ziyaret. I gruppi armati qui hanno riportato di essere fuggiti in seguito ad una forte resistenza e della risposta da parte delle unità dell’YPG. Secondo la popolazione locale i gruppi armati hanno subito delle grosse perdite negli ultimi due giorni. I combattenti dell’YGP si dice che abbiamo assediato il villaggio di Basila per evitare qualsiasi possibile danno agli abitanti del villaggio.

Si dice che sia il gruppo Liva el Tevhid a essere alla guida dell’attacco contro la regione curda in Siria, presumibilmente sostenuto e accompagnato da alcuni altri gruppi chiamati Liva el Fatih, Devl ül İslamiye e Salahaddin. I militanti del gruppo Live el Tevhid si dice abbiamo sede nella provincia turca di Antep.

In una dichiarazione scritta in risposta alla dichiarazione di 21 tra battaglioni e brigate, l’ufficiale dirigente Ali Bilo del battaglione siriano di Liva Ehrar ha affermato che il suo gruppo non aveva nulla a che fare con la dichiarazione emessa da alcuni ambienti che servono il regime siriano. Bilo ha affermato che il suo battaglione si trova in buoni rapporti con il YPG e con i curdi. “Arabi e curdi hanno delle forti relazioni storiche e non hanno mai vissuto un forte conflitto tra loro. Abbiamo molti combattenti curdi nel nostro battaglione che lottano assieme a noi”, da dichiarato.

Riferendosi al rapimento di circa 700 civili curdi da parte di alcuni gruppi armati mentre si trovavano sulla stradi tra Afrin e Aleppo la scorsa settimana, Bilo ha dichiarato che “il rapimento di civili non è né umano né morale” e ha promesso tutti gli sforzi necessari per consentire il rilascio dei rapiti.

Un altro gruppo, Liva el Furkan ha rilasciato una dichiarazione negando qualsiasi rapporto con gli altri gruppi. Özeyfa Yusuf Cenudi, a nome del gruppo, ha dichiarato che i recenti attacchi contro i curdi in Siria siano volti ad indebolire la resistenza curda creando una situazione di conflitto e che siano fortemente sostenuti dal governo siriano. Cenudi ha dichiarato che la dichiarazione è stata rilasciata da un unico gruppo che intende condurre una guerra politica e psicologica.

Ricordando che le unità del YPG stanno combattendo per difendere la regione curda, Cenudi ha aggiunto che “queste accuse sono state avanzate da coloro che sono provocati da alcune potenze internazionali che hanno intenzione di evitare la rivoluzione siriana”.

Il gruppo Heyani Halit, che in precedenza aveva attaccato i quartieri curdi e mirato i civili ad Afrin, ha risposto anch’esso alla dichiarazione sostenendo che non hanno nulla a che fare con le dichiarazioni precedenti.

La Brigata della Costa dei Falchi, rispondendo in maniera molto determinata alla dichiarazione, ha affermato che si trattava di agenti della regione siriana che hanno attaccato i curdi ad Afrin e nei suoi dintorni. “Noi non siamo nemici ma amici dei curdi. Abbiamo sempre vissuto in pace con loro e continueremo a farlo”, dice la nota affermando che gli attacchi contro Afrin miravano a creare un conflitto tra il popolo siriano. “Color che attaccano i curdi dovrebbero andare a Kuseyr e combattere lì contro gli attacchi del regime, se vogliono difendere il proprio onore. Coloro che intendono versare il sangue dei curdi di Afrin sono agenti del regime che mirano ad indebolire il sistema curdo all’interno della regione curda”, ha aggiunto.