PROGETTO DI TERAPIA CREATIVA: RENGÊN JI BO ROJAVA
PROGETTO
Il progetto di terapia creativa “RENGÊN JI BO ROJAVA” partirà dall’Italia per raggiungere il Rojava e i campi profughi presenti nelle aree circostanti alla Siria, è rivolto a tutti i soggetti colpiti da traumi causati dal conflitto in atto in Siria senza alcun vincolo etnico, religioso o di genere e età.
Vuole fornire gli strumenti necessari per liberarsi dalla gabbia in cui ognuno si rinchiude dopo aver subito un trauma. Uscire dai limiti imposti per riacquistare fiducia in se stessi e nel gruppo raggiungendo un benessere che possa migliorare le relazioni all’interno della comunità. Partendo dalle necessità e urgenze richieste da chi è già attivo sul campo (comunità, associazioni, gruppi ecc.), vogliamo organizzare delle staffette che possano intervenire sul campo dove possibile e utile, avviando percorsi di terapia creativa, incentivando processi di scambio di informazioni e conoscenze, per mantenere i rapporti ad un livello di orizzontalità e parità, senza in alcun modo essere invasivi e destabilizzanti. Nel prossimo periodo lavoreremo insieme a tutte le realtà e soggetti attivi sul campo per permettere al primo gruppo di partire appena possibile.
Questo progetto è solo una parte di quello che vogliamo fare: attraverso i nostri contatti potete sempre rimanere aggiornati su iniziative e attività che organizzeremo in futuro e come procedono i progetti già avviati.
CHI SIAMO
Il progetto “Colori per il Rojava” nasce dal nostro interesse e impegno nel voler dare estrema visibilità e sostegno alla rivoluzione del Rojava, territorio nord siriano al confine con la Turchia, una delle quattro parti in cui è suddiviso il Kurdistan.
Una rivoluzione basata sul confederalismo democratico che ha aperto la strada per una convivenza pacifica di tutte le popolazioni, nel rispetto delle loro lingue, culture e identità. Un progetto aperto alle differenze di altri gruppi e fazioni politiche, flessibile, multi-culturale, anti-monopolistico, ed orientato alla partecipazione.
Come viene specificato nella carta del “Contratto Sociale del Rojava”, la rivoluzione è dei curdi tanto quanto degli arabi, degli yazidi, degli assiri, aramaici, dei turkmeni… Una carta che si rivolge a tutti i popoli, volta a perseguire i principi di uguaglianza, libertà e giustizia, alla ricerca di un equilibrio ecologico per mettere fine allo sfruttamento intensivo delle risorse. Infatti i concetti di ecologia e femminismo sono pilastri centrali del pensiero di Abdullah Ocalan, leader del movimento di liberazione curdo e teorico del confederalismo democratico.
Una rivoluzione sociale che dà voce ai bisogni, rafforzando strutturalmente l’autonomia degli attori sociali, il cui carattere si concretizza oggi nella rivoluzione femminile. Per questo viene riconosciuta come l’alba della libertà delle donne.
Questo esperimento di vita si scontra con chi vuole disegnare il proprio potere sulle cartine, cancellare ogni tratto fuori dalle linee e tingere tutto di un solo colore; per questo pensiamo che i colori possano raccontare al meglio questa rivoluzione, perché ci dimostrano come le diversità, insieme, possano convivere e creare sempre qualcosa di unico.
Attraverso queste tracce di colore vogliamo riscoprire, raccontare e sostenere la loro battaglia e cercare di renderla il più possibile la nostra.
Dietro a questo progetto, c’è una rete di persone che si riconosce nei principi della rivoluzione del Rojava, che ha deciso di mettere a disposizione le proprie capacità e competenze, per sostenere attivamente questo esperimento che giorno dopo giorno in mezzo a tante difficoltà e contraddizioni diventa sempre più concreto. Non vogliamo limitarci alla sola solidarietà ma essere parte attiva di un processo che si pone come terza via tra gli interessi delle potenze locali ed internazionali e il fondamentalismo religioso. Riteniamo di avere molto da imparare da questa esperienza.
INTRODUZIONE
Attraverso il progetto Colori per il Rojava abbiamo organizzato iniziative di informazione e solidarietà, con l’obbiettivo di raccogliere fondi per avviare in Siria (nella regione del Rojava) e nei campi profughi il progetto di arte terapia, rivolto a tutti i soggetti colpiti da traumi psicologici causati dalla guerra e dalle sue conseguenze, utilizzando terapie creative per affrontare e superare il trauma.
CONTESTO
Sono passati quasi 5 anni dall’inizio della guerra civile siriana che conta centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati interni e rifugiati all’estero, una guerra destinata a durare ancora molto a causa della posizione strategica della Siria negli interessi economici, politici e religiosi delle potenze locali e occidentali che non hanno nessuna intenzione di perdere un posto al banchetto di spartizione della regione medio orientale. Come in ogni guerra, a pagare il prezzo più caro sono le popolazioni locali strette nella morsa del conflitto, costrette a vivere eventi traumaticie violenze estreme, eventi che se non portano via la vita delle persone, lasciano evidenti danni psicologici, che a causa della mancanza di risorse e mezzi dedicati al supporto e recupero avranno conseguenze pesantissime sullo sviluppo a lungo termine sia individuale che collettivo. I bambini sono i soggetti più a rischio in questa situazione: non andare a scuola per lu nghi periodi, essere costretti a vivere la separazione dai propri parenti e amici, vedere la morte di essi, sperimentare ogni giorno la tensione della guerra, vivere in zone non sicure e povere; tutto questo ha un impatto devastante sulla salute mentale e fisica dei bambini, conseguenze che colpiscono anche i profughi che decidono di abbandonare le proprie città e paesi alla ricerca di un benessere e di sicurezza: discriminazione quotidiana, lavoro minorile, matrimoni precoci, sfruttamento…
APPROCCIO
Abbiamo identificato l’arte-terapia o terapia creativa, in tutte le sue forme e derivati, come mezzo terapeutico finalizzato al recupero e alla crescita del soggetto nella sfera emotiva affettiva e relazionale. L’arte-terapia è un intervento di sostegno non-verbale che si basa sul presupposto che il processo creativo, “fare arte” produca benessere, migliorando la salute e la qualità della vita.
La danza-terapia in tal caso lavora proprio sulla resilienza, cioè la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici. In ecologia e biologia, la resilienza è la capacità di una materia vivente di auto ripararsi dopo un danno, o quella di una comunità o di un sistema ecologico di ritornare al suo stato iniziale dopo essere stata sottoposta a una “perturbazione”, recuperando le proprie risorse vitali.
Attraverso l’espressione artistica è possibile incrementare la consapevolezza di sé, fronteggiare situazioni di difficoltà, stress ed esperienze traumatiche, migliorando le abilità cognitive. L’attenzione viene posta al processo artistico, senza l’interpretazione del prodotto, poiché è l’atto di produrre un’impronta creativa a rendere terapeutico il percorso verso l’integrazione. Attraverso l’arte-terapia è possibile attivare risorse che tutti possediamo: la capacità di rielaborare il proprio vissuto, dandogli una forma, e trasmetterlo creativamente agli altri, facendo emergere la consapevolezza ed una maggiore conoscenza di sé attraverso la pratica espressiva, l’osservazione ed il confronto.
STRUMENTI
Gli strumenti principali che vogliamo utilizzare sono:
I colori: come strumento espressivo per “portar fuori”.
La musica: scelta in modo accurato dal conduttore in base al lavoro da sviluppare.
Essa, infatti, si pone come tramite per incrementare e ampliare la creatività del soggetto.
Gli stimoli: possono essere oggetti di uso quotidiano (libri, stoffe, utensili etc.) immagini, parole del conduttore. La loro funzione è quella di stimolare l’espressività.
La relazione col conduttore: il conduttore facilita l’espressione della creatività del singolo e del gruppo attraverso l’uso del suo corpo e della voce, partecipando attivamente all’esperienza.
CONTATTI
Mail: coloriperilrojava@gmail.com
Blog: http://www.coloriperilrojava.wordpress.com
Pagina FB: Colori per il Rojava