Preoccupanti sviluppi nella Regione

Le condizioni geo-politiche possono non consentire un intervento simile sulla Turchia, tuttavia se persistono gli imprevedibili riflessi regionali e le politiche incoerenti di Erdogan verso le richieste del popolo curdo, allora qualche tipo di intervento non può essere del tutto depennato.

Improvvisamente il fatto di cui il mondo si sta occupando è il colpo di stato in Egitto. L’Egitto ha sempre avuto un’importanza fondamentale per la regione e per il mondo. Fin dall’inizio della civiltà centrale l’Egitto ha mantenuto un significato caratteristico in relazione al dominio politico globale; attualmente questo impatto sta divenendo sempre più evidente. Una delle prime tappe della “primavera dei popoli” deve ancora assumere una coerenza politica. Il punto in questione è “che tipo di Egitto si costruirà?” Per questo non restano che due risposte: l’Egitto del popolo o l’Egitto dello stato.

Per quasi mezzo secolo i Fratelli Musulmani sono costantemente stati una forza di opposizione in Egitto. Nel corso dello scorso anno però i Fratelli Musulmani sono effettivamente stati al potere. Possiamo ora chiaramente affermare che questo periodo non ha avuto lo sviluppo che dovevano aver  pianificato. C’erano precise incongruenze tra le loro azioni e le loro parole. Sebbene queste incongruenze siano sicuramente un fattore importante in quello che può essere descritto solo come un caduta precoce, altri fattori come una visibile mancanza di una onnicomprensiva inclusività organizzativa non ha aiutato la loro causa.

E ‘ovvio che questo sviluppo avrà effetto sulle regioni con un progetto già volatile. Anche se ci sono poche opzioni possibili su ciò che ora seguirà, il fatto che le potenze occidentali come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Unione Europea abbiano diffuso in maniera umoristica dichiarazioni poco brillanti che possono essere interpretate solo come sostegno aperto al colpo di stato, mostra che l’azione stessa porta le impronte digitali di questi importanti attori regionali.

Come bisogna leggere questi sviluppi e il loro significato per il Medio Oriente in generale?
Gli sviluppi in Egitto influenzeranno sicuramente quello che succede in Siria. E’ noto che i Fratelli Musulmani sono operativi in Siria. Possiamo arrivare alla logica conclusione che il colpo di stato contro i Fratelli Musulmani in Egitto indebolirà l’esistenza dei Fratelli Musulmani in Siria. Tuttavia, possiamo anche supporre e aspettarci che, come meccanismo istintivo di difesa, i Fratelli Musulmani farà tutto il possibile per destabilizzare ulteriormente il paese.

Questo colpo di stato può essere letto anche come un intervento sulla relazione che si sta sviluppando tra l’Egitto e l’Iran. Il possibile sviluppo del suddetto rapporto avrà sicuramente creato problemi a certi poteri internazionali.

Questo colpo di stato porta un altro problema serio alla ribalta, qual è il futuro dell’islam politico in Medio Oriente? Che cosa possono aspettarsi gli altri paesi che desiderano sviluppare l’Islam politico nella regione? È un destino simile sulle carte per questi paesi?

Il primo ministro turco Erdogan ha un forte programma sull’Islam politico, e come Morsi, centralizza sempre più l’autorità politica e concentra il potere decisionale nella sua persona. Le condizioni geo-politiche possono non consentire un intervento simile sulla Turchia, tuttavia se persistono gli imprevedibili riflessi regionali e le politiche incoerenti di Erdogan verso le richieste del popolo curdo, allora qualche tipo di intervento non può essere del tutto depennato.

La pressione crescente da parte di potenze regionali e internazionali contro il movimento per la libertà del Kurdistan non ha in alcun modo portato il movimento ad abbandonare l’insistenza verso una posizione alternativa per quanto riguarda la situazione di stallo nella regione. Questa presa di posizione è alternativa sia al gruppo di interesse guidato dagli USA sia alla tendenza russo-iraniana. L’ultima decisione di ritirare le licenze dei canali televisivi curdi Nuce TV e MMC da parte delle autorità danesi, è una chiara indicazione della pressione imposta. Questo tipo di atteggiamento è stato l’approccio costante da parte dell’Europa contro la questione curda in Turchia; anche in un momento in cui si sta parlando di una soluzione pacifica e democratica, la posizione dell’Europa è antagonistica e inefficace.

Il Medio Oriente si trova in una delicata circostanza; le richieste del popolo di libertà e democrazia sono in lotta diretta contro le esigenze elitarie di potere e di interesse da parte delle lobby regionali e internazionali di soldi, di società e poteri egemonici. Solo una lotta intensa, affettiva ed unitaria dei popoli può riuscire a portare la democrazia e la libertà nella regione.

Accademia delle Scienze Sociali di Abdullah Ocalan