Motivo della fuga il terrorismo di stato

Decine di migliaia in fuga dalla violenza nelle zone curde della Turchia.Sono immagini che ricordano una guerra civile: case in fiamme dopo essere state colpite da granate, carri armati che attraversano zone residenziali, gente in lacrime che sventola bandiere bianche e trasportano feriti nelle strade. Il governo turco inasprisce il conflitto con la popolazione curda nel sudest del paese, senza alcun riguardo per le vittime civili. Solo nei primi due giorni di questa settimana secondo rapporti dell’agenzia stampa Firat oltre una dozzina di persone inermi hanno perso la vita a Silopi, Cizre e Nusaybin. Quante persone siano state uccise nel corso dello stato di assedio in corso da settimane fino ad ora non è stato possibile stabilirlo con certezza.

L’approvvigionamento di generi alimentari, corrente elettrica e acqua non può più essere garantito in molte località, la libertà di movimento è estremamente limitata. Aiuti sanitari vengono bloccati dalle forze di sicurezza. Le estrema brutalità con la quale procedono le unità speciali e i militari ora all’interno zona curde porta a una fuga di massa. I media turchi riferiscono di decine di migliaia di persone che fuggono dalla violenza. Songül Karabulut, componente del Consiglio Esecutivo del Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK), in un colloquio con in centro di informazione »Civaka Azad« da per scontante centinaia di migliaia di profughi.

Con questi presagi, così so Karabulut, le trattative dell’UE con l’autocrate Recep Tayyip Erdogan e il suo AKP sulla questione dei profughi sono particolarmente assurdi: “Mentre l’UE discute con la Turchia su come si possa fermare il flusso di profughi verso l’Europa, nelle zone curde della Turchia c’è una fuga di massa di oltre 200.000 persone. Negli anni ’90 sono stati bruciati e spopolati villaggi. Ora questa stessa strategia di lotta questa volta viene applicata a interi quartieri.”

In mezzo alla situazione da guerra civile che si acuisce, mercoledì il co-presidente del partito curdi di sinistra HDP, Selahattin Demirtas, ha vistato il Ministro degli Esteri russo Sergej Lawrow a Mosca. Entrambe le parti hanno assicurato che il conflitto tra la Russia e il governo di Ankara non deve portare a un rapporto di inimicizia tra le popolazioni dei due paesi: »Il nostro atteggiamento nei confronti del governo turco non verrà estero alla popolazione della Turchia «, ha assicurato Lawrow al rappresentante dell’opposizione curdo.

di Peter Schaber-Junge Welt