Militare Turco: Abbiamo incendiato molte case e molti villaggi
Nel 1997 il conflitto in Kurdistan era al culmine, un soldato che in quel periodo era arruolato nell’esercito turco, 16 anni dopo ha parlato della sua esperienza traumatica. Rimanendo anonimo, T.A. (di 35 anni) a tratti ha trovato difficile esprimere con le parole quello di cui è stato parte e che ha vissuto in prima persona. T.A. ha parlato di molti soldati colpiti ‘accidentalmente’, soldati che hanno messo fine alla propria vita a causa del trauma travolgente dei compiti che era loro stato ordinato di eseguire. Di coloro che sono stati uccisi da fuoco amico perché scambiati per componenti del PKK e anche della sua esperienza di villaggi bruciati fino a raderli al suolo. Queste sono le notizie di Berna Şahin.
Dove si sono svolte le operazioni?
Dipende, andavamo da tutte le parti. A Bingol/Genç, Diyarbakır/Lice-Kulp, tutte le parti della contea di Tunceli, come Ovacık, Pülümür, Nazmiye, Çemişgezek, Kul, sono zone dove andavamo spesso.
Durante queste operazioni, ha mai incendiato villaggi? Ci sono state operazioni di questo genere?
Si. A Tunceli nella provincia di Çiçekli c’è stata un’operazione invernale. Una notte siamo caduti in una trappola e siamo rimasti in mezzo a un fuoco incrociato. 7 dei nostri amici sono stati feriti e uno ha perso la vita. Per assistere i feriti avevamo bisogno di luce. Siamo andati giù verso le case oltre la collina per cercare aiuto. Tuttavia in nessuna delle case si è aperta la porta. C’erano 6-7 case. In quel tempo non sapevamo la storia di quel posto e non capivamo perché la gente non ci aiutava. Eravamo arrabbiati e risentiti. Abbiamo dovuto aspettare l’arrivo dei veicoli blindati. Abbiamo portato i feriti ai veicoli e li abbiamo mandati verso i soccorsi.
Poi cos’è successo?
3-4 giorni dopo questo incidente, il comandante del battaglione ci ha ordinato di andare in questo villaggio di Tunceli nella provincia di Çiçekli per un’operazione di rappresaglia.
Eravamo risentiti e pieni di rabbia e nessuno di noi ha messo in discussione l’ordine. Molti dei nostri amici avevano perso la vita ed eravamo arrabbiati.
Circa 100-150 di noi sono andati al villaggio. Per prima cosa abbiamo incendiato 2 case. Le case sono bruciate. Poi abbiamo iniziato a sparare alle case con armi pesanti. Abbiamo usato Lava, lanciarazzi e mortai e distrutto l’intero villaggio. Io sono entrato in una delle case e ho visto che non c’era nessuno. Ho rovesciato il frigorifero. Ero arrabbiato. Gli abitanti del villaggio in qualche modo avevano scoperto quello che era stato pianificato per questa operazione e avevano lasciato il villaggio. Non era rimasto nessuno nel villaggio. Dopo un po’ di tempo, gli abitanti del villaggio sono ritornati. Abbiamo radunato gli uomini e li abbiamo presi per interrogarli.
Ha mai assistito o saputo di soldati che si sono suicidati o che sono morti accidentalmente?
Si. Nell’operazione Murat 8 ho visto molti soldati morire senza motivo. Quelli che si sono suicidati buttandosi da un dirupo, quelli che sono caduti accidentalmente da una roccia e quelli uccisi accidentalmente. Mentalmente avevamo tutti raggiunto il nostro limite ed era facile commettere errori. Mi ricordo un gruppo di soldati che stavano bevendo acqua da un pozzo e un gruppo di soldati che li ha scambiati per nemici e gli ha sparato. Li ho visto 11 soldati venire uccisi in un colpo solo.
Durante il suo periodo come soldato ha mai visto figli di ministri, deputati o di altri funzionari governativi fare il soldato nel sudest?
No. Durante tutto il servizio come soldato non ho mai visto figli di maggiori, deputati o ministri fare il soldato o morire come soldati. I ragazzi mandati in quella regione vengono dall’Anatolia. Ragazzi che nel cuore hanno un autentico amore per il loro paese. Questi sentimenti puri sono stati usati e manipolati dai media in funzione di programmi sporchi.
Perché da tanta colpa ai media?
Perché i media sono stati usati per anni come uno strumento per manipolare le persone. Attraverso la TV e la stampa in Turchia ci hanno fatto credere che all’est erano tutti terroristi. Se c’era anche un solo colpo di fucile, i media lo usavano per farci credere che tutta Diyarbakır stava insorgendo per colpire l’esercito turco. Così distorcevano i titoli delle notizie per dire qualcosa come; ‘A Diyarbakır negli scontri 3 soldati sono caduti come martiri e 10 componenti del PKK sono stati uccisi.’
Ma leggendo la notizia, si capiva che gli scontri si erano verificati nei pressi di una remota zona rurale vicino al villaggio di Ahmetli che si trova nella provincia di Bismil a Diyarbakır. Quindi in effetti non aveva niente a che vedere con Diyarbakır, Bingöl o Tunceli, ma con una remota zona rurale.
I media per anni hanno disinformato di proposito la gente e accecato quelli che erano all’ovest. La gente nell’ovest ha maturato risentimento e vedeva i curdi come nemici. Le persone venivano formate da quello che leggevano. Nessuno si chiedeva se fosse vero o meno. Per questo credo che anche i media siano responsabili per le molte persone che sono morte in questo conflitto. Tuttavia i media non davano affatto conto della psicologia e delle difficoltà che i soldati affrontavano all’est. Agivamo in modo meccanico con la mentalità dell’ ‘onore della patria’, questo è tutto. Nessuno era consapevole della realtà.
Sta dicendo che sarebbe stato possibile prevenire queste morti? Se è così, perché pensa che non sia successo?
Nella Turchia occidentale, il sergente speciale più giovane che ci addestrava guadagnava 425 Lire turche. Mentre nel sudest ogni sergente speciale che prendeva parte nelle operazioni ne guadagnava 1.275. Quindi tre volte tanto. Per questo c’era qualcuno che non voleva togliere quelle regioni dalle zone LED. Alcune delle operazioni sono state fatte senza alcuna ragione. Quindi si, ‘loro’ avrebbero potuto prevenire il conflitto se avessero voluto. Ma alcuni volevano che continuasse. Alcuni volevano che morissero i soldati e che morissero i curdi. In caso contrario questo conflitto si sarebbe potuto risolvere molti anni fa.
Dopo aver lasciato l’esercito, per quanto tempo sono durati il suo odio e il suo risentimento?
Provi ad immaginare. Sta casa cenando con sua moglie e i suoi figli. Di punto in bianco viene scardinata la porta e entrano 3-5 soldati delle unità speciali. Le chiedono di alzarsi. Le sputano in faccia e iniziano a picchiarla davanti a sua moglie e ai suoi figli. Con che tipo di immagine dei soldati cresceranno questi bambini? Questi bambini ora sono cresciuti. Nutrono rabbia nei confronti dell’esercito. Non possiamo fargliene una colpa e non possiamo aspettarci niente di diverso. Io ho visto e sono stato testimone in prima persona dei torti e delle oppressioni. Per questo capisco i loro risentimenti. Anche la gente dell’ovest è oppressa, ma non nello stesso modo. La gente nel sudest ha vissuto l’oppressione in modo diretto ogni singolo giorno. C’è una discrepanza talmente enorme tra come viene trattata la gente nell’ovest e nell’est. Questo è il motivo per il quale la Turchia rischia una guerra civile.