Lo studio legale Asrın: richiesta di iniziativa urgente all’ONU per Abdullah Öcalan

Gli avvocati del leader del PKK incarcerato Abdullah Öcalan hanno lanciato un appello al Relatore speciale delle Nazioni Unite per un’iniziativa urgente per le gravi preoccupazioni sullo stato del loro assistito di cui non hanno notizie da 10 mesi.

Gli avvocati dell’Ufficio legale Asrın hanno presentato il 3 febbraio una richiesta di una iniziativa urgente” al Relatore speciale delle Nazioni Unite (ONU) sulla tortura per i loro assistiti, il leader del PKK Abdullah Öcalan e Ömer Hayri Konar, Hamili Yıldırım e Veysi Aktaş, detenuti nel carcere di massima sicurezza di tipo F di Imrali.

Nella richiesta, gli avvocati hanno dichiarato di non aver avuto notizie da parte dei loro assistiti dal 25 marzo e hanno elencato le richieste che hanno presentato durante questa fase, chiedendo di essere informati.

Nella richiesta gli avvocati hanno incluso anche i rapporti preparati dal CPT a seguito delle sue precedenti visite a Imrali, e le precedenti decisioni del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite in merito alla situazione.

Nel proseguimento del ricorsi gli avvocati hanno anche evidenziato che gli articoli 7°e 10° della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti civili, che regolano il divieto di tortura e maltrattamenti, sono stati violati e hanno chiesto che “una iniziativa urgente” venga adottata al Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura.

Denuncia al Consiglio dei giudici e richiesta al CPT

Il 24 dicembre, gli avvocati hanno presentato una denuncia al Consiglio dei giudici e dei pubblici ministeri (HSK) contro i giudici e i pubblici ministeri che hanno lasciato le loro domande senza una risposta, con la motivazione che “hanno illegittimamente ostacolato l’esercizio dei loro diritti abusando del loro ufficio”.

Recentemente lo studio legale di Asrın ha presentato una richiesta al Comitato europeo per la prevenzione della tortura (CPT) e ha richiamato l’attenzione sul fatto che dal 25 marzo non è stato possibile ricevere alcuna notizia dall’isola di Imrali. Definendo quanto accaduto a Imrali come “torture e maltrattamenti”, gli avvocati hanno chiesto la fine di queste pratiche e una visita immediata al carcere di Imrali.