Lo Stato turco brucia abitazioni nel villaggio di Talatê di Nusaybin

Secondo un abitante di un villaggio a Nusaybin, le forze dello Stato turco hanno dichiarato un coprifuoco nei villaggi di Talatê (Doğanlı) e Cibilgirav (Kuyular) a 7 km dal villaggio di Xerabê Bava e sono entrate nel villaggio di Talatê con le ruspe.

L’uomo afferma che prima le case sono state distrutte con le ruspe e poi date alle fiamme. Viene riferito che finora sono state demolite due case e che la demolizione sta iniziando nelle case nei pressi del cimitero del villaggio.

L’uomo riferisce che le persone non riescono nemmeno ad affacciarsi alle finestre e che la ricezione telefonica è molto scarsa.

Viene riferito che gli abitanti del villaggio Necat Yıldız, Şahap Yalçın, Abdurrahman Öker e Mecit Gündüz sono stati fermati.

Il DBP sollecita le organizzazioni internazionali ad agire con urgenza per Xerabê Bava
La vice co-presidente del DBP Şimşek ha sollecitato le organizzazioni internazionali per I diritti umani a compiere azioni urgenti per Xerabê Bava.

I componenti del Comitato Esecutivo del Partito Democratico delle Regioni (DBP) hanno tenuto una conferenza stampa nella sede del partito ad Amed sul blocco e assedio in atto e sul “coprifuoco” dichiarato nei villaggi del distretto di Mardin di Nusaybin. All’incontro hanno partecipato anche la vice co-presidente DBP Gülcihan Şimşek il vice co-presidente del DBP Mehmet Arslan, del presidio per il villaggio di Xerabê Bava (Kuruköy) di Nusaybin bloccato sotto assedio da giorni.

Şimşek ha detto che non sono riusciti a contattare in alcun modo il governatorato di Mardin e il governatorato del distretto di Nusaybin. Şimşek ha aggiunto che al loro comitato è stato impedito di entrare nel villaggio perché “l’operazione è ancora in corso”, e che non c’è comunicazione con il villaggio dove si stanno verificando gravi violazioni dei diritti umani.

“BISOGNO URGENTE DI INTERVENTI”
Şimşek ha detto che le pratiche della legge marziale nella regione continuano dagli anni ’90 e ha proseguito dicendo:

“Oltre 4mila villaggi sono stati bruciati ed evacuati. Xerabê Bava è solo uno di questi villaggi che sono stati evacuati e in seguito ricostruiti. Gli eventi attuali sono il risultato delle politiche della sicurezza. La tortura e la crudeltà sofferte dagli abitanti del villaggio sono inaccettabili. Le dichiarazioni sul fatto che viene data risposta ai bisogni degli abitanti di Xerabê Bava non corrisponde a verità. Nonostante tutto questo, l’ingresso al villaggio è impedito. Sappiamo che questi eventi, quello che subiscono i curdi e la questione curda non verranno risolti con queste politiche che sono state messe in atto negli ultimi 40 anni.

Sono state acquisite delle foto che mostrano l’entità degli eventi. C’è bisogno urgente di interventi nel villaggio di Xerabê Bava. Mentre questi eventi a Xerabê Bava continuano, blocchi e assedio sono iniziati in altri due villaggi. Funzionari governativi e statali devono pronunciarsi su questi eventi.”

Şimşek ha fatto appello alle istituzioni internazionali per i diritti umani perché difendano il villaggio di Xerabê Bava e hanno chiesto al governo e allo Stato di rispettare la Convenzione sui Diritti Umani.

La vice co-presidente del DBP Gülcihan Şimşek ha affermato che il presidio continuerà fino a quando il blocco e l’assedio finiranno e ha aggiunto: “Non sappiamo che forze ci sono lì dentro. Noi sappiamo quello che è successo a Nusaybin, e ora la distruzione a Nusaybin continua a Xerabê Bava. Le donne vengono costretta a cucinare per queste forze. La nostra lotta continuerà.”