L’ISIS decapita tre guerrigliere curde: una storia inventata per evidenziare barbarie?

La notizia delle tre guerrigliere curde decapitate sulla quale hanno aperto agenzie, giornali e tg italiani ieri (ne parla anche Gad Lerner nel suo blog) non è stata confermata da nessuna agenzia stampa curda né turca ed è probabilmente falsa.

L’Osservatorio Siriano dei Diritti Umani ha infatti parlato di nove guerriglieri uccisi di cui tre donne appartenenti alle forze di difesa del popolo curdo YPG/YPJ ma in nessun modo si parla di decapitazione.

Secondo l’agenzia stampa turca DİHA (Dicle News Agency) i corpi di tre guerrigliere dell’YPG/YPJ (Unità di Protezione Popolare), che hanno perso la vita durante i combattimenti contro l’ISIS a Kobanê, sono stati rimpatriati ieri nella città da cui provenivano le guerrigliere, ovvero Amed (Diyarbakır).

Si tratta di Sertip Çelik (Berxwedan Amed), Aydın İbrahimoğlu (Çekdar Amed) e Jiyan Zengeralp (Zin Gülbahar). I loro corpi sono stati trasportati da Kobane, luogo dello scontro con i jihadisti di ISIS, a Diyarbakir ed accolte dalla folla. Se fossero state davvero decapitate le agenzie curde o turche certamente lo avrebbero scritto. L’agenzia stampa curda ANF (Firat News Agency) conferma questa versione : nessuna decapitazione.

I corpi delle tre guerrigliere morte durante i combattimenti sono giunti intatti e sono stati esaminati dai medici legali presso l’Istituto di Medicina Forense di Urfa dopo aver attraversato il confine turco-siriano presso il valico di Mürşitpınar. In seguito, con un lungo convoglio spontaneo creatosi nelle strade di Urfa, sono state sepolte nel cimitero Yeniköy a Diyarbakir e nei cimiteri dei villaggi Cankatran e Mezrik (da dove provenivano le altre due guerrigliere).

Ma perchè agenzie stampa, giornali e televisioni italiane hanno riportato la notizia delle decapitazione senza controllare le fonti? In realtà la notizia è partita da un dispaccio dell’Associated Press anche se il cronista che ha riportato l’uccisione dei nove guerriglieri curdi ha affermato di non poter verificare direttamente le foto circolate in rete di donne decapitate in prossimità di Jarablous, in territorio conquistato dall’ISIS. Una storia inventata dai media italiani per evidenziare la barbarie ISIS? Giusto evidenziare la barbarie ma giusto anche rispettare la verità dei fatti, uno dei sani principi del giornalismo.

Intanto il Coordinamento Nazionale Solidarietà del Kurdistan (CNSK) ha lanciato un appello al presidente francese François Hollande affinché la coalizione anti-ISIS mandi aiuti umanitari, logistici e militari alle forze curde che nel cantone di Kobanê, nel Nord della Siria, resistono da settimane all’assedio dei jihadisti dell’ISIS.

di Marco Cesario