La Turchia non è un paese sicuro

Nel quadro della fase di destabilizzazione dell’intera regione mediorientale,grande importanza acquistano le decisioni che si stanno prendendo nelle sedi europee e che riguardano i profughi.Commissione europea e Consiglio d’Europa intendono di fatto negare o comunque limitare la libertà di circolazione delle persone realizzando centri di detenzione al di fuori dei confini dell’Ue chiamati Hot Spot.Si tratta di un percorso di esternalizzazione delle frontiere che prevede l’ampliamento della lista dei paesi ritenuti “sicuri”in cui,secondo i governi europei,i diritti dei profughi sarebbero garantiti.

L’11 e 12 novembre prossimi a La Valletta (Malta) si svolgerà un incontro al vertice fra governanti dei paesi europei e dei “paesi terzi”.In tali date potrebbero essere inserite in questa lista anche paesi totalmente privi di tali requisiti, fra questi la Turchia.

Come Rete Kurdistan Italia condanniamo totalmente tale proposta e ci opporremo in ogni modo per impedire che l’Unione Europea finanzi e promuova la realizzazione dei centri di detenzione,in particolare in Turchia,e negli altri paesi cui non esiste alcuna garanzia del rispetto della salvaguardia della vita delle persone in fuga.

Si tratta di regimi che già opprimono i propri cittadini e non possono essere anche economicamente e politicamente sostenuti per opprimerne altri.

Assemblea nazionale Rete Kurdistan italia -17 e 18 ottobre 2015 Modena