La Turchia conduce pesanti attacchi aerei sulle milizie dando man forte agli jihadisti

Durante attacchi degli aerei da combattimento turchi su postazioni delle milizie curdo-siriane su località da loro controllate e che difendono dalla milizia terroristica »Stato Islamico« (IS) nella notte tra mercoledì e giovedì hanno perso la vita almeno 14 persone. Ankara indirizza i suoi attacchi contro quelle forze che sono tra i più acerrimi nemici degli jihadisti.

L’agenzia stampa statale Anadolu giovedì ha comunicato che l’obiettivo degli attacchi erano le postazioni delle Unità di Difesa del Popolo curde (YPG), la milizia del Partito Di Unione Democratica curdo-siriano (PYD), nella zona di Maarata Umm Hush a nord della città di Aleppo. Negli attacchi sarebbero stati uccisi fino 200 »terroristi«.

L‘ »Osservatorio Siriano per i Diritti Umani« che lavora da Londra ed è vicino ai ribelli siriani ha messo in dubbio queste cifre. Secondo quanto a sua conoscenza avrebbero perso la vita almeno undici combattenti delle Forze Siriane Democratiche (FDS), un’alleanza militare guidata alle delle YPG. L’agenzia stampa Firat vicina al movimento curdo finora ha parlato di 14 vittime confermate. Tra loro ci sarebbero quattro civili e dieci combattenti.

Ankara accusa PYD e YPG e i suoi battaglioni di donne YPJ di avere legami con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan PKK vietato in Turchia. Il governo turco dalla disdetta del processo di pace con il PKK da parte del Presidente Recep Tayyip Erdogan nel luglio 2015 conduce una guerra spiegata contro la popolazione curda e le sue organizzazioni politiche. Ankara teme che successi militari e conquiste di territorio delle milizie curde in Siria potrebbero dare nuovo slancio alle richieste di autodeterminazione e autonomia regionale da parte dei curdi.

Il Consiglio di Autogoverno della Federazione autonoma del nord della Siria-Rojava, composto da territori amministrati dal PYD e da suoi alleati nel nord della Siria, ha duramente condannato gli attacchi turchi. »Con le sue azioni lo Stato turco mostra a tutto il mondo ancora una volta che il suo obiettivo non è quello di combattere IS. Mira piuttosto a quelle forze che combattono contro IS«, così il direttivo in una dichiarazione citata giovedì da Firat. »Facciamo appello al nostro popolo per una rivolta contro l’invasione da parte dello Stato turco che va contro il futuro del nostro popolo e del nostro Paese «, recita inoltre la dichiarazione.

Con i suoi attacchi contro le YPG, la Turchia attacca quelle milizie che fino ad ora nella regione hanno combattuto in modo più duro contro IS – come già gli stessi USA hanno dovuto ammettere. Ankara che con i suoi interventi combatte sia IS sia le YPG »terroristiche«. Ma critici accusano l’amministrazione Erdogan di aver sostenuto negli anni passati in modo massiccio gli jihadisti con forniture di armi e aiuti finanziari. Anche gli attacchi aerei sarebbero rivolti in primo luogo contro i curdi. L’indignazione internazionale intanto è contenuta: mentre USA e UE accusano le forze armate siriane e gli alleati russi per via dei loro attacchi contro le zone controllate dai ribelli, sulla guerra sporca di Ankara per lo più si tace elegantemente.

di Michael Streitberg