La solidarietà del Molise per il Kurdistan e la pace: verso la condanna del genocidio

A 19 anni dalla deportazione di Abdullah Ocalan in Turchia, la questione curda è ancora irrisolta, come ha evidenziato il presidente del Consiglio comunale di Campobasso Michele Durante

“A diciannove anni dalla deportazione di Abdullah Ocalan dal Kenya alla Turchia nel carcere dell’isola di Imrali, la questione curda è ancora in attesa di una soluzione. Vogliamo ribadire il sentimento di amicizia e solidarietà verso il popolo curdo, senza mai abbassare i riflettori sulla questione umanitaria ed alimentare. Uno slancio globale per costruire un mondo più libero, giusto e basato sulla parità di diritti”.

Lo ha detto il presidente del Consiglio comunale di Campobasso, Michele Durante, in occasione dell’appuntamento ‘Il Molise per il Kurdistan e per la pace’, ricordando che nella lista ‘Lab’ alle elezioni comunali del 2014, insieme a lui era candidato il presidente dell’associazione Primo Marzo, Hikmet Aslan, che ha organizzato l’evento in collaborazione con ‘Il Bene Comune’, con il patrocinio del Comune di Campobasso e la partecipazione attiva delle amministrazioni comunali di Castelbottaccio e Castel del Giudice, le quali hanno conferito la cittadinanza onoraria ad Ocalan.

Il 24 maggio a Bruxelles, davanti alle istituzioni europee, sarà pronunciata la sentenza di condanna per il genocidio e le persecuzioni imperterrite del regime di Erdogan verso il popolo crudo, rappresentato nel parlamento turco dal partito Hdp, che il 24 giugno sarà presente alle elezioni e ospiterà una delegazione di giornalisti e giuristi che vigilerà sulla regolarità del voto.

Il popolo curdo, forgiato dalla lotta di Resistenza per i propri diritti, ha come sindaci delle città uomini e donne equamente suddivisi così come le donne militari che formano l’esercito delle Jpg per la democrazia, e la pace, le stesse che chiede il popolo di Azara (Afghanistan) la cui Valle di Bamian (nota anche come Valle dei Buddha per le sculture incastonate nella montagna) è stata devastata dai Talebani nel marzo 2001, pochi mesi prima che il terrorismo sconvolgesse in maniera così dirompente le loro vite.
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