La lotta del popolo curdo impedisce la politica colonialista

In un messaggio diretto al Festival Internazionale della Cultura Curda tenutosi ieri a Colonia, Cemil Bayik, co-presidente dell’Unione delle Comunità del Kurdistan (KCK), ha accusato i coloni turchi, arabi e iraniani di cercare di distruggere il popolo curdo e di eliminarlo dalla storia.

“Vogliono distruggere tutto ciò che rappresenta i curdi e il Kurdistan. Per raggiungere questo obiettivo stanno utilizzando contemporaneamente strumenti di assimilazione, genocidio fisico, criminalizzazione, esilio e genocidio culturale”, ha affermato il dirigente.

Bayik ha aggiunto che attualmente “stanno incendiando la natura del Kurdistan e i curdi vengono bruciati in questo fuoco. Le nostre città sono distrutte. Il nostro popolo è sottomesso alla migrazione forzata e sbattuto in prigione. La nostra lingua, cultura e arte sono proibite. Tutto questo con il solo obiettivo di distruggere tutto quello che esiste sui curdi”.

Anche il comandante del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) ha affermato che la lotta diretta da Abdullah Öcalan, la guerriglia, il PKK e il popolo curdo, sono “storiche” perché combattono le “politiche del genocidio”.

“Con questa lotta impediamo la realizzazione della politica colonialista del genocidio. Pertanto, porgo il mio rispetto e mando i miei saluti e ringraziamenti alla nostra gente in Europa, per i loro sforzi. Il nostro popolo in Europa sta portando avanti una seria lotta politica contro le potenze coloniali, proteggendo i valori del Kurdistan e, in particolar modo, il nostro leader”

Bayik ha inoltre affermato che la missione degli artisti è quella di proteggere e migliorare la cultura curda contro la modernità capitalista.