La KCK condanna attacchi contro civili

La co-presidenza del Consiglio Esecutivo della KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan) ha rilasciato una dichiarazione scritta sull’esplosione che si è verificata vicino al governatorato di Beyoğlu e alla polizia antisommossa di fronte al governatorato a Istanbul sabato. Citando media turchi e dichiarazioni ufficiali, la KCK ha fatto notare che uno degli attentatori e altre 4 persone sono morte durante l’attacco e che l’identità e l’appartenenza dell’attentatore erano al momento sconosciuti.

La KCK ha enfatizzato che è contraria agli attacchi contro civili e condannato attacchi eseguiti in questo modo. La co-presidenza ha presentato le sue condoglianze e auguri alle famiglie dei civili massacrati a Istanbul.

L’Unione delle Comunità del Kurdistan ha affermato che ha insistito per una soluzione democratica e politica della questione curda sin da quando è iniziata la sua lotta di guerriglia nel 1984, notando che il governo dell’AKP ha sabotato la soluzione democratica della questione curda e ha cercato di schiacciare il Movimento di Liberazione Curdo.

La KCK ha ricordato che la resistenza del popolo curdo per l’autogoverno è nata come una risposta alla guerra sporca in corso in Kurdistan e il rifiuto dell’AKP di risolvere la questione attraverso politiche democratiche. La co-presidenza ha evidenziato la decisione del Presidente turco Tayyip Erdoğan di rifiutare la dichiarazione di pace fatta da funzionari dello Stato e dell’HDP il 28 febbraio 2015 e l’appello del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan per una soluzione pacifica e di isolare pesantemente dal 15 aprile 2015 Öcalan che viene considerato l’attore politico più ragionevole nella soluzione della questione curda. La dichiarazione ha anche ricordato l’annullamento delle elezioni del 7 giugno da parte dell’AKP e il lancio di una guerra a tutto campo contro il popolo curdo il 24 luglio che è costata la vita a centinaia di persone, tra cui soldati, poliziotti e guerriglieri del PKK.

Nella sua dichiarazione la KCK ha enfatizzato che non preferisce la guerra alla pace e descritto il massacro di civili come un crimine al quale la KCK è fermamente contraria. La co-presidenza ha ricordato il suo impegno a rispettare la Convenzione di Ginevra sulla guerra e affermato che i guerriglieri della lotta di liberazione curda continueranno ad agire nel rispetto di questa Convenzione. La KCK ha detto che diversamente dallo Stato turco che continua a commettere gravi crimini di guerra, presterà la massima attenzione per prevenire danni ai civili durante la guerra in corso.

DOBBIAMO OPPORCI A MASSACRI DI CIVILI, CHIUNQUE LI COMMETTA
La KCK ha chiesto a tutti di condannare e bandire massacri di civili, chiunque li commetta e condannato i politici e gli organi di stampa turchi per il loro approccio selettivo che ignora il massacro da parte delle forze turche di centinaia di civili, tra cui bambini, donne e persone anziane. La co-presidenza ha descritto il silenzio sui massacri di centinaia di civili da parte delle forze turche come immoralità politica e chiesto a tutti di prendere posizione contro i massacri di civili. La KCK ha fatto notare che l’assassinio di civili non deve essere normalizzato e invitato le potenze internazionali a smettere di usare doppi standard e a protestare contri massacri di civili, a prescindere da chi li commette.

La co-presidenza ha ricordato che il Newroz attualmente celebrato in Kurdistan e nel Medio Oriente rappresenta la resistenza del popolo contro la crudeltà. La KCK ha invitato le forze politiche in Turchia a compiere un passo per la soluzione della questione curda e la democratizzazione della Turchia e di annunciare l’inizio di una tregua, la fine dell’isolamento del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan e aprire uno spazio per negoziati sulla soluzione della questione curda lungo un percorso democratico. Infine la KCK ha affermato che la soluzione democratica della questione curda nello spirito del Newroz porterà la solidarietà della popolazione e una vita libera e democratica in Turchia e nel Medio Oriente.