La Guernica della Siria sarà Raqqa

L’artista Mihemed Hesen originario di Raqqa descrive quello che rappresenterà il prossimo quadro che dipingerà dopo la liberazione di Raqqa- L’artista liberato dalla prigionia dello Stato Islamico Mihemed Hesen descrive IS come una peste che succhia il sangue dell’umanità. Hesen spiega: ” Quando dipingerò un prossimo quadro, lo chiamerò Peste. Come Picasso un tempo con il suo quadro Guernica ha raccontato la guerra che infuriava n Spagna, descriverò Raqqa con un quadro simile. La Guernica della Siria sarà Raqqa“.

Nell’ambito della “grande guerra” per la città di Raqqa IS subisce pesanti contraccolpi. Mentre le Forze Democratiche Siriane (SDF) continuano ad agire con successo nelle avanzate contro IS, contemporaneamente nelle zone conquistate centinaia di persone vengono liberate dalla prigionia di IS.

Le prime parole dell’artista 31enne liberato da una prigionia durata ormai cinque anni, Mihemed Hesen, sono: ” Come Picasso un tempo con il suo quadro Guernica ha raccontato la guerra che infuriava n Spagna, descriverò Raqqa con un quadro simile.”

Dalle statue ai quadri

Mentre entravamo nelle parti Raqqa liberate dalle SDF, continuavamo a notare quadri che erano stati imbrattati di pittura o sfregiati con il simbolo di IS. Questo ha attirato la nostra attenzione e ci siamo messi alla ricerca degli artisti ai quali appartenevano i quadri. Così abbiamo conosciuto Mihemed Hesen. Hesen viveva principalmente nella regione tra Heil Hewa e Sebehîye. La maggior parte delle persone di Sebehîye conoscono Hesen, perché molti dei quadri che avevano in casa erano stati dipinti da Hesen. Abbiamo trovato Hesen, che per molto tempo era scomparso, nei pressi di un pascolo dove faceva brucare le sue capre. Hesen, vestito di un „jelab“ grigio (uno degli abiti preferiti dagli arabi che copre tutto il corpo) e con un bastone in mano.

Voleva parlare con noi in un altro posto, più sicuro, perché Stato Islamico ha riempito di mine l’intera regione. Ci ha portati in un luogo di lavoro a Sebehîye, sulle cui pareti erano ancora appesi i suoi quadri. Lì ci ha raccontato che a nove anni ha iniziato a dipingere quadri. A 16 anni era un artista affermato. Più tardi ha lavorato a Beirut come scultore. Ma dopo il suo ritorno in Siria si è dedicato nuovamente ai quadri.

Dipingere quadri era vietato

Dopo l’inizio della guerra in Siria e la presa del controllo su Raqqa da parte di IS, Hesen è stato continuamente minacciato. Hesen ci racconta: „Dicevano che questi quadri dal punto di vista islamico erano deprecabili e che per questo erano vietati. Hanno cercato di compromettermi pubblicamente per via dei miei quadri. Dopo che hanno minacciato di morte persone come me, abbiamo iniziato a fuggire. Iniziai a vivere nascosto. Soggiornavo in luoghi dove non avrebbero potuto trovarmi.“

Quindi, dopo l’avanzata di IS, ha iniziato a vivere con il suo gregge di capre. Hesen racconta anche: “Quando trovavo materiale per dipingere, continuavo a farlo. Tutti i quadri che ho fatto li ho nascosti. Per non far deperire il mio talento, spesso disegnavo sulla terra. Da quando sono in fuga come pastore, ci sono solo io e le mie capre. Vicino a noi non c’era nessuno. Disegnavo con le dita nella terra.“

Stato Islamico: un ritratto della peste

Hesen sottolinea ancora una volta dal suo punto di vista, quale grande dolore IS con la sua crudeltà ha portato ai popoli della Siria: „Quando dipingerò il mio prossimo quadro, lo chiamerò ‚Peste‘. Questa malattia ha colpito molti dei nostri giovani. Per essere sincero, la cura sarà molto impegnativa e difficile. Se dipingerò qualcosa in proposito, allora nascerà un quadro molto sanguinoso. Con i quadri che farò, voglio scacciare la mentalità oscura radicata nei cuori di queste persone,“ così Hesen.

Ha preso di nuovo in mano i pennelli

Tra tutti gli artisti, quello che lo ha influenzato di più è stato Picasso. Hesen ha poi raccontato: “Come Picasso un tempo con il suo quadro Guernica ha raccontato la guerra che infuriava n Spagna, descriverò Raqqa con un quadro simile. La Guernica della Siria sarà Raqqa. Perché in questa città le donne sono state sepolte vive nell’oscurità. Bambini sono stati avvelenati. Ma la cosa più importante è quello che hanno dovuto vivere le donne. Quale dolore hanno dovuto subire, quali crudeltà le hanno colpite e come hanno dovuto conviverci. Come poi hanno combattuto e nuovamente liberato la loro città da IS. Cercherò di raccontare tutte queste cose con i miei pennelli“. Hesen ha aggiunto che per via di IS non vede il centro della città ormai da quasi tre anni. Che dopo la liberazione da IS, ora finalmente ha ripreso in mano i pennelli.