Kurkcu: Il colpo di stato in Turchia era destinato a fallire

Ertugrul Kürkcü, presidente onorario del partito Democratico del popolo: “Credo che nei prossimi giorni vedremo tanti attacchi non più solo contro i gulenisti ma anche contro i secolari, i liberali, i democratici“A parlare, i capelli grigi, il sorriso aperto, la camicia a righe troppo stretta sulla pancia rotonda, è Ertugrul Kürkcü, presidente onorario del partito Democratico del popolo, un partito di sinistra a favore dei turchi e delle minoranze, membro del Gruppo socialista europeo.

Aveva 18 anni quando ha assistito al golpe del 1960. E da allora ha vissuto ogni colpo di stato del Paese. Attivista nel movimento del 1968 e poi presidente della federazione giovanile dei rivoluzionari turchi, Kürkcü fece parte di un’operazione destinata a rapire tre operatori Nato da scambaire con la vita di uno dei suoi compagni socialisti condannato a morte dai militari nel golpe del 1971.

La missione falli e Kürkcü fu l’unico attivista a scampare alla morte per essere imprigionato e poi condannato a morte dalla corte marziale. Graziato dall’amnestia del 1974 rimase in carcere per 14 anni fino al 1986.

“Gli organizzatori sono stati scoperti e hanno dovuto anticipare e loro azioni ma non erano pronti. E si è visto. Non c’è stato un messaggio al Paese, un obiettivo chiaro e, soprattutto, è mancata una chiara catena di comando. E adesso stiamo assistendo al contro golpe. Erdogan sta giocando con il golpe sventato e lo sta usando per preparare il terreno per il suo nuovo ruolo di salvatore della Patria. Parla al Paese sulla base di regole religiose non delle leggi internazionali e dei diritti umani. La Turchia sta lentamente diventando uno stato canaglia invece del candidato all’Unione europea che dovrebbe essere.”

“Stiamo entrando in quello che è il periodo più incerto della storia moderna turca. Mi ricorda gli anni Sessanta quando la Turchia cercava di uscire da un periodo di regime militare ma invece subiva un’alternanza di governi di destra e di imposizioni militari che cercavano di tenere a bada le masse islamiste. Anche il colpo del 1963 fallì e fu soppresso in tre giorni. Tante le esecuzioni. Ma adesso? Adesso si parla di nuovo di impiccare la gente? Anche se cambiasse la legge domani Erdogan non potrebbe impiccare i responsabili del golpe fallito perché una legge non può avere valore retroattivo. Ma la realtà è che Erdogan vuole portare la decisione sulla pena di morte in parlamento e minacciare i suoi oppositori. La sinistra non potrebbe mai votare a favore. E lui potrà dire al popolo che noi ostacoliamo la giustizia e non ci opponiamo al golpe”.

Ritiene che il religiosos Fethullah Gulen sia coinvolto nel golpe?

“Probabilmente sì ma certamente non è solo. La base è molto più variegata di quanto non voglia fare credere Erdogan. Ma Erdogan vuole costringere gli Usa a consegnargli Gulen e sta manovrando le masse per dimostrare la sua forza. Gli Stati Uniti sono da tempo in difficoltà con la Turchia, avendo politiche diverse in Siria e in Medio Oriente. Erdogan teme che gli Usa siano dietro i suoi oppositori.”

E l’Europa?
“Non è che i rapporti con l’Europa siano migliori: il suo governo è stato criticato più volte per la violazione dei diritti umani. E’ vero che l’Unione europea si è congratulata con Erdogan per la soppressione del golpe ma adesso si trova davanti a Erdogan che tenta il contro golpe. Credo che nei prossimi giorni vedremo tanti attacchi non più solo contro i gulenisti ma anche contro i secolari, i liberali, i democratici. Sta già succedendo nelle città in cui Hdp, il mio partito, è al potere. Ogni giorno le donne non velate sono insultate e minacciate. Ci sono intere bande governative che girano nei quartieri attaccando e alzando la tensione.”

Alcuni esponenti politici sostengono che una delle conseguenze positive del fallimento del Golpe è che Erdogan potrebbe riavviare il processo di pace con i curdi, scaricando la colpa degli attacchi di questi ultimi tempi sui gulenisti. Che ne pensa?
“Non vedo segnali che stia iniziando un processo di pace. Il fatto che tra i generali arrestati ci fossero anche coloro che stavano conducendo le operazioni contro i curdi non vuol dire che il governo stia facendo un passo indietro. Le decisioni di chi attaccare non erano prese dai generali ma dal governo che poi inviava i militari stazionati in loco. Forse adesso vedremo un rallentamento delle operazioni per ovvi motivi pratici ma di più non vedo”.

Come cambierà la politica di Erdogan?
Erdogan è una persona imprevedibile e non è facile intuire i suoi piani. Altruimenti come si spiega che abbia abbattuto un aereo russo e che adesso voglia ricucire il rapporto con Putin? Forse adesso ha bisogno della Russia – troppi nemici non sono gestibili – e poi ha bisogno di avere maggiore spazio di manovra in Siria. Senza contare che il settore turistico è collassato e la Turchia ha bisogno dei turisti russi oltre che delle loro importazioni di frutta e vegetali, anche quelle ormai al lumicino.”

Di Federica Bianchi
L’Espresso