KNK: Sul massacro nel Campo Profughi (Şehîd Rustem) della città di Mexmûr – Mahmura

Il Campo Şehîd Rustem Cûdî della città di Mexmûr è stato oggetto di un attacco missilistico il 6 dicembre alle 18:45 ora locale. Secondo una dichiarazione dell’Assemblea del Campo, cinque persone (appartenenti alle locali unità di autodifesa) sono rimaste uccise e tre ferite.

Accogliendo circa 12.000 rifugiati, il Campo dal 1990 è sotto la protezione delle Nazioni Unite (ONU). Le persone che sono entrate non avevano né un posto dove stare né a chi affidarsi per essere protette. Sul fianco delle aride colline della città di Mexmûr, in assenza delle più basilari condizioni per vivere, hanno dovuto tirare su un accampamento. Mettendoci una significativa quantità di lavoro e dedizione, alla fine sono riusciti a trasformare la situazione desertica in un posto verde distinguibile dalle aree circostanti.

I livello di mobilitazione della popolazione li ha messi in grado di trasformare il Campo in un luogo che potevano chiamare casa, nonostante tutte le difficoltà e carenze. Hanno costruito una municipalità, assemblee, comuni, infrastruttura per l’istruzione, e ospedale. In aggiunta al resto delle necessità per vivere, hanno preso misure per la loro salvezza e sicurezza.

Non ci è voluto molto perché il Campo attirasse l’attenzione dello Stato turco che ha colto ogni singola opportunità per prenderlo di mira con l’obiettivo di disperdere e annientare. Fino ad ora tuttavia le autorità turche non hanno raggiunto l’obiettivo che si erano preposte. Sono stati gli abitanti del Campo che hanno messo in piedi una forte resistenza di fronte a questa ondata di attacchi.

Molto recentemente, nell’estate del 2014, il Campo è stato preso di mira dal brutale ISIS (Stato Islamico in Iraq e Siria) per essere annientato. I suoi abitanti, sostenuti dalle HPG (Unità di Difesa del Popolo curde) e YJA-Star (Unione delle Donne Curde Libere), hanno mostrato una storica resistenza contro gli jihadisti ultraconservatori, liquidandoli in breve tempo.

Il Campo mercoledì 6 dicembre è stato oggetto di un attacco missilistico. Questa è la prima volt anche il Campo subisce un attacco aereo del genere, cosa che non dovrebbe essere ritenuta di poco conto. Dopo il referendum sull’indipendenza del 25 settembre nella regione del Kurdistan (KRG), il governo di Baghdad con le sue controparti turche e iraniane si è unito in una nefasta coalizione che ha visto una serie esercitazioni militari eseguite per spaventare la popolazione del Kurdistan.
Come parte di tutto questo, è da molto tempo che il governo di Baghdad ha bloccato lo spazio aereo della regione del Kurdistan, prendendone il pieno controllo. È chiaro che l’autore dell’attacco è pieno di odio per gli abitanti del campo. L’autore ovviamente è lo Stato turco.

Prima di tutto, il governo di Baghdad è responsabile di provvedere alla sicurezza del campo e deve fornire una dichiarazione chiara che spieghi come questo attacco è stato lanciato. Inoltre il Campo Şehîd Rustem Cûdî è sotto la supervisione, amministrazione e sicurezza delle Nazioni Unite. Per questo, queste ultime devono condurre un’inchiesta per scoprire la verità e per prevenire ulteriori minacce, devono prendere misure precauzionali.

Noi come Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK), condanniamo con forza questo attacco e chiediamo al governo di Baghdad, alle Nazioni Unite (ONU) e al Governo Regionale del Kurdistan (KRG) accertare i fatti relative all’aggressione e a prendere le misure necessarie per provvedere alla sicurezza del Campo.

Anni di esperienza hanno provato che dietro questo tipo di feroci attacchi ci sono le potenze occupanti del Kurdistan. Per questo, l’onere della responsabilità di iniziare un’ampia indagine per accettare la verità è del KRG. In questa circostanza critica e sensibile, i nemici del Kurdistan da un lato vogliono lanciare la provocazione tra la nostra gente imponendogli ulteriori sofferenze e aggravando l’attuale crisi e dall’altro alimentare le fiamme della discordia e dell’antagonismo nella popolazione curda.

In questo periodo delicato, il KNK sollecita il popolo del Kurdistan a sollevarsi per la sua patria, a stare in allerta rispetto alle trappole che vengono messe dagli occupanti del Kurdistan, e di stare uniti tra loro per neutralizzare le collusioni dei nostri nemici.

Ancora una volta il KNK denuncia con forza questo brutale attacco e i suoi autori, estendendo le proprie condoglianze ai familiari dei caduti, agli abitanti del Campo Şehîd Rustem Cûdî, e al popolo del Kurdistan e sperando in una pronta guarigione dei feriti.

Consighlio esecutivo del Congresso Nazionale del Kurdisan – KNK