Karayılan: Il Processo è in una fase critica

In una dichiarazione sul pacchetto democratizzazione annunciato dal governo dell’AKP la settimana scorsa, il Comandante del Centro di Difesa del Popolo (HSM) Murat Karayılan ha detto che il processo di soluzione democratica al momento è in una fase critica e potrebbe andare incontro ad ulteriori sfide nel prossimo periodo se il governo non dovesse cambiare il suo atteggiamento e prendere provvedimenti urgenti.

Karayılan ha ricordato che il movimento curdo risponderà al pacchetto con una dichiarazione che verrà annunciata nei prossimi giorni.

Ha evidenziato che sono state le azioni del governo a costringere il movimento curdo a fermare il ritiro dal Kurdistan settentrionale verso il Kurdistan meridionale e richiamato l’attenzione sull’ultima proposta presentata dal leader curdo Abdullah Öcalan per garantire l’avanzamento del processo, che comprendeva la trasformazione del processo di dialogo in negoziati e la creazione di un nuovo schema per i colloqui tra lui e lo stato. Karayılan ha elencato l’impostazione delle tre proposte come segue: coinvolgimento di una delegazione indipendente per monitorare i colloqui, messa in pratica di accordi legislativi e costituzionali per la soluzione della questione curda e miglioramento delle condizioni di carcerazione di Öcalan per un avanzamento del processo. “Il processo potrà fare progressi se il governo compie questi passi urgenti, perché altrimenti si arriverà ad uno stallo totale per il quale il movimento curdo non sarà responsabile” ha aggiunto.

Rispondendo al primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan che ha detto che il “pacchetto democratizzazione” non è stato introdotto come risultato di una trattativa o per rispondere alle richieste di qualcuno, Karayılan ha detto “questo pacchetto non mira al completamento del processo di soluzione, ma al suo fallimento. Ha rivelato la mentalità dei funzionari di governo che palesemente non riconoscono i curdi ed i loro diritti fondamentali. Il primo ministro Erdoğan ha parlato per 45 minuti prima di presentare il pacchetto, ma non ha fatto cenno ai curdi in questo suo lungo discorso. Questa è una mentalità che ormai conosciamo da 90 anni”.

Karayılan ha detto che al momento non hanno intenzione di rompere il cessate il fuoco, aggiungendo che però operazioni militari da parte dello stato turco potrebbero portare alla fine del cessate il fuoco, aggiungendo che l’esercito turco ha lanciato operazioni nella regione curda negli ultimi giorni, creando così il rischio di scontri tra soldati e guerriglieri. “Questo è quello che abbiamo detto sin dall’inizio del processo di cessate il fuoco, che operazioni ci avrebbero costretto a interrompere il cessate il fuoco”, ha detto Karayılan ed ha aggiunto che le forze curde sono pronte per ogni evenienza, tenuto conto della possibilità che lo stato possa interrompere il cessate il fuoco avviato unilateralmente dal movimento curdo,

Parlando con l’ANF del cosiddetto “pacchetto democratizzazione” reso pubblico dal primo ministro turco Recep Tayip Erdoğan il 30 Settembre, il co-presidente del consiglio esecutivo della KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan) Cemil Bayık ha detto che il governo dell’AKP al potere, con un atteggiamento da sabotaggio rispetto al processo che ricerca una soluzione democratica e pacifica della questione curda, ha sprecato la sua ultima possibilità.

Qualsiasi pacchetto che non si rivolga ai curdi è vuoto nella sua essenza ha detto Bayık, evidenziando che il governo dell’AKP si è comportato come se non ci fosse alcun processo avviato dal Movimento di Liberazione Curdo.

Ricordando che il contesto non-conflittuale nel paese è stato raggiunto come risultato dei colloqui di İmralı, Bayık ha aggiunto che; “Nell’ambito del piano di soluzione in tre fasi presentato nei colloqui di İmralı, la parte curda ha fatto la sua parte nella prima e nella seconda fase senza esitazioni, il governo invece non ha fatto alcun passo nell’ambito di questo processo, motivo per il quale il PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) durante il suo 11° congresso ha proposto l’arresto del ritiro e la KCK ha approvato la proposta e messo in pratica la decisione. Il pacchetto democratizzazione ha dimostrato quanto ha avuto ragione il PKK a fermare il ritiro dei guerriglieri”.

Bayık ha sottolineato che il processo potrebbe avanzare solo se venissero compiuti passi reciproci ed ha affermato che il governo deve tenere conto della parte curda se intende dare soluzione alla questione curda. “Il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan deve essere messo in condizioni adeguate per l’avvio del negoziato e in caso contrario questo significherebbe l’interruzione del processo da parte del governo”, ha aggiunto.

Di fatto nelle condizioni date non sta andando avanti alcun processo, ha detto Bayık notando che il Movimento di Liberazione Curdo farà quanto necessario nel caso in cui il governo dovesse mancare nel mettere in pratica le tre proposte fatte da Öcalan per far proseguire il processo.

Bayık ha evidenziato che il pacchetto non ha riconosciuto la volontà dei curdi, né li ha considerati una società primaria tra i fondatori della repubblica in Turchia.

Con riferimento al provvedimento sull’insegnamento in madrelingua nelle scuole private, Bayık ha detto che questo significa trattare la lingua curda come una lingua straniera senza un ruolo vitale e funzionale a causa del divieto di usarla in ambito pubblico.

Bayık ha sottolineato che il pacchetto non serve ad una soluzione della questione curda, ma che al contrario, copre l’attuale stallo e le vecchie politiche di sfruttamento finalizzate al genocidio culturale.

Il componente dell’esecutivo della KCK ha detto che il pacchetto ha chiarito meglio l’atteggiamento dell’AKP nei confronti della questione curda, aggiungendo che “O il governo dimostra la sua volontà di raggiungere una soluzione o i curdi adotteranno un nuovo modo di lottare”.

ANF