Il KCK sollecita il governo a fornire prove a sostegno delle accuse

La presidenza del Consiglio Esecutivo dell’Unione delle Comunità Curde (KCK) ha rilasciato una dichiarazione che risponde con forza a quanto affermato da funzionari dell’AKP e amministratori locali a seguito dell’attacco a Lice in cui una persona è stata uccisa e altre dieci ferrite durante le proteste contro la costruzione di una postazione di guardia militare nel villaggio di Yakacà il 28 giugno.

Evidenziando che le pratiche del governo dell’AKP e le sue politiche repressive nei confronti dei curdi sono servite come blocco del processo democratico di liberazione, il KCK ha osservato che il governo non solo ha usato pallottole contro la popolazione curda, ma ha anche manipolato l’opinione pubblica attraverso dichiarazioni false contro i curdi. Il KCK ha detto che l’obiettivo di queste dichiarazioni manipolatorie era di reprimere reazioni contro la costruzione di postazioni di guarda militari che – ha sottolineato – costituiscono una pratica che confligge con il processo di soluzione, così come e di far apparire illegittime queste reazioni.

Il KCK giudica l’attacco di Lice come manifestazione del fatto che il governo persevera nel suo atteggiamento di sfruttatore. Il KCK ha duramente criticato le dichiarazioni dei funzionari governativi e del governatore di Diyarbakir che ha asserito che il “PKK (Patito dei Lavoratori del Kurdistan) ha provocato queste proteste per via del danno finanziario che ha subito dopo le operazioni contro le sue attività di produzione e commercio di cannabis”.

“Questo è indicativo solo degli sforzi del governo dell’AKP nel trovare pretesti per giustificare tutte le sue pratiche di sfruttamento. Questo tipo di dichiarazioni sono la conseguenza di un’immoralità politica inconcludente. Il traffico di droga che c’è in Turchia come in tutto il resto del mondo, è il risultato della tolleranza e della connivenza dello stato. È noto sia all’opinione pubblica locale che a quella estera che un certo numero di parti dello stato turco ha collaborato con simili lavori sporchi negli ultimi 30 anni di guerra”, ha sottolineato il KCK, evidenziando che lo stato turco intende identificare il movimento curdo con il traffico di droga al fine di coprire il proprio crimine a livello internazionale.

Notando che le dichiarazioni del governatore di Diyarbakir sono parte di questa politica, il KCK ha sollecitato il governo dell’AKP e il governatore a fornire prove a sostegno delle accuse.

Il KCK ha evidenziato che il PKK si finanzia con il lavoro e l’olio di gomito del popolo curdo e che non è mai stato coinvolto nel traffico di droga, né ha tratto profitto e interessi da azioni ingiuste. La lotta del PKK è anche contro questo tipo di profitti illeciti ed i loro centri, ha detto, aggiungendo che il popolo curdo mostrerà la propria giusta reazione contro la campagna di diffamazione lanciata nei suoi confronti.