IHD: 13.396 violazioni dei diritti durante i primi 9 mesi

La sezione dell’Associazione dei diritti umani(IHD) di Diyarbakir ha divulgato il report sulla violazione dei diritti umani nel Kurdistan del nord nei primi 9 mesi del 2014. Secondo il report 13.396 violazioni dei diritti sono state registrate nelle regioni curde nei primi nove mesi dell’anno.

Parlando alla conferenza stampa sul report,il presidente della sezione di Diyarbakir Raci Bilici ha sottolineato che le violazioni dei diritti nelle regioni curde hanno ricominciato ad aumentare nel 2014 a seguito di una notevole diminuzione a cui si è assitito lo scorso anno in linea con i colloqui avviati per la soluzione democratica della questione curda.

Bilici ha ribadito  che il fallimento del governo nell’assumere i provvedimenti attesi durante questi due anni, ha causato la delusione delle aspettative,mentre  il problema è stato approfondito dal suo linguaggio,dall’approccio ,dallo sforzo di avere un monopolio sul processo,evitando di condividere gli sviluppi con l’opinione pubblica,e con il rafforzamento delle attività militari e della costruzione di postazioni militari nella regione curda.

Il mancato miglioramento delle condizioni di Ocalan ha creato la sensazione di essere ingannati

Il presidente della sezione di IHD di Diyarbakir ha osservato che in aggiunta a tutto questo,un ulteriore fallimento del miglioramento delle condizioni del leader del popolo curdo  Abdullah Öcalan ha creato la sensazione di essere ingannati tra la popolazione curda.Bilici ha affermato che la costruzione di postazioni militari,strade di sicurezza e dighe nonchè di villaggi di sostegno al sistema dei guardianio di villaggio sono stati i fattori che hanno avuto un’influenza sull’ambiente di non-conflitto.

Gli incidenti di Kobanê del 6 7 Ottobre

Riferendosi al conflitto che è esploso e che si è diffuso in tutta la Turchia sulla scia delle manifestazioni in solidarietà con la resistenza di Kobanê, Bilici ha dato rilievo all’atteggiamento del governo turco verso la città di Kobanê  dove la gente  è stata lasciata di fronte al rischio di un massacro quando la Turchia non ha condiviso l’apertura di un corridoio umaniotario.

La violenza delle truppe turche e delle forze di polizia

Secondo Bilici ,che ha evidenziato alcuni dettagli dal report,le forze turche hanno fatto ricorso all’uso di forza sproporzionata in 168 manifestazioni pubbliche nei primi nove mesi dell’anno,causando la morte e il ferimento grave di decine di persone in conseguenza dell’utilizzo di armi da fuoco.

Bilici ha ricordato che si è trattato di una conseguenza delle politiche di governo per cui le forze turche utilizzano una forza sproporzionata e commettono una violenza pericolosa per la vita ed eccedono della loro autorità durante gli interventi negli incontri pubblici e le manifestazioni.Ha anche sottolineato che anche la mancata consegna dei responsabili a rendere conto di ulteriori reati ha incoraggiato la violenza contro la popolazione.

La situazione dei detenuti malati

Ricordando il fatto che la situazione dei detenuti malati era uno dei temi basilari riguardanti la questione delle carceri,Bilic ha ricordato che ci sono attualmente 587 detenuti  lasciati a morire nelle carceri turche,di cui 228 in condizioni critiche.Bilic ha anche videnziato che l’isolamento in corso di Abdullah Öcalan nel carcere di Imrali,ed il diniego del permesso degli incontri con i suoi avvocati era in contrasto con la legge,sottolineando che l’isolamento del leader curdo deve essere posto a termine immediatamente al fine di garantire che egli possa giocare il suo ruolo nel processo di pace.

Ha anche fornito dati sul conflitto a cui si è assitito durante le proteste:

Fornendo anche i dati dal conflitto durante le proteste per Kobanê nel mese di ottobre, Bilici ha dichiarato che 42 persone hanno perso la vita,altre 801 sono rimaste ferite,1128 sono state poste in detenzione,inclusi 56 bambini e 221 arrestate,inclusi 34 bambini.Ha osservato che il coprifuoco è stato dichiarato in 3 città e 25 distretti, e che la sanzione amministrativa pecuniaria è stata inflitta a 407 persone a Diyarbakir e Batman.

I dati statistici di alcune delle violazioni dei diritti vissute nella regione curda nei primi nove mesi del 2014 sono;

* 8 morti, 11 feriti dalla polizia e dalla gendarmeria

* 5 morti, 58 feriti dalle guardie di villaggio

* 2 morti, 5 feriti nelle carceri

* 9 morti, 1 ferito in casi di morte sospetta di poliziotti e soldati

* 1282 persone, 155 bambini posti sotto custodia.ù

* 113 persone, 20 bambini arrestati

* 16  indagini sono state avviate contro 534 persone che hanno espresso le loro opinioni.

* 5 casi aperti contro 118 persone che hanno espresso le loro opinioni.

* Pene sono state imposte  a 186 persone che hanno espresso le loro opinioni

* 168 incontri e manifestazioni hanno visto l’intervento dalle forze di sicurezza

* 225 persone sono state maltrattate e ferite a seguito di intervento da parte delle forze di sicurezza

Scontri a fuoco:

*8 agenti di sicurezza sono morti, 8 feriti

*3 militanti armati sono morti

*9 morti, 22 feriti alla frontiera

Morti sospette:

19 uomini, 8 donne, 6 bambini  morti

Violazione del dititto delle donne alla vita:

* Suicidi delle donne: 24 suicidi,4 tentativi

*Donne esposte a violenza domestica:  11 morti, 4 ferite/dalla violenza, 1 vittima di abusi sessuali

*Le donne vittime di violenza, abusi sessuali e stupri nell’ambito pubblico: 7 morti, 2 feriti / dalla violenza, 5 violentata, 8 vittime di abusi sessuali

Violazione del diritto dei bambini alla vita:

* Suicidi di bambini: 7 suicidi, 4 tentativi

* Bambini esposti alla violenza domestica: 4 feriti/dalla violenza, 1 violentato

* I bambini vittime di violenza, abusi sessuali e stupri nell’area pubblica: 3 morti, 2 feriti / dalla violenza, 12 violentati, 3 vittime di abusi sessuali

Violazioni dei diritti nelle carceri:

* 37 casi di deferimento

* 51 casi di violazione del diritto alla salute

* 1 caso di negazione i incontri con la famiglia

* 97 casi di isolamento

* 73 casi di provvedimenti disciplinari

* 66 casi di violazione del diritto alla comunicazione.