I curdi saranno i grandi perdenti in Siria

il Medio Oriente è una regione nella quale possono verificarsi le cose più inimmaginabili. Guardano indietro all’ottobre 2014 torna in mente il periodo in cui un paio di dozzine di combattenti delle Unità di Difesa del Rojava (YPG) combattevano nelle ultime strade libere di Kobanê fino alla morte. Oggi, nel giugno 2017, vediamo le Forze Democratiche della Siria (FDS) con il ruolo guida delle YPG che circondano la capitale di Stato Islamico (IS) e quartiere per quartiere la liberano dai miliziani di IS. Una storia di vendetta come ce ne sono state poche nella storia … Pensiamo all’ultima scena nella quale il mostro cattivo viene sconfitto e le FDS sono il vero eroe. Che un evento così importante potrebbe essere la pietra fondante per un nuovo Medio Oriente appare certo come mai prima.

Gli Stati nella regione che sono inquieti per via di questo corso, in effetti hanno sempre avuto le loro inquietudini. Con gli Stati, Iran, Siria, Turchia e Russia, si parla una forte rete di potere in Medio Oriente. Ma con l’abbattimento dell’aereo siriano da parte degli USA, che in precedenza aveva attaccato postazione delle FDS, la dimensione del conflitto è cambiata. Setacciando i commenti che i media di questi Paesi hanno diffuso nelle ultime settimane, si nota una frase comune. Ed è la seguente: “Quando l’operazione su Raqqa sarà conclusa, gli USA venderanno i curdi. I curdi saranno i più grandi perdenti di questa guerra.”

Senza dubbio i curdi devono ascoltare tutte le voci in Medio Oriente. Perché qui parliamo di una regione nella quale ogni forza che chiude le orecchie nei confronti dell’altra, inevitabilmente vacilla. L’Iran, che pronuncia questo ammonimento, non troverebbe risposta da parte dei curdi se prima di tutto smettesse di impiccare i curdi ai quali non riconosce un singolo diritto collettivo? Il regime Baath, regime, che pur ricoperto di sangue non riconosce il Rojava e ancora cerca di piegare i curdi, non troverebbe risposta al suo ammonimento se abbandonasse questa caparbietà? Non ci sarebbe una situazione del tutto diversa se la Turchia che si trova in guerra con i curdi all’interno del proprio Paese, iniziasse un nuovo processo di soluzione e invece di minacce contro il cantone di Afrîn facesse ammonimenti amichevoli?

Non sappiamo se gli USA interromperanno davvero il loro appoggio ai curdi dopo Raqqa. In questa fase non lo sa ancora nessuno, nemmeno gli USA stessi. Cosa promettono gli Stati che continuamente dichiarano in coro che i curdi perderanno e che non si possono fare alleanze con gli USA? Descriviamo nel modo giusto le ragioni e le conseguenze: dato che le forze regionali non riconoscono i diritti collettivi dei curdi e non sono mai andati incontro ai curdi con progetto comune chiaro e trasparente, oggi i curdi in Siria hanno un’alleanza con gli USA. Quindi non ci sono spostamenti dell’asse delle FDS, ma gli Stati regionali non riescono a stare dietro alla velocità degli sviluppi. Gli avvenimenti di oggi in parte sono una conseguenza delle decisioni che le forze regionali avrebbero dovuto prendere per tempo, ma che ostinatamente non hanno preso. Una conseguenza del fatto che a medio termine si è continuato a investire sul fatto di rimuovere le conquiste dei curdi. Quindi una politica del Medio Oriente priva di principi.

Oggi le forze regionali guidate dalla Russia hanno di fronte due opzioni:

* Presentarsi ai curdi con un piano realistico e ridurre l’influenza degli USA in Siria attraverso un equilibrio.
* Aggravare la guerra soprattutto per mezzo di Afrîn e fare una guerra attaccando gli USA e curdi.

Per la Russia, che dall’inizio parla di una soluzione politica e vuole creare in Medio Oriente un’egemonia più a lungo termine, la prima opzione in realtà sembra un vantaggio, la Russia stessa in realtà non è interessata al disagio dell’Iran, della Siria e della Turchia nei confronti delle FDS. La preoccupazione di fondo della Russia è l’insediamento militare completo degli USA nel Rojava. Per arginare questo, la Russia deve fare passi più coraggiosi.

La preferenza delle forze regionali per la seconda opzione per loro significa un nuovo fronte, distruzione reciproca e un ulteriore inasprimento del conflitto con gli USA.

L’attacco contro Afrîn per disturbare l’operazione su Raqqa può far partire una discussione sulla proclamazione di una zona di divieto di sorvolo (di fatto o ufficiosa) per i curdi. Per la costruzione di una zona di divieto di sorvolo ai sensi della legalità internazionale, dei quindici componenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, nove devono essere d’accordo. Perfino la proposta di una zona di divieto di sorvolo nel Rojava venisse portata all’ONU dagli USA, il veto di Cina, Russia, Inghilterra o Francia per un blocco.

Se gli USA compensano dappertutto – compreso ad Afrîn – in modo deciso la mancanza di un’aviazione delle FSD, quando di fatto significa la costruzione di una zona di divieto di sorvolo. Così ci sarebbe una probabilità minore che possibili attacchi contro i curdi modifichino l’equilibrio. Per via della lotta di distribuzione nell’est della Siria, uno scontro bellico diretto tra USA e Russia è molto improbabile. Questo è il momento giusto di chiedere a Russia Siria e Turchia un cambio di rotta nella loro politica sul Medio Oriente. Se non ora, quando?

di Harun Ercan, Yeni Ozgur Politika