I. Conferenza dei giuristi del Mediterraneo: Dall’Isola senza legge Imrali allo stato di emergenza in Turchia

Intervento di Avv. Mazlum Dinc, Focus su Turchia e Ocalan; dall’Isola senza legge Imrali allo stato di emergenza in Turchia
I. Conferenza dei giuristi del Mediterraneo: “Il ruolo dei giuristi nell’area del Mediterraneo per autodeterminazione, stato di diritto, tutela dei diritti umani e democrazia”

Öcalan nel 1998 è stato l’obiettivo di una cospirazione internazionale che ha coinvolto molte potenze internazionali, in particolare USA, Regno Unito e Israele. Nel 1998 per via della sua presenza in Siria, la Siria è stata sottoposta a una forte pressione militare e diplomatica da parte degli USA.

La Siria, incapace di sopportare questa pressione, ha voluto che Öcalan lasciasse il suo territorio e il risultato è stata la partenza di Öcalan il 9 ottobre 1998. Öcalan ha scelto di andare in Europa per garantire sostegno internazionale agli sforzi da lui fatti fin dal 1993 per trovare una soluzione democratica della questione curda.

Tuttavia l’Europa non ha dato l’atteso sostegno diplomatico. Al contrario, le richieste di asilo di Öcalan non hanno ottenuto risposta e gli aeroporti, al suo arrivo, venivano chiusi. Nonostante il fatto che la Grecia, ultimo Paese dove aveva soggiornato, avesse anch’essa ricevuto una richiesta d’asilo da parte di Öcalan, il 2 febbraio 1999, con la collaborazione segreta dei governi USA e greco, è stato sequestrato e portato in Kenya su un aereo non registrato e con a bordo un equipaggio di lingua inglese, molto probabilmente di proprietà della CIA.

Il 4 febbraio 1999 è stato stipulato un protocollo segreto tra la Turchia e gli Stati Uniti. In base a questo protocollo, lo stesso giorno il carcere di İmralı è stato evacuato e ricostruito per tenervi Öcalan come unico prigioniero, mentre un aereo segreto turco con equipaggio veniva preparato per sequestrare Öcalan.

Öcalan è stato consegnato all’aereo segreto turco che aspettava all’aeroporto di Nairobi il 15 febbraio 1999. Che gli Stati Uniti abbiano organizzato e gestito sequestri del genere, così come carceri “volanti” e “galleggianti” in molti luoghi tramite simili accordi segreti, è stato anche provato nel rapporto del luglio 2006 di Dick Marty.

Il Consiglio d’Europa ha condannato gli Stati Uniti a questo riguardo e ha ammonito la Turchia rispetto alla sua collaborazione illegale con gli Stati Uniti.

È noto che questo tipo di carceri, che vengono chiamate carceri in stile Guantanamo, sono impostate arbitrariamente secondo le politiche degli Stati Uniti e non sono governate dalla legislazione internazionale, ma piuttosto dal principio “Torturare per spezzare la volontà del dissidente politico e per costringerlo ad assumere il punto di vista dei suoi carnefici”. Tralasciando il fatto che Imrali è il primo carcere di questo genere dove non si applicano i principi e le norme della legislazione europea e delle leggi turche e dove fin dall’inizio non c’era alcuna amministrazione carceraria, è stato rivelato che fin dall’inizio l’obiettivo era di verificare la capacità di Öcalan di resistere durante il processo, sottoponendolo a condizioni di carcerazione estremamente negative che scientemente danneggiano la sua salute e costringendolo a sottomettersi alle politiche imposte, spezzando la sua volontà per la libertà attraverso l’isolamento e l’oppressione.
Questo ha dimostrato che il sistema di tortura di İmralı non è governato dalla legge, ma che la questione di Öcalan e la questione curda vengono determinate dalle politiche di annientamento dello Stato.

L’UE ha dimostrato in modo continuativo il suo atteggiamento a fronte di queste politiche di liquidazione, inizialmente chiudendo gli aeroporti per Öcalan, costringendolo fuori dai propri confini, non riconoscendogli il diritto di asilo, contribuendo al suo sequestro in Kenya e più di recente, attraverso rapporti del CPT e decisioni della CEDU. La questione cruciale è la decisione della CEDU di approvare, sostanzialmente, il sequestro di Öcalan. La decisione del CEDU di riprocessare perchè non era un processo giusto da parte della Turchia è stata presa senza una seduta, per cui il fascicolo è stato frettolosamente chiuso. Il Consiglio d’Europa, pur conoscendo le responsabilità della Turchia, ha accettato la situazione di fattoi e non ha dimostrato nessun reazione.
Tuttavia, ci sono state quantomeno le raccomandazioni dai rapporti del CPT e le decisioni della CEDU sul parziale miglioramento delle condizioni carcerarie di Öcalan. La Turchia non ha mai dato seguito a queste raccomandazioni e decisioni. Quindi il processo legale non è andato oltre una pura sceneggiata.

Diversamente da altre carceri, l’isola prigione dove Öcalan è incarcerato dal 1999, costituisce una zona militare interdetta dall’aria, da terra e dal mare. Il suo clima è soffocante. La cella singola di Öcalan non riceve sufficiente luce del giorno ed è così stretta che l’area per il movimento non va oltre quattro passi. Sono garantite due ore al giorno in una zona d’aria fuori dalla cella che crea l’effetto di un pozzo con muri alti, dove la pavimentazione non è adatta per l’esercizio fisico.

Viene sorvegliato per ventiquattro ore da telecamere e direttamente attraverso uno spioncino. La sorveglianza diretta implicai l’apertura e la chiusura rumorosa dello spioncino, il che porta Öcalan a perdere la concentrazione durante il giorno e il sonno durante la notte. La maggior parte dei libri che gli vengono inviati dai suoi avvocati non gli vengono consegnati, anche se sono legali possono essere vietati dall’amministrazione del carcere.

Da diciotto anni non gli viene concesso di usufruire del suo diritto di usare il telefono. Per anni si è dovuto arrangiare con una radio a una sola frequenza, il cui funzionamento era spesso bloccato da segnali esterni.

Solo dopo quattordici anni gli è stato consegnato un televisore. I giornali sono completamente interdetti e quelli che gli vengono consegnati sono vecchi e censurati. Le lettere dall’esterno non gli vengono date, quelle mandate dal carcere sono censurate, a volte fino al punto che restano leggibili solo una o due parole.

Visite da parte di familiari e avvocati spesso sono state bloccate con scuse come “cattive condizioni del tempo” o “traghetto in avaria”.

Nonostante il fatto che cinque nuovi prigionieri siano stati trasferito nel carcere il 17 novembre 2009 in nome di un “miglioramento”, nulla è in realtà cambiato: anche i nuovi arrivati sono stati sottoposti all’isolamento pesante di Öcalan, ossia all’isolamento di gruppo. I tre prigionieri che si trovano attualmente a Imrali oltre Öcalan sono ancora oggetto della pratica di isolamento assoluto imposta a Öcalan.

Per quanto riguarda la salute, le condizioni ambientali e climatiche dell’isola di İmralı sono deleterie. Questo a sua volta conduce al consapevole deterioramento della salute del prigioniero, se si includono le condizioni e le pratiche di isolamento. I rapporti del CPT hanno evidenziato che Öcalan veniva scientemente tenuto in condizioni di carcerazione che danneggiavano la sua salute e che queste condizioni non sono state modificate nonostante le raccomandazioni.

I medici hanno detto che il luogo e le condizioni di carcerazione devono essere modificate o corrette per un conseguente trattamento. Invece di prendere questo tipo di direzione, il governo negli anni, attraverso le condizioni di carcerazione, ha fatto peggiorare le malattie non trattate e come risultato, come suggerito dai rapporti del CPT, i suoi problemi di salute hanno raggiunto il punto di irreversibilità e gradualmente sono entrati nello stadio in cui danneggiano i suoi organi interni.

Öcalan ha denunciato la gravità del sistema di tortura di İmralı al quale è sottoposto: “Vivere in una cella singola e senza alcun collegamento con il mondo esterno è come mettere una persona viva in un bara. L’ho chiamata ‘vita in una bara’. Ho già difficoltà a respirare in questa cella simile a una bara. Come un prigioniero condannato a morte lotta attaccato alla corda prima del suo ultimo respiro e muore dopo tre minuti, vogliono applicare questo metodo della morte in tre minuti a me qui, prolungandolo nel tempo”

Öcalan e gli altri tre prigionieri non sono stati in grado di incontrare i loro avvocati e di scambiare documenti, nonostante i loro casi in corso davanti alla CEDU. Nonostante il fatto che per questo non ci sia una base legale, la decisione del giudice esecutivo di Bursa datata 20 luglio 2016, ha ufficialmente vietato la corrispondenza in forma di lettera, fax, telefono, telegrafo e corrispondenza con gli avvocati. Per questa ragione non sono disponibili notizie da Öcalan e dagli altri prigionieri.

Nella legge, l’isolamento è definito come un metodo di tortura. Includendo gli altri tre prigionieri tenuti insieme a Öcalan, l’isolamento assoluto che rompe ogni collegamento con il mondo esterno, compresa la comunicazione, corrisponde all’espressione “seppellire vivo a Imrali”, come usato dalle autorità. E questa è la più brutale forma di tortura.

Il divieto di tortura, che non deve essere violato nemmeno in uno stato di emergenza, viene palesemente violato. La tortura è un crimine contro l’umanità e questo crimine continua a essere sistematicamente commesso a İmralı. Ancora, nonostante il fatto che Öcalan e gli altri tre prigionieri abbiano casi in corso davanti alla CEDU e alla Corte Costituzionale, non sono permesse consultazioni con i loro avvocati.

Questa situazione costituisce una violazione del loro diritto alla difesa, che non deve essere violato nemmeno in uno stato di emergenza.

Il silenzio sugli attacchi e i linciaggi nei confronti degli avvocati, insieme agli arresti e le ingiustizie di “alta sicurezza” e “gestione della crisi” che di fatto vengono sviluppate contro Öcalan a İmralı, hanno anche favorito la diffusione di simili pratiche illegali in tutta la Turchia.

Con la proclamazione dello stato di emergenza il 20 luglio 2016 in Turchia, il Sistema di Tortura di Imrali si è diffuso in tutta la Turchia. Il governo ha esteso all’intera Turchia l’esperienza fatta a İmralı nel corso di diciotto anni, in assenza della legge e con la pratica della tortura.

Non considerandosi più vincolato dalla Costituzione o dalle leggi che esso stesso ha creato, il governo turco sta sistematicamente violando tutti i diritti, compreso il diritto alla vita, il diritto a non essere oggetto di tortura e maltrattamenti, il diritto alla difesa e il diritto alla libertà di espressione, specialmente nei confronti dei curdi in particolare, ma anche contro tutti i partiti di opposizione ed generale nei confronti della società civile in Turchia.