I combattenti curdi fronteggiano l’offensiva del Califfato ISIS

L’esercito iracheno si sfarina nello scontro di potere tra le fazioni di Baghdad, i miliziani islamici dilagano, i kurdi resistono

Le forze curde dell’Iraq, della Turchia e della Siria hanno formato una linea di difesa comune in campo contro gli jihadisti dello Stato Islamico (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante). Si tratta di un momento storico e di un test cruciale per i curdi, ma anche di un periodo tragico a causa dei massacri selvaggi commessi dai nemici dell’umanità. Soltanto la resistenza e l’unità possono salvare il futuro della regione.

Il Kurdistan iracheno dagli inizi di agosto ha subito degli attacchi senza precedenti da parte degli jihadisti, cosa che ha mobilitato i combattenti curdi del Kurdistan siriano e del Kurdistan turco. Il rapido arrivo dei combattenti curdi siriani nelle montagne di Sinjar ha impedito agli jihadisti di commettere ulteriori massacri.

Oggi il fronte della resistenza è cresciuto. Le forze curde delle quattro parti del Kurdistan (Iraq, Iran, Turchia e Siria) stanno conducendo una lotta comune su diversi fronti contro gli jihadisti. La Forza difesa del popolo (HPG) ed il corpo femminile di guerriglia (YJA STAR), strutture militari del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), presenti da trent’anni in Turchia, hanno inviato i loro combattenti su tutti i fronti del Kurdistan iracheno. Inizialmente a Sinjar, dove si sta svolgendo una tragedia umana, quindi a Makhmur che si trova a 40 km dalla capitale del Kurdistan iracheno, Erbil, e ora a Kirkuk.

E su tutti i fronti le forze curde hanno formato “forze comuni di difesa del Kurdistan” per fermare, scoraggiare e sconfiggere gli jihadisti dello Stato islamico.

Il 9 agosto il PKK ha inviato più di cento combattenti a Kirkuk dove sono stati accolti calorosamente. Questa città ricca di petrolio e di gas naturale è ugualmente minacciata dagli jihadisti dell’ISIS, noti per i loro crimini selvaggi e il genocidio.

“Il popolo curdo deve passare attraverso questo momento difficile”, ha dichiarato in Un comunicato la co-presidente dell’Unione delle Comunità del Kurdistan (KCK), organizzazione politica del PKK.

Ricordando che i curdi siriani combattono gli jihadisti da due anni e che gli jihadisti hanno subito sconfitte consecutive, il KCK ha affermato che il popolo kurdo ha già sconfitto l’ISIS. Chiamando i curdi ad aderire al fronte e costruire una linea di difesa comune, il KCK ha sottolineato che la sconfitta dell’ISIS è possibile se i curdi creano una difesa comune.

Sul campo “forze di difesa comune” sono state costituite nella regione di Sinjar, presa dagli jihadisti il 3 agosto e a Makhmur, dove la resistenza è in crescita. I combattenti curdi resistono dal 6 agosto nella zona di Makhmur. Decine di jihadisti sono stati uccisi e almeno altri quattro sono stati catturati dai combattenti curdi.

Il 10 agosto l’avanzata dei combattenti curdi nella zona è continuata. Il villaggio strategico di Guwer è stato liberato da parte dei combattenti curdi che sono poi entrati nella città di Makhmur.

A Sinjar i combattenti curdi siriani e quelli del PKK hanno creato un comando congiunto, con la partecipazione dei giovani curdi Yezidi. Questo comando ha dichiarato domenica 10 agosto che le montagne di Sinjar, dove decine di migliaia di civili si sono rifugiati, come pure tutti i villaggi circostanti, sono stati rilasciati. Il Comando congiunto ha promesso di rilasciare l’intera regione e renderla ai suoi abitanti.

I sopravvissuti affermano che gli jihadisti hanno commesso dei massacri selvaggi, uccidendo centinaia o migliaia di persone tra cui donne e bambini.

Non si sa in questo momento la portata dei crimini commessi. Ci sono ancora villaggi controllati dagli jihadisti. Migliaia di persone sono state rapite e della loro sorte non si sa nulla. Ma ci sono numerose testimonianze sulle atrocità commesse dall’ISIS.

Quindici famiglie del villaggio di Hanedan che si sono rifugiate nel Kurdistan siriano affermano che gli jihadisti hanno ucciso almeno 70 persone, nella maggior parte dei casi bambini del loro villaggio. Dei giornalisti curdi che si trovano sul posto dicono da parte loro che ci sono migliaia di morti. Non potremo sapere fino a dopo la liberazione della regione. Ma sappiamo già che questi jihadisti non hanno pietà e che sono capaci di commettere atrocità inimmaginabili.

A Rabia, al confine con la Siria, i combattenti curdi Siriani portano avanti delle operazioni di “bonifica”. La città è già sotto il controllo del YPG (Unione della difesa popolare) e del YPJ(Unione delle donne), due forze militari di Rojava .

Più di 170 jihadisti sono stati uccisi e altri tre sono stati catturati nelle regioni di Rabia e Sinjar, tra il 2 e il 6 agosto, secondo fonti vicine al YPG. Almeno cinque blindati, due veicoli tattici e diciassette veicoli militari sono stati anche distrutti, affermano le stesse fonti. Il YPG ha riferito di aver perso nelle proprie fila nove combattenti.

Una giornalista curda Deniz Firat è stata uccisa l’8 agosto da proiettili di jihadisti dello Stato Islamico dopo gli scontri a Makhmur, e dopo essere stata colpita da schegge di proiettile. Aveva già perso due sorelle nella lotta di liberazione del popolo kurdo.

di Suveyda Mahmud
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