Gli esperti non sono stati scelti in maniera partecipativa

Rispondendo ieri alle domande dei giornalisti mentre lasciava il tribunale di Diyarbakır in seguito all’udienza dei 12 rappresentanti politici kurdi processati nell’ambito del cosiddetto caso KCK (Unione delle Comunità Kurde), la co-Presidente del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Gültan Kışanak ha criticato la lista, annunciata ieri, di esperti che prenderanno parte alla commissione per la creazione di un clima di pace giusta e permanente riguardo alla questione kurda.

La Kışanak ha evitato di esprimere commenti sui nomi, sottolineando che ogni singola persona che crede nella democrazia e nella pace potrebbe e dovrebbe dare un contributo al processo di negoziati tra i Kurdi e lo stato turco.

La co-Presidente del BDP ha comunque criticato il Governo per non essere riuscito a condurre il processo in corso in base al pubblico consenso e per non aver soddisfatto le aspettative della società in merito al coinvolgimento di tutte le formazioni e gruppi nel processo; esso dovrebbe mutare quest’approccio verso la questione e condurre un processo trasparente chiedendo a tutti la loro opinione ed i loro consigli.

La Kışanak ha sottolineato che la lista di esperti non comprende un numero soddisfacente di donne, acacdemici e nomi che possano rappresentare veramente e direttamente il popolo kurdo.

Riferendosi al processo in corso per una soluzione della questione kurda, la Kışanak ha dichiarato che l’appello effettuato da Abdullah Öcalan il 21 Marzo ha fatto sorgere grandi speranze ed aspettative della società in favore del silenzio delle armi e della pratica delle politiche democratiche: essi sono i punti principali che dovrebbero essere raggiunti in questo processo.

“Il Governo turco, la magistratura e la politica dovrebbero dare ora una risposta precisa sulla possibilità di una politica democratica, che richiede principalmente la liberazione dei prigionieri politici”, ha sottolineato, aggiungendo che il BDP non effettuerà una dichiarazione sull’incontro di ieri ad Imralı, il quale non ha visto nessun nuovo sviluppo che ne richieda.

ANF  Diyarbakır/Amed