Genova – In piazza contro il terrorismo dell’ISIS e dello stato turco

La mattina del 20 luglio intorno alle ore 11 si verificato un grave attentato a Suruc,città turca sud-orientale a soli 10 km da Kobane.

A Suruc erano arrivati 300 membri della Federazione delle associazioni della gioventù socialista (SGDF) che si erano riuniti nel centro culturale “Amara” prima di recarsi a Kobane per una missione di ricostruzione della città curdo-siriana martoriata dal conflitto con l’Isis dei mesi scorsi. Gli attivisti avevano come progetto quello di costruire un parco giochi e portare aiuti in città ed in particolare giocattoli ai bambini di Kobane.

Per potersi recare a Kobane e svolgere la missione, i giovani della Federazione avevano inoltrato una richiesta ufficiale alla prefettura diSuruc, richiesta che non aveva avuto esito positivo dalle autorità turche.

A seguito di tale diniego i giovani si erano radunati al centro culturale “Amara”, punto di riferimento in questi mesi per la comunità internazionale che ha portato il sostegno alla regione curdo-siriana del Rojava, per una conferenza stampa. L’Amara Center in Suruc in questi mesi è stato uno snodo per la solidarietà verso la resistenza del Rojava. L’attentato di questa mattina ha colpito un simbolo di Suruc, un luogo di iniziativa sociale e politica, di solidarietà internazionale che in questi mesi ha raggiunto Kobane ed il confine Turco-Siriano in sostegno alla rivoluzione del Rojava.

L’esplosione sarebbe stata provocata da una giovane kamikaze dell’ISIS durante la conferenza stampa, e almeno 32 persone hanno perso la vita. Altre 100 sono rimaste ferite, alcune in modo grave sono in pericolo di vita.

Contemporaneamente nella città di Kobane si è verificava un secondo attacco, non distante con la frontiera del valico di Mursitpinar, che provocava diverse vittime tra le file delle YPG.Dal 19 luglio del 2012 i curdi della regione del Rojava nel mezzo della guerra civile siriana si sono organizzati attraverso delle amministrazioni democratiche e autonome. Lo scorso 19 luglio, tutto il Kurdistan ha celebrato questo evento.

Proprio questa ricorrenza pensiamo sia alla base degli attacchi dell’ISIS, che ha scelto di colpire diverse località come nei recenti attacchi a Kobane avvenuti tra il 25 e 26 giugno scorso, che hanno provocato la morte di più di 200 civili brutalmente uccisi, molti addirittura mentre dormivano nelle proprie case.

Come per gli attacchi del 25 giugno scorso, pensiamo che dietro all’attentato di Suruc vi sia l’appoggio, quantomeno logistico, del Governo Turco i cui contatti con i macellai dell’ISIS sono stati più volte documentati.

Condanniamo con fermezza la brutalità di questi attacchi terroristici e chiediamo alla Comunità internazionale, all’Unione europea e al Consiglio d’Europa e all’opinione pubblica internazionale di fermare la Turchia e i paesi che direttamente o indirettamente appoggiano o favoriscano l’ISIS.
Occorre fermare immediatamente questa strage infinita e ci appelliamo a tutte le coscienze democratiche che si oppongono alla barbarie dell’ISIS e dei loro fiancheggiatori.

Ribadiamo la nostra presenza a Suruc per il 15 settembre prossimo per una grande mobilitazione internazionale, insieme ai movimenti, le associazioni, i partiti che in questi mesi hanno supportato in ogni modo la Città di Kobane e il Rojava tutto, per chiedere l’apertura immediata di un corridoio umanitario tra la Turchia e i territori del Rojava.

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Senza Paura-Restiamo umani-Genova