Due prigionieri politici sono stati impiccati ad Ahwaz

Le autorità iraniane di Ettelaat hanno annunciato alle famiglie di Hashem Shaabani Nejad e Hadi Rashedi che i due sono stati giustiziati quattro giorni fa.

Secondo i reporter di HARANA, attivisti per i diritti umani in Iran, Hashem Shaabani e ad Hadi Rashidi, due attivisti della città di Ramshir impegnati in attività culturali, hanno visto confermare la loro condanna a morte dalla Sezione 32 della Corte Suprema del regime iraniano e dal 7 dicembre 2013 sono stati trasferiti dai servizi segreti di Ahwaz in una località ignota.

Mercoledì 29 gennaio gli agenti iraniani di Ettelaat hanno annunciato alle famiglie di Hashem Shaabani Nejad e Hadi Rashedi che erano stati giustiziati tre o quattro giorni prima e che più avanti sarebbe stato reso noto il luogo della sepoltura.

Hashem Shaabani Nejad era un poeta, blogger, insegnante di letteratura araba e laureato in scienze politiche all’Università di Chamran Ahwaz e Hadi Rashidi era insegnante di chimica.

Le reti TV che hanno trasmesso le confessioni dei prigionieri, li hanno presentati come componenti del gruppo terrorista noto come “Al-Moghaveme Al-Shaabiye» dichiarando che erano state scoperte le loro armi. In precedenza l’avvocato dei prigionieri aveva parlato con HARANA: “I due prigionieri chiedevano giustizia e le loro richieste di poter intervenire al processo non hanno avuto alcun riscontro”.

In precedenza il Ministro degli Esteri e il Parlamento della Gran Bretagna, il Ministero degli Affari Esteri tedesco, il Dipartimento di Stato USA, il Parlamento Europeo, l’Inviato Speciale per i Diritti Umani in Iran Ahmed Shaheed, organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International e Human Rights Watch e personaggi come Jim Lambert, Mary Honeyball, Charles Tannock e Cathrine Ashton avevano si erano espressi contro la condanna a morte di questi attivisti.

Mohammad Ali Amurinejad insieme ad Hashem Shaabani Nejad, Mokhtar Al Boshuke, Hadi Rashedi e Jaber Al Boshuke sono componenti dell’Istituto di Cultura e Arte “Alhewar” che svolge attività culturali a Ramshir (provincia di Ahwaz). Va evidenziato che questi prigionieri avevano fatto uno sciopero della fame di 28 giorni per protestare contro la condanna a morte da parte della Corte Suprema.