Diyarbakir: Neppure la pioggia spegne il fuoco del Newroz

Oggi, 21 Marzo 2015, a Diyarbakir si è festeggiato il Newroz più imponente ed importante di tutto il Kurdistan. Una folla incalcolabile ha riempito, sin dalle prime ore del mattino, l’immenso spazio, che l’Amministrazione Comunale, saldamente nelle mani del BDP, aveva predisposto per la festa di popolo, come sempre suggestiva ed emozionante, nel corso della quale i canti, i balli, le coreografie si sono alternati/e con gli interventi politici. Le stime più prudenti parlano di circa due milioni di partecipanti; il calcolo è reso difficile anche dal fatto che, nelle due ore in cui è caduta una pioggia battente, accompagnata da un vento freddo, fiumane di persone hanno continuato, imperturbabili, ad affluire, mentre altre fiumane defluivano. Sicuramente il maltempo, (non ci sentiamo di escludere che sia stato decretato d’urgenza dal Governo Erdogan), non ha fatto fallire la manifestazione politica, che ha vissuto il momento più esaltante quando è stata letta la lettera inviata dalla prigione di Imrali, ove è “democraticamente” rinchiuso dal 1999, il Presidente Ocalan.

Noi non crediamo nei miracoli, ma, per una singolare coincidenza astrale, nel momento in cui è iniziata la lettura del messaggio di Ocalan, la pioggia è cessata ed il Sole è tornato a splendere. Questo il testo: “A TUTTO IL NOSTRO POPOLO Saluto il nuovo giorno [Newroz] di tutto il nostro popolo e degli amici schierati con la pace, l’uguaglianza, la libertà e la democrazia. La crisi, causata dalle politiche neoliberiste, imposte a tutto il mondo dal capitalismo imperialista e dai suoi dispotici collaboratori locali, porta effetti sulla nostra regione e sul nostro Paese. In questo contesto di crisi, le diversità etniche e religiose del nostro popolo e le nostre culture vengono cancellate da guerre identitarie brutali e senza senso. LEGGI TUTTO”.

Dopo aver festeggiato il Newroz, alle ore 18,00, la nostra delegazione ha incontrato la “Associazione delle Madri della Pace”, che è stata fondata nel 2000 ad Istanbul ed a Diyarbakir nel 2001; attualmente, ha 18 succursali in tutta la Turchia. Alla fine del 2004, sono andate ad Ankara al Parlamento ed alla sede del Comando dell’esercito; hanno portato un CD con le loro storie, affinché si cominciasse a scrivere una pagina nuova ed affinché cessasse di scorrere il sangue, ma non sono state prese in considerazione. Inoltre, avevano portato una sciarpa bianca, che è molto importante nella cultura curda, poiché, in passato, quando era in corso una faida tribale, era sufficiente che una donna ponesse una sciarpa bianca tra i contendenti, poiché lo scontro terminasse. Loro hanno fatto un appello alle madri turche, che hanno perso i loro figli nella guerra civile, durata oltre trenta anni. Solo una madre turca ha risposto al loro appello, ma, quando sono andate a trovarla nella città di Bursa, la Polizia aveva circondato la casa. Hanno telefonato, ma il telefono era staccato, cosicché hanno fatto una conferenza stampa, per denunciare l’accaduto.

Alla domanda sui motivi, che indussero i loro figli ad andare in montagna, una madre ha risposto che alcuni erano stati torturati, altri erano laureati senza lavoro, altri, infine, erano discriminati. La seconda madre ha affermato che, oggi, una grande folla al Newroz ha chiesto la pace; loro, però, vogliono che non siano solo parole, ma che le trattative vadano avanti. In tutta la Turchia, l’Associazione conta 400 aderenti, le militanti sono 100; sono riconoscibili dalla sciarpa bianca. Loro fanno anche gli scudi umani durante le manifestazioni, cercando di impedire scontri sanguinosi tra Polizia e amnifestanti. L’“Associazione verso il Kurdistan” collabora con le Madri da 12 anni, aiutando con con piccoli contributi in denaro, per permettere alle famiglie di andare avanti e di andare a trovare i loro congiunti, che si trovano in carceri molto lontane.

Ha, poi, preso la parola il Presidente, Mehmet Temirgur, di Tuyad-Der di Diyarbakir, che ha illustrato come i prigionieri poltici, sia turchi, sia kurdi, si trovino decisamente peggio dei detenuti comuni. Infine, il Presidente ha commentato la lettera di Ocalan, inviata al Newroz di oggi, chiarendo che è un’evoluzione del messaggio, inviato per il Newroz del 2013. Particolarmente importanti sono i 10 Punti, fissati il 28 Febbraio scorso in un incontro tra i Parlamentari kurdi ed il Governo turco; se quest’ultimo darà seguito agli accordi, il presidente Ocalan farà appello al PKK, affinché faccia un Congresso, per decidere di cessare il conflitto con l’esercito turco, senza per questo deporre le armi, poiché sono necessarie, per combattere l’ISIS, organizzazione che Ocalan ha definito strumento dell’Imperiaismo e del Capitalismo, nata per strangolare i popoli.

La Delegazione di Van.