Dichiarazione Finale della Conferenza di Brussel

La dichiarazione finale della Conferenza della pace e della democrazia in Europa ha reso noto che i partecipanti alla conferenza hanno avviato una serie di attività di pace per essere degli elementi fondanti del processo di pace e democrazia.
La dichiarazione finale, preparata a seguito di dibattiti e proposte durante due giorni di conferenze a Bruxelles, è stata approvata dai delegati.
La dichiarazione di 16 punti ha chiesto al governo dell’AKP e al parlamento turco di adempiere alle proprie responsabilità per l’immediato avvio della seconda parte del processo di soluzione democratica.
La dichiarazione ha esortato il governo dell’AKP di mettere fine alle politiche interventiste e minacciose nei confronti dei paesi vicini e ha invitato i paesi europei a porre fine con urgenza alla vendita di armi e al sostegno militare e di intelligence che forniscono allo stato turco.
La dichiarazione ha anche sostenuto che il governo turco ha bisogno di affrontare tutti i massacri, come quello armeno, assiro, ezidi e alevi, gli omicidi irrisolti e i misteri sulle persone scomparse.
La dichiarazione ha invitato tutti gli individui e le istituzioni a schierarsi a favore della pace, la democrazia e il lavoro e di agire assieme per il raggiungimento di una pace giusta.
La dichiarazione finale :
1. La conferenza ritiene essenziale per la creazione di una costituzioni equa, pluralista e liberale, per il raggiungimento di una pace duratura e la continuazione dei processi di negoziazione, concedere diritti costituzionali uguali per tutte le nazioni e i gruppi religiosi e stabilire un sistema di autogoverno nazionale democratico basandosi sulla Carta europea dell’autonomia locale. Crediamo che la pratica della democrazia e la costituzione della pace costituiscano una intera totalità.
2. Abbiamo posto l’accento su alcune perplessità che pongono dei problemi per il progresso del processo di pace e di democrazia e di fiducia reciproca. Noi siamo del parere che il fallimento dell’inizio della seconda parte del processo di pace strutturato in 3 fasi e il senso autoritario recentemente mostrato dal governo in occasione delle proteste di Gezi conducano a problemi significativi in riferimento al fatto per la prima fase del processo è stata avviata con un cessate il fuoco e il ritiro delle unità ribelli, dai confini turchi. Il governo dell’AKP e il parlamento turco dovrebbero adempiere alle loro responsabilità di rafforzare la soluzione democratica e il processo di pace, consentendo l’inizio della seconda fase che prenderebbe avvio con un processo legale-costituzionale .
3. Al fine di garantire l’avanzamento dei negoziati con successo è un dovere fornire al signor Abdullah Öcalan le necessarie condizioni di salute, sicurezza e libertà e garantire che egli entri in contatto con il parlamento turco, l’opinione pubblica e i rappresentanti dei vari ambiti sociali. La conferenza invita il governo AKP ad avviare tutte la pratiche nel più breve tempo possibile.
4. Il governo AKP deve spianare la strada per una politica democratica per garantire che le opportunità storiche recentemente rivelate nel processo di pace potrebbero essere utilizzate per il bene dei popoli. Per raggiungere questo scopo chiediamo al governo di rimuovere tutti gli ostacoli alla politica democratica (democratizzazione della legge sui partiti politici e sulla legge elettorale e l’abolizione della soglia elettorale, ecc),porre fine a tutti gli ostacoli che limitano la libertà di espressione, di organizzazione, incontri e manifestazioni, stampa e broadcast e creare un ambiente democratico in cui tutti possono ricevere l’istruzione nella propria lingua madre e utilizzarla in tutti o settori della vita.
5. A questo proposito esortiamo la repubblica turca a soddisfare i requisiti delle convenzioni internazionali di cui è parte, come la Carta delle Nazioni Unite, la Dichiarazione universale dei diritti umani e la Convenzione europea dei diritti umani, a rispettare lo stato di diritto e il principio della separazione dei poteri rafforzati da meccanismi di equilibrio e di ispezione, rimuovere immediatamente tutti gli inconvenienti relativi alle convenzioni internazionali per i diritti e le libertà fondamentali, come la Carta europea dell’autonomia locale, la Convenzione sui diritti dei bambini e la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) e firmare altre convenzioni sulla protezione dei diritti umani e la conservazione della natura.
6. Chiediamo l’urgente attuazione di disposizioni giuridiche necessarie per consentire il rilascio di tutti i malati, bambini e prigionieri politici. In relazione a questo chiediamo al governo e al parlamento di adottare misure politiche necessarie che garantiscano a le decine di migliaia di soggetti emigrati in Europa come conseguenza di guerre sporche del paese, vittime di colpi di stato militari, possano rientrare nella loro patria e essere concessi tutti i diritti di cittadinanza.
7. La conferenza invita il parlamento turco a contribuire alla creazione di un modo e di un linguaggio della politica conformati allo spirito di pace, al fine di consentire l’avanzamento del processo di democratizzazione, di abolire ogni idea di colpo di stato e preparare una nuova costituzione democratica con la partecipazione di tutti gli ambienti sociali.
8. La nostra conferenza richiede una garanzia costituzionale per tutti i luoghi di culto, così come la garanzia di edifici vincolati per villaggi per gli alevi, assiro-siriaci, armeni e ezidi in contrapposizione alle politiche di assimilazione. La nuova costituzione dovrebbe rappresentare aspetti di laicità statale, abolire la Direzione degli affari religiosi e porre fine alle lezioni di religione obbligatoria. I luoghi di culto confiscati dallo stato devono essere restituiti a importanti gruppi di credenze e il nome proposto per il terzo ponte di Istanbul, Sultano Yavuz Selim, cambiato per rispetto della comunità alevi.
9. La conferenza ritiene che la costituzione di un futuro libero e comune dipenda dall’affrontare il nostro passato. Si tratta di una condizione essenziale per la pace: affrontare tutti i massacri di armeni, assiro-siriaci, ezidi, alevi, come i massacri di Dersim, Maraş, Corum, Sivas, Gazi e Roboski, gli omicidi irrisolti e le persone scomparse. È anche essenziale per il raggiungimento della democratizzazione e di una pace duratura, assicurare il processo e la condanna di tutti i responsabili dei crimini prescritti contro l’umanità.
10. Credere che la democrazia è una necessità irrinunciabile per la Turchia, per le quattro parti del Kurdistan e per il Medio Oriente, la conferenza invita l’AKP a porre fine alle sue politiche interventiste e minacciose contro i paese vicini.
11. I partecipanti alla conferenza, come le persone che stringono solidarietà con i curdi di Rojava e i popoli di Siria, dichiarano la loro obiezione a tutti i tipi di intervento nella regione. Noi confermiamo il nostro aiuto ai popoli siriani per la costruzione di un futuro uguale, libero, democratico e pacifico. Chiediamo anche che venga fatta luce sugli autori della strage di Parigi, il divieto di istituzioni politiche in Turchia e in Kurdistan.
12. Come partecipanti della Conferenza europea per la pace e la democrazia, ci vediamo come elementi costitutivi del processo di pace e di democrazia. La nostra attività include non solo il monitoraggio del processo di negoziazione, ma anche prendere parte al processo come soggetti attivi, assicurando un’ampia partecipazione al di fuori della conferenza e informazioni alla comunità democratica in Europa circa il processo di pace consentendo un loro contributo nel processo.
13. Come componenti della conferenza, ci appelliamo a tutte le persone che vengono dalla Turchia e dal Kurdistan e che vivono in Europa, a tutte le istituzioni e le organizzazioni da essi formati di unirsi alla lotta in Turchia per l’uguaglianza, la giustizia e le democratizzazione. Si ricorda che siamo aperti alle diverse opinioni al riguardo, pensando che la garanzia delle diversità sarà garantita tramite l’attività e la compartecipazione di tutte le vittime.
14. Annunciamo che daremo avvio ad una lotta comune come persone che hanno esigenze e approcci comuni sul raggiungimento della pace, della soluzione e della democratizzazione. Noi dichiariamo che è nostra volontà comune e forte dimostrare una forte determinazione per migliorare il processo di democratizzazione e di negoziati, per coronare la lotta per l’uguaglianza, la libertà, i diritti e la giustizia ecologica.
15. Considerando che uno dei dilemmi del XXI secolo è quello del genere, si segnala che le donne, attore più dinamico ed elemento fondante la comunità, non possono essere gestiti separatamente dalla società. Ogni intervento sulle donne costituisce un intervento sulla società. La nostra conferenza dichiara forte obiezione a tutti i tipi di attacchi sulle donne. Adotta forte determinazione per la parità di partecipazione in tutti i settori della società basandosi sul principio di uguaglianza.
16. La nostra conferenza ha dimostrato forte volontà per una soluzione, la pace e la democratizzazione riunendo assieme diversi ambienti che vengono dal Kurdistan e dalla Turchia e vivono in Europa. La nostra conferenza vede ciò come uno dei compiti fondamentali per organizzare una lotta di pace dal basso verso l’alto, al fine di contribuire alla costruzione di una pace duratura e di un futuro democratico comune. La nostra conferenza ha deciso per la creazione di un’Assemblea per la pace e la democrazia per condurre i lavori a cui esso mira. Essa ha, inoltre, deciso l’istituzione di commissioni affiliate all’Assemblea, tra cui una commissione di verità e giustizia, una per la conferenza della comunità europea, la commissione delle relazioni pubbliche e del diritto, una nuova commissione per la costituzione, una per la libertà delle donne e commissioni per i giovani.
Ci appelliamo a tutte le persone e alla istituzioni che lavorino per la pace e la democrazia e prendano parte alla lotta comune per il raggiungimento di una pace duratura, di una costituzione equa e liberale e la costruzione di un futuro democratico comune.
Ben consapevoli delle nostre responsabilità, annunciamo ai nostri popoli e all’opinione pubblica che abbiamo intrapreso il compito di una pace giusta e rispettosa.