Dargeçit pronta a lottare contro la militarizzazione a favore della natura

Zeynep Sipçik,la co-sindaca della città di Dargeçit,Turchia, è stata in prima linea in un sit-in contro la costruzione di nuove istallazioni militari.Zeynep ha dichiarato che è pronta a difendere la zona da ogni militarizzazione e aggressione all’ambiente.

Il distretto di Dargeçit,abitato da curdi e assiri,è tra le molte zone minacciate dalla prevista diga di Ilisu.La diga è parte del progetto dello stato turco per costruire le cosiddette “dighe di sicurezza”che dovrebbero creare un ambiente militare più facile da controllare nella zone regioni curde del paese.La popolazione locale si è espressa con forza contro le dighe di sicurezza,che dovrebbero inondare zone storiche come la città di Hasankeyf e disgregare l’equilibrio naturale della regione.

Quando noi guardiamo alla storia il concetto di “diga di sicurezza’ non esiste in qualsiasi altro luogo,dice Zeynep.La Turchia ha messo a punto questo concetto per le dighe che si stanno costruendo in Kurdistan.Ha spiegato che il compito principale delle dighe di sicurezza è quello di spaventare la popolazione locale,ma che hanno distrutto anche la storia, la cultura, le risorse agricole locali e i modi di vita tradizionali.

Da quando è iniziata la costruzione della “diga di sicurezza” nel 2006, lo stato turco sta instancabilmente costruendo postazioni militari e di polizia in tutta la regione.Il risultato è stato un rafforzamento militare crescente nella regione curda nonostante il processo di pace in corso con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK).

Lo scorso Martedì, le attiviste locali con l’assemblea delle Madri della Pace hanno avuto il sentore della costruzione di tre nuove piccole installazioni militari che lo Stato definisce come “case di sicurezza” a guardia della diga.Le case di sicurezza sono state costruite su terreni privati.La legge recentemente introdotta della “sicurezza interna” da alle forze di sicurezza dello stato poteri assoluti in Turchia;è stata la giustificazione per le nuove case di sicurezza. Le donne si sono diretti verso il cantiere e hanno iniziato un sit-in.

Zeynep era presente sin dall’inizio.Zeynep ha dichiarato che mentre i soldati avevano fatto marcia indietro dall’attaccare i manifestanti,in particolare di fronte alla determinazione delle Madri della Pace,il problema non è risolto.

Le donne della regione sono pronte a ricorrere ad ulteriori metodi di lotta, se lo Stato non si ferma con la costruzione,compreso l’uso del proprio corpo per fermare la costruzione in corso e lo sciopero della fame.

“Come popolo, non permetteremo dighe, posti di guardia e postazioni militari ad alta sicurezza in Kurdistan”, ha detto Zeynep.

di Beritan Canözer